Mobile - PC
TESTATO SU
PC
Genere: Strategia
Sviluppatore: Bohemia Interactive
Produttore: Bohemia Interactive
Distributore: Digital Delivery
Lingua: Inglese (sub ITA)
Giocatori: 1
Data di uscita: 01/10/2013
Senza voler fare nomi, nel corso degli anni un gran numero di sparatutto in prima persona, ambientati in fittizi teatri di guerra presenti, passati, futuri, ha invaso le nostre console ed i nostri PC a cadenza annuale, come fosse una festività programmata, calcando molto sulla spettacolarità cinematografica e su un’azione di gioco tanto frenetica quanto poco rispondente a realtà. Esiste però un team di sviluppo ungherese che ha deciso di andare un po’ controcorrente, scegliendo la via della simulazione bellica dura e pura, in quanto tale preclusa ad una grossissima fetta di pubblico, poco avvezza alla parola “pazienza” e sin troppo abituata a perk devastanti e serie di uccisioni degne di un supereroe. Con la serie Arma, giunta ormai al suo terzo episodio – la cui recensione è come sempre disponibile nelle nostre pagine – i ragazzi di Bohemia Interactive hanno pensato che fosse giunto il momento di renderla un po’ più commerciale ed accessibile alle masse, realizzando uno spin off strategico per PC e mobile che poco ha a che vedere con l’originale… E che purtroppo risulta esser in toto mal concepito.
Cliché. Cliché dappertutto!
Volendo iniziare dalla trama, Arma Tactics sembra essere stato scritto e prodotto da uno sceneggiatore di Bollywood pieno di ammirazione per i film di guerra occidentali. I cliché si sprecano, dai dialoghi dei quattro stereotipati marines che compongono la squadra tattica alla canonica minaccia mediorientale, proveniente dal solito terrorista con manie di grandezza e dalla sua agguerrita milizia che minaccia la pace e gli alti ideali di democrazia e fratellanza così generosamente esportati dalla potente nazione americana. Non ci sono filmati d’apertura; si viene immediatamente catapultati in una spoglia sala briefing di fortuna che funge da – scarno – menù principale ove è possibile decidere se iniziare, o proseguire, la campagna (vero ed unico fulcro del gioco), modificare l’equipaggiamento trasportabile da ognuno dei componenti del team di fuoco e sbloccare alcune nuove armi ed oggetti utili dall’armeria attraverso un semplice sistema di acquisto che utilizza, come moneta, i crediti accumulati nel corso delle azioni compiute o trovati all’interno di casse sparse lungo i livelli. Dunque, non ci resta altro da fare che analizzare l’unica opzione disponibile: la campagna, composta da 10 missioni (con la possibilità di creare partite personalizzate in ogni mappa) piuttosto simili tra loro e, sinceramente, poco avvincenti. Quest’ultima, sin dai primi minuti, ci mette di fronte agli evidenti limiti tecnici del titolo di Bohemia Interactive. Infatti, al di là di una certa, marcata, banalità di fondo di cui abbiamo abbondantemente fatto cenno poc’anzi, ci siamo immediatamente trovati a sbattere contro un sistema di controllo e di visualizzazione quanto mai legnoso e farraginoso nonché, se vogliamo dirla tutta, il più delle volte frustrante; cosa che non ci si aspetterebbe da un titolo che ha la presunzione di adagiarsi totalmente su meccaniche di gioco già collaudate con successo da titoli ben più conosciuti come l’ottimo X-COM di Firaxis (con cui, come vedremo, condivide anche il motore grafico).
La canonica telecamera isometrica inquadra – non sempre al meglio – l’azione dall’alto, per permettere una maggiore visuale del campo di battaglia, almeno in teoria. Infatti controllarla risulta un vero e proprio calvario, soprattutto qualora si voglia zoomare e passare da un ambiente aperto ad uno chiuso, o tra vicoli stretti. I tetti e le pareti sono dure a dissolversi, limitando grandemente la visuale e le possibilità di elaborare una buona strategia e, se il vostro desiderio è quello di essere dei fantasmi (ogni riferimento a sparatutto recenti è puramente casuale), beh, la maggior parte delle volte ve lo potrete scordare. Qui arriviamo all’ennesimo punto dolente: il sistema delle coperture. Come giustamente starete pensando, questo dovrebbe essere la componente principe per un videogioco tattico che si rispetti; ebbene, senza aggiungere alcun aggettivo, in Arma Tactics non funziona per niente. Il vostro team sarà sempre e comunque esposto al fuoco e colpito, sia che si trovi dentro un’abitazione sia che si trovi coperto ed in posizione sopraelevata rispetto al nemico. Nessun vantaggio tattico, dunque, così come nessun ostacolo fisico che possa bloccare l’impatto dei proiettili in arrivo. Passano semplicemente da parte a parte e raggiungono il bersaglio. Bisogna dire con grande precisione da parte dei miliziani e grande strabismo dei nostri prodi eroi, che non mandano a segno un colpo nemmeno a pregarlo. Per non parlare di quando si sta tentando di pugnalare un ostile alle spalle: forse per un bug gli attacchi furtivi col coltello vanno solitamente a vuoto (sic!) con conseguenze, potrete immaginare, disastrose! Non vi è dubbio che questo sia una cosa sgradevole, ai fini dell’esperienza di gioco, ma le sorprese non finiscono qui. Per localizzare i bersagli ed essere individuati, in Arma Tactics ci si deve rivolgere alla pura fortuna; essi infatti sono eventi che accadono quasi sempre per caso. Capita che un nemico girato di spalle dentro un edificio dall’altra parte della mappa si accorga di voi, mentre il miliziano col mitra spianato a cui siete appena passati sotto al naso non faccia una piega.
