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Arricchiamo il lessico

Creato il 03 gennaio 2011 da Ilcastelloerrante

Uno dei più gravi problemi dei ragazzi è quello di poter contare su un vocabolario personale davvero misero. Ecco dunque un’attività che può contribuire all’ampliamento del lessico e allo stesso tempo può stimolare originali forme di scrittura.

Presentiamo dunque ai ragazzi tre parole ritenute “difficili”. In questa occasione abbiamo scelto: angusto, biasimare, cimelio.

Angusto: si dice di un luogo stretto e scomodo. Un luogo angusto è un posto dove ti senti soffocare, spesso buio. È un luogo dove è facile intristirsi. Usato in senso figurato, può indicare anche una caratteristica di in individuo: quell’uomo ha una mente angusta, ovvero stretta, chiusa alle novità, molto limitata.

Prese sotto braccio Sandokan, riattizzò la sigaretta e varcarono la soglia, inoltrandosi in un angusto corridoio, ingombro di rottami staccatisi dall’umida volta e che pareva s’addentrasse nelle viscere della colossale roccia.

Emilio Salgari, Alla conquista di un impero

Biasimare: giudicare qualcuno in modo negativo. È il tipico atteggiamento di quelli che ti guardano e scuotono le testa: ti stanno biasimando, ovvero stanno esprimendo un giudizio negativo nei tuoi confronti. Si può anche biasimare se stessi, ovvero rimproverarsi per qualcosa: “Non ti biasimare, hai fatto il possibile.”

Non biasimare prima di avere indagato, prima rifletti e quindi condanna.

Sacra Bibbia, Libro del Siracide

Cimelio: è un oggetto che risale ad un’epoca passata, conservato come ricordo di un avvenimento storico, di un personaggio famoso, oppure di una persona cara. In modo scherzoso può essere usato con il significato di oggetto così passato di moda che oggi non ha più valore: quel computer è proprio un cimelio.

Aveva ancora undici anni, e mentre la nonna era andata a fare la spesa, preparava in una padellina di rame, cimelio prezioso dei suoi arnesi infantili, una pappa di farina di castagna.

Grazia Deledda, La vigna sul mare.

Dopo le doverose spiegazioni, invitiamo i ragazzi a scrivere una breve storia nella quale dovranno usare le tre nuove parole appena conosciute. Qualche idea?

Un arzillo vecchietto viveva in un angusto appartamento di un condominio, in mezzo ai tanti cimeli del suo passato di alpino. L’anziano era solito andare tutti i giorni ai giardinetti, dove seduto su una panchina biasimava borbottando i bambini che durante il gioco osavano sporcarlo di terra…



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