“Vi mando al cimitero”. Non è decisamente una bella frase da sentir dire specie se la frase in questione è pronunciata da un’educatrice e i destinatari sono i suoi piccoli alunni d’asilo. Se a questa ci aggiungete deprecabili esclamazioni e gesti violenti allora capirete cosa ha spinto all’arresto di un’insegnate della scuola dell’infanzia. Una situazione un comune di 55mila abitanti nella provincia di Trani-Andria-Barletta, dove in seguito a delle segnalazioni carabinieri coordinati dal pm Marcello Catalano e dal procuratore aggiunto Giancarlo Giannella hanno ritenuto opportuno posizionare nell’aula, accuratamente nascosta, una telecamera di sorveglianza che non ha fatto altro che riprendere i maltrattamenti della maestrasu piccini.
La donna, 60enne originaria della Calabria ma residente da anni nella zona, è stata raggiunta dai carabinieri all’uscita da scuola e tratta in arresto ora sarà compito dell’inchiesta, diretta dalla procura di Trani, chiarire la presenza o meno di episodi pregressi. “Il nostro compito in questo momento, è di tutelare la comunità scolastica e di restituirle serenità e normalità” queste le parole con cui il dirigente dell’asilo comunale di Bisceglie commenta la vicenda. Da un primo campanello di allarme si è svelato così un nuovo caso di asilo degli orrori dove un luogo che dovrebbe essere tra i più sicuri e accoglienti si rivela poi essere il più infido e ingannevole.
Ci sta pure qualche momento di nervosismo in aula da parte degli insegnati che troppo spesso si trovano a gestire classi numerose; ma non è giustificabile alcun gesto di violenza, neppure uno strattone o sculacciata. Qualcuno di voi probabilmente starà pensando che delle volte uno schiaffo farà anche bene per disciplinare il carattere, ma questo è un compito esclusivo del genitore. Se noi adulti vogliamo che i nostri bambini siano rispettosi della società e delle persone dobbiamo essere noi i primi a rispettare loro. E se come noi vi state indignando di quanto accaduto e domandandovi perché succedono queste cose proviamo noi a darvi una motivazione: quando una persona lavora solo per lo stipendio succede questo.