Cose che rasentano l’umana comprensione insomma e che si accompagnano ad un sistema di controllo legnoso e poco ottimizzato, risultando quanto mai palese il fatto che esso è stato studiato appositamente per il touch screen dei dispositivi mobile, data la fatica che si fa con mouse e tastiera, due periferiche che sono più d’intralcio che d’aiuto. Ad ogni modo, il game system è quello classico degli strategici a turni; ogni soldato possiede determinati Punti Azione (PA) che gli permettono di svolgere diverse azioni, come il movimento (un’area evidenziata in verde consente di controllare la distanza prima dell’esaurimento dei PA), la ricarica dell’arma, il fuoco, il consumo di determinati oggetti come i kit medici, le granate o la morfina. Sin qui nulla da eccepire, purtroppo però il tutto risulta lento e fastidioso. Lo stesso scorrere dei turni dona una sensazione di immobilismo al tutto, mentre si cerca di cliccare ripetutamente sul personaggio da selezionare per poter aprire il relativo menù; la stessa visuale si sposta in modo impreciso, rendendo nervose anche le persone più pazienti. Purtroppo potremo sciorinare difetti e bug grossolani sino all’alba di domani, chiedendoci al contempo come mai il talento (o l’impegno?) di Bohemia Interactive sia così improvvisamente venuto a mancare. Ma tant’è. Il prodotto è oramai nei negozi digitali da un po’ e sarà ben difficile porre rimedio allo scempio con qualche classica patch riparatrice.
Grafica per tutti… e per nessuno
Il titolo probabilmente è un po’ sibillino; volevamo semplicemente fare riferimento alla qualità grafica di Arma Tactics, che sembra sempre sul punto di accontentare, ma alla fine non riesce a prendere una posizione netta, restando costantemente nell’insipienza. Come abbiamo già fatto cenno, le dieci missioni, seppur con qualche raro scorcio ben riuscito, si rassomigliano un po’ tutte, anche dal punto di vista del level design, soffocando sul nascere ogni velleità di originalità. Inoltre la grafica sembra essere stata adattata principalmente per i dispositivi mobile, con buona pace dei nostri PC; il dettaglio poligonale, anche in “high quality“, risulta abbastanza povero e gli effetti particellari di esplosioni, polvere, luci ed ombre vanno al super risparmio. Abbiamo già ricordato che il motore grafico è il medesimo di X-COM? Bene, scordatevelo. Le animazioni dei personaggi – semplici fantocci – sono rigide e poco naturali; le stesse cut scene in terza persona, che partono in automatico proprio come nel titolo Firaxis quando si compie un’azione, sono brevissime, scarne e povere di pathos, tanto da chiedersi il perché di quest’aggiunta. Il comparto audio segue a ruota l’andamento dell’intera produzione, con un doppiaggio Inglese senza grandi inflessioni, dialoghi stereotipati che, in teoria, dovrebbero strappare un sorriso ed una colonna sonora poco ispirata.
IN CONCLUSIONESembra incredibile, eppure è così. Ai talentuosi Bohemia Interactive Studio riescono bene le cose difficili ed impegnative e malissimo le cose facili. Un assunto che dovranno tenere in considerazione qualora volessero cimentarsi in altre opere. Arma Tactics sembra il fratellino discolo della serie da cui prende il nome, con cui peraltro condivide solo quello. Si nota sin dai primi istanti di gioco la superficialità con cui sono stati realizzati non solo lo spaventoso porting PC, ma addirittura l'intera produzione; gettata, ma senza grande convinzione e con un prezzo elevato per quel che offre, in pasto al mercato mobile di smartphone e tablet. ZVOTO 4