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Arrestato in Chiapas, Messico, il giornalista italiano Gianni Proiettis

Creato il 17 dicembre 2010 da Vfabris @FabrizioLorusso

Arrestato in Chiapas, Messico, il giornalista italiano Gianni ProiettisCittà del Messico, 16 dicembre 2010. Il giornalista e professore universitario italiano Gianni Proiettis, collaboratore de Il Manifesto e Liberation e residente da 17 anni a San Cristobal de las Casas (Chiapas), è stato incarcerato e sarebbe sotto minaccia d’espulsione dal Messico per aver partecipato alla COP16, la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambio climatico da poco conclusasi a Cancun. La notizia del suo arresto, riportata da NarcoNews e da fonti locali, è arrivata questo pomeriggio.

Il giornalista è stato arrestato alle ore 13 a pochi metri dalla sua abitazione da tre uomini in divisa della polizia statale del Chiapas ed è stato immediatamente deportato a Tuxla Gutierrez, il capoluogo. Secondo alcuni testimoni l’arresto sarebbe stato effettuato da uomini senza divisa e con un auto priva di targa con le modalità del sequestro di persona. Proiettis sarebbe ora in attesa di nuovi capi d’imputazione dopo che, in un primo momento, gli sarebbe stata paventata l’applicazione dell’articolo 33 costituzionale per il suo impegno a Cancun che era, però, di tipo professionale come inviato per media italiani.

La possibilità d’espulsione per direttissima esiste in Messico in base all’articolo 33 della Costituzione e funziona come una decisione esecutiva e inappellabile che procede ad espellere qualunque straniero ritenuto persona indesiderata: è un articolo che si presta evidentemente a un uso altamente discrezionale e motivato prevalentemente da ragioni politici.

Gianni Proiettis si  dedica da anni a un progetto di eco-turismo nella cittadina di Venustiano Carranza, in Chiapas, dove esistono gravi conflitti tra il governo regionale, attualmente retto da Jaime Sabines del PRD (Partido Revolucion Democratica) e la popolazione locale. Inoltre Proiettis è autore di vari reportage di denuncia sull’operato delle imprese multinazionali del settore minerario in Chiapas: in particolare, un’intervista del 23 gennaio 2010 con il padre del leader sindacale Mariano Abarca, assassinato nel novembre 2009, risultò particolarmente sgradita alla compagnia mineraria canadese Blackfire Exploration Ltd e ai funzionari statali che ne defendono gli affari.

Dato che i poliziotti che hanno trattenuto Proiettis erano del Chiapas e non federali e, inoltre, i giornalisti presenti alla COP16 di Cancun erano centinaia, sia messicani che stranieri, sembra improbabile che il vero motivo dell’incarceramento sia quello presentato inizialmente. Infatti in serata il capo d’imputazione sarebbe stato cambiato (o piuttosto, definito) in “narcomenudeo”, cioè spaccio di droga. Secondo le testimonianza di alcuni vicini di casa (che hanno già sporto denuncia a un’associazione per la difesa dei diritti umani) un furgone ha atteso che Proiettis uscisse durante tutta la mattinata e, quando il giornalista si trovava fuori casa, un bambino con una busta piena di cocaina l’ha lasciata tra le sue mani per permettere alla polizia di arrestarlo. Non sarebbe il primo caso in Messico.

Gli attacchi alla libertà di stampa e ai giornalisti in Messico, soprattutto nei territori “in tensione” come il Chiapas, Oaxaca e la frontiera con gli Usa, sono il pane quotidiano e quindi potremmo trovarci di fronte a un altro caso di violazione delle garanzie individuali ai danni di Gianni Proiettis. Secondo gli ultimi aggiornamenti, pare che siano in corso gli accertamenti per permettere la liberazione del giornalista italiano tra questa sera e domani mattina.

Ultima.

Ore 22.30. Gianni è libero e sulla via del ritorno da Tuxla a San Cristobal !

Questo blog è in attesa di nuove notizie da San Cristobal per avere il quadro completo della situazione e capire che cosa sia successo nei dettagli in questa convulsa vicenda.


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