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Arisa vince la 64° edizione del festival di sanremo

Creato il 23 febbraio 2014 da Antonella Di Pietro @Antonella_Di_Pi
ARISA VINCE LA 64° EDIZIONE DEL FESTIVAL DI SANREMO
Arisa è la vincitrice del 64esimo Festival di Sanremo nella categoria Campioni con la sua "Controvento". Gli altri due finalisti sono Renzo Rubino con "Ora" e Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots con "Liberi o no". Il commento di Arisa dopo la sua vittoria è stato: “Tutto ok, sono contenta. Sono veramente felice. Vorrei fare i complimenti a Raphael e a Renzo, è molto bello dividere il palco con loro”.
Sul palco dell’Ariston sale per la seconda volta in questo Festival, e nella sua intera carriera, il rocker Luciano Ligabue. Prima del suo ingresso sullo schermo passano immagini dei concerti del Liga con come sottofondo il brano "Tu sei lei". Poi entra in scena e inizia a cantare "Certe notti". Il secondo brano è "Il giorno di dolore che uno ha" del 1997. Terzo brano il primo singolo del nuovo album MondoVisione, vincitore di cinque dischi di platino, "Il sale della terra". Per ultimo canta un brano molto toccante "Per Sempre", dedicato ai genitori.
E’ il momento delle prime premiazioni, madrina d’onore la grande attrice Claudia Cardinale che dice a Fazio: "Vedevo sempre Sanremo con Luchino Visconti, a casa sua sulla Salaria. Litigavo anche un pò perché non eravamo d’accordo sui cantanti”. L’attrice, ricorda anche Visconti, Federico Fellini, Marcello Mastroianni e alcuni dei suoi film più noti. La Cardinale sul palco dell’Ariston annuncia il premio della critica Mia Martini vinto da Cristiano De André e il premio della sala stampa radio-tv-web Lucio Dalla assegnato ai Perturbazione.
Infine, sul palco dell'Ariston arriva Stromae, cantautore belga francofono diventato celebre con la sua ‘Alors on danse’ del 2009 per la prima volta sulla tv italiana. Sul palco si esibisce in ‘Formidable’. Come già annunciato in questi giorni Stromae interpreta il ruolo di un ubriaco e canta barcollando e con il singhiozzo perché è il suo modo di “dare voce a uomini che voce non hanno”.


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