IL LEGALE DI PALAZZOLO: E’ IN ”FERMO AMMINISTRATIVO”
La polizia thailandese ha arrestato ieri sera all’aeroporto di Bangkok Vito Roberto Palazzolo, considerato uno dei boss di Cosa nostra. Palazzolo, da tempo latitante, è stato bloccato grazie ad un’operazione dell’Interpol mentre si preparava a lasciare il Paese ed è tuttora detenuto presso lo scalo. Palazzolo, classe 1947, originario di Terrasini (Palermo), e’ ritenuto dagli inquirenti un finanziere riciclatore di denaro sporco di Toto’ Riina e Bernardo Provenzano. Nel 2009 e’ stato condannato in via definitiva dalla Cassazione per associazione mafiosa. Il boss per lungo tempo e’ stato latitante in Sudafrica, le cui autorita’ – in passato – avevano negato l’estradizione.
”Il mio assistito e’ stato fermato ieri alle 17,30 ora italiana nell’aeroporto di Bangkok al controllo di polizia. Non e’ arrestato ma si trova in stato di ‘fermo amministrativo’ per controlli. Noi ci opponiamo all’ espulsione e al conseguente arresto da parte dell’Interpol perche’ e’ cittadino sudafricano”. Lo dice l’avvocato Baldassare Lauria, difensore dell’imprenditore siciiano, Vito Roberto Palazzolo, da decenni residente in Sudafrica, condannato a nove anni per associazione mafiosa. Il legale prosegue: ”L’interpol vuole eseguire un mandato di cattura in seguito alla sentenza della corte di appello palermitana, divenuta irrevocabile nel 2009, per la condanna a 9 anni per mafia. L’alta corte sudrafricana ha gia’ sentenziato che questa condanna e’ ineseguibile e quindi Palazzolo non puo’ essere estradato”. Palazzolo, nato a Terrasini (Pa) il 31 luglio 1947, e’ un business man e si occupa soprattutto di miniere. E’ sposato con una donna belga e ha due figli. Stamattina l’ambasciatore sudafricano ha consegnato alle autorita’ di polizia thailandesi – dice l’avv. Lauria – la sentenza della corte sudafricana: in virtu’ di questo rapporto tra stati sovrano, si dice, ”crediamo che Palazzolo non debba essere espulso e quindi consegnato all’Interpol. Abbiamo comunque presentato gia’opposizione a un’eventuale espulsione”. Palazzolo venne condannato a 3 anni e sei mesi in Svizzera nell’ambito di un filone d’indagine della cosidetta ”pizza connection” per una fattispecie di riciclaggio a meta’ degli anni ’80, poi e’ partito per il Sudrafrica e ”non e’ mai piu’ tornato in Europa” dice il legale. ”Noi contestiamo la sentenza di condanna per mafia – aggiunge – perche’ per lo stesso reato, con gli stessi associati, Palazzolo era stato assolto nel ’92 a Roma. Proprio per questo abbiamo proposto la revisione del processo che e’ stata accolta dalla corte di appello di Caltanissetta. La prossima udienza si terra’ a giugno”.