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Arriva arriva quello che deve arrivare, non ti preoccupare

Da Miwako
Non dovrei, lo so.
In fondo, mancano poche ore a martedì.
Tenere duro.
La vocina si fa sempre più flebile.
Mi sa che questa cosa delle dita incrociate non sta funzionando.
Era tanto che non mi sentivo così.
Male, intendo.
Al momento, mi servirebbe un eremo solitario.
Il mio sorriso non ha scintillato poi molto oggi.
E con questa faccia da stoccafisso mi prenderei a schiaffi da sola.
'Cazzo guardi, idiota?
Quello che guardi tu, stronza.
E sfanculerei tutto.
Io non sfanculerei mai tutto.
Oggi si.
E scrivo come una quindicenne, mancano solo un po'di K a caso.
Poi, vorrei sapere come mai oggi mi sembra tutto così insulso.
Succede il giorno prima di qualcosa?
Vorrei piangere. Ecco cosa vorrei.
O Sant'Iddio ci mancava solo questa; ora pure il pianto isterico fermo in gola.
Vedi? Quando pensi che la dignità sia già fottuta e che peggio di così non ti puoi sentire, ecco che arriva la stoccata finale, il pianto inutile.
Che poi, non è ancora arrivato, ma lo sento, lì da qualche parte tra gli occhi e il cuore.
Non vedo il fondo, di questa tazza piena di caffè nero.
Non vedo il fondo di tante altre cose.
Devo bermelo tutto per vedere il fondo.
Devo?
E se non ce la faccio?
Il caffè tiepido non mi piace.
Ora faccio i capricci.
Faccio i capricci fino a che non arriva ...
Non arriva chi?
Cosa?
Cosa cazzo deve arrivare?
Non l'hai ancora capito che non c'è nessuno che deve arrivare? Ti devi salvare da sola dai fondi del caffè e pure da tutto il resto.
Si che lo so.
E allora che cazzo aspetti?
Niente, in realtà.
Non mi aspetto niente, come sempre.
Faccio un respiro.
Due.
Tre.
Mi sfanculo da sola.
Che in realtà sono io l'unica che sfanculerei oggi.
Gli occhi umidi, le dita gelide che reggono l'ennesima sigaretta, fisso il mio riflesso. Inettitudine. Paura. Incoerenza. Cento cose orribili tutte insieme.
Forse mi basterebbe una parola.
Perché non la chiedi?
Silenzio.
Perché non la smetti di non aspettarti niente? Paura eh?
Silenzio.
Perché non dici niente? Lo so che vuoi urlare. E allora urla, porca puttana, piangi, disperati, fai qualcosa, ma non stare lì immobile come se non ti stesse succedendo niente.
Silenzio.
Silenzio.
Ancora silenzio.
Suona il telefono.
Ci penso un po', tentenno, poi rispondo.
Mi serve una tregua da questo silenzio assordante.

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