Se non si può parlare di reciproco rispetto tra Arnold Zeck e Nero Wolfe, di sicuro è lecito pensare ad una battaglia tra menti geniali.. Battaglia che inizia fuori dalle pagine dei romanzi (vedi nota a fondo post) e che ci arriva nelle due brevi anticipazioni dello scontro vero e proprio come sensazione.. Una sensazione di pericolo tangibile, tanto che Wolfe arriva a chiedere al suo fido secondo di dimenticare il nome Arnold Zeck..
La prima apparizione ufficiale di Zeck è datata 1948, nell’avventura intitolata Abbiamo trasmesso, che porta Wolfe ad indagare sulla misteriosa morte per avvelenamento da arsenico di Cyril Orchard, direttore de “La fortuna a cavallo”, un giornale di pronostici sportivi, durante la trasmissione condotta da Madeline Fraser, diva del momento della radio.
Wolfe alzò il suo ricevitore.
«Dite pure, signor Duncan, sono Nero Wolfe.»
«Come state?» chiese la voce.
«Molto bene, grazie. Vi conosco signore?»
«Non saprei proprio. Voglio dire che non so see mi riconoscereste vedendomi, perché ignoro se siate stato scioccamente curioso sul mio conto. Ma abbiamo già parlato altre volte per telefono.»
«Davvero?»
«Sì. Due volte. Il nove di giugno del quarantatrè io vi ho chiamato per darvi alcuni consigli su un lavoro che stavate eseguendo per conto del generale Carpenter. Il sedici gennaio del quarantasei vi ho telefonato di nuovo per consigliarvi di limitare i vostri sforzi in favore della signora Tremont.»
«Sì. Ricordo.»
Ricordavo anch’io. Mi diedi dell’idiota per non avere riconosciuto prima quella voce dura, precisa e fredda come l’acciaio. E la voce intanto continuava:
«Mi ha fatto piacere constatare che avete limitato i vostri sforzi proprio come vi suggerivo. Questo ha dimostrato…»
«Li ho limitati perché il compito che mi era stato affidato non esigeva che io andassi più in là, non perché me l’avevate suggerito voi, signor Zeck.» Anche Wolfe era notevolmente gelido.
Abbiamo trasmesso è un’avventura fatta di lettere anonime, ricatti e abbonamenti estorti con l’inganno.. Ma non temete, il geniale pachiderma assicurerà alla giustizia il colpevole.. Ma riceverà anche, nel corso dell’indagine, una telefonata del signor Zeck (di cui abbiamo dato un piccolo anticipo qui sopra) che lascia pochi dubbi sul potere che costui detiene e che non è disposto a lasciar mettere in discussione né da Nero Wolfe né da chiunque altro.
«(…) D’altronde molte persone conoscono il signor Arnold Zeck.»
«Ma voi non avete avuto occasione d’incontrarmi. Questo fatto, signor Wolfe, non mi piace assolutamente.»
«Non mi aspettavo che vi facesse piacere.»
«No. Ma con me si va molto più d’accordo, quando sono soddisfatto. Appunto per questo vi ho telegrafato e ora vi sto parlando. Come ho già avuto occasione di dirvi io vi ammiro molto e non desidero cambiare parere. la vostra inserzione sul giornale mi ha dato da pensare. Mi rendo conto che non potevate immaginarlo, quindi ve lo dico direttamente: quell’inserzione mi disturba. Non può essere ritirata perché ormai è apparsa. Ma non dovete assolutamente permettere che vi trascini inuna serie di difficoltà che sarebbero troppo gravi anche per voi. Forse la cosa più saggia sarebbe quella di lasciar cadere l’intera faccenda. Voi mi comprendete, vero, signor Wolfe?»
«Oh, sì, vi capisco. A voi piace mettere le carte in tavola, signor Zeck, ma piace anche a me. Sono stato assunto per fare una certa cosa e intendo portarla a termine. Non ho il minimo desiderio di farvi piacere o dispiacere e, se l’una o l’altra cosa non riguardano il mio incarico, voi non avete ragione di preoccuparvi. Mi capite, vero?»
«Sì. Vi capisco. Ma ora voi sapete.»
Criminale misterioso e potente, dalle capacità intellettuali notevoli, Arnold Zeck compare nuovamente sulla strada di Wolfe un anno più tardi, nel 1949, in Nient’altro che la verità, attraverso il filo del telefono, ma non solo.. per non rovinarvi alcuna sorpresa non diremo troppo, ma immaginate Wolfe che esce dall’ufficio per lavoro, si fa trasportare in automobile (per lui demoniaco mezzo di locomozione), non rispetta gli orari delle orchidee ed è costretto a rinunciare alla sua poltrona personale per indagare su un omicidio, di cui le autorità hanno già archiviato la pratica.. tutto questo a causa dell’azione di Zeck..
A distanza di un altro anno, Arnold Zeck e Nero Wolfe si incontreranno di persona per la prima volta nel romanzo Nelle migliori famiglie.. Romanzo che stravolge la figura del famoso investigatore così come siamo stati abituati a conoscerlo.. Si tratta di un capolavoro assoluto e non dirò di più, per non rovinare il gusto dell’avventura a chi non avesse ancora avuto il piacere, ma citerò qualche riga rubata al testo, per stuzzicarvi l’appetito e vi preparo fin d’ora al peggio, ossia alla messa in discussione di tutto dall’appuntamento quotidiano con le orchidee al suo amore per la buona tavola, fin anche allo stipendio di Archie Goodwin, Fritz Brenner e Theodore Horstmann (il balio delle orchidee)..
Il campanello suonò, e io andai ad aprire. Sulla soglia c’era una gentil signora con cavaliere al suo seguito. Dopo aver dato un’occhiata in direzione di tutti i punti cardinali, entrò come una freccia, mi afferrò per un braccio e mi disse con un mormorio piuttosto robusto: – Ma voi non siete Nero Wolfe! – Indi mi lasciò andare di botto come se scottassi, si rivolse al suo compagno e gli sussurrò in tono esplosivo: – Entra e chiudi la porta!
La trilogia di Zeck è stata a suo tempo (1974) raccolta in volume, ma io vi consiglio di mescolarla (mescolare non agitare sia chiaro) agli altri splendidi romanzi narrati dalla giovane e scanzonata voce di Archie Goodwin.. Godrete di sicuro maggiormente soprattutto l’ultimo capitolo, ossia Nelle migliori famiglie.
Sono pronta a dichiararlo sotto giuramento in qualsivoglia momento. Buona lettura!