Piccola parentesi storico-popolare su una delle canzoni più conosciute al mondo assieme a O Sole Mio e Volare. Stiamo parlando di Roma Nun Fa’ La Stupida, che scritta così, a mo’ di titolo tutto maiuscolo fa un certo effetto. Perché senz’altro questa canzone scritta da Armando Trovajoli per il Rugantino, certo è difficile da considerare “brano” nel senso stretto del termine. Con il tempo è entrata a far parte della cultura popolare non soltanto romana, ma italiana in generale. Era il 1963, alla prima del Teatro Sistina a Roma, Armando Trovajoli dirigeva per la prima volta l’orchestra.
Sentite cosa ha detto poco tempo fa il direttore a chi gli chiedeva quell’emozione: «La prima di Rugantino resta impressa sulla mia pelle in modo indelebile. Avevo il diritto di dirigere l’orchestra nella prova generale e nelle prime 2-3 rappresentazioni. Alla prima, quando Nino Manfredi disse Roma, ce semo e attaccò Roma Nun Fà La Stupida, capii alla fine del ritornello, appena prima che Lea Massari entrasse per cantare la sua parte, che quella sera stessa avrei risentito la canzone da Checco er Carrettiere, il ristorante di Trastevere. Capii che stava nascendo un mito. Lo capii dal brusio del pubblico, che già canticchiava la canzone sentendola per la prima volta».
Queste sono frasi già sentite da chi ha vissuto la storia della musica in prima persona. A me ha subito riportato in mente le parole di Paul Rotchild, l’ingegnere del suono dei Doors quando per la prima volta ascoltò la versione definitiva di The End.