Andrà in funzione regolarmente per quattro giorni alla settimana dal 25 marzo il primo “bus poo” della Gran Bretagna, un bus che è alimentato da gas bio-metano, ottenuto attraverso la trasformazione, appunto in gas, di escrementi umani e rifiuti domestici, che siano liquami o rifiuti alimentari immangiabili, provenienti da più di 32.000 famiglie lungo il suo percorso di 15 miglia.
Al di là del design palesemente fuorviante, il “bus poo”, che è stato presentato lo scorso autunno ed è gestito da First West of England, può ospitare, quasi alla stregua di un qualsiasi altro normale bus, fino a 40 persone e fa rifornimento di “carburante” in un sito nell’Avonmouth, a Bristol.
È fuor di dubbio che sia un’iniziativa originale che, stando anche alle parole di James Freeman, l’amministratore delegato, non ha solamente attirato a sé l’attenzione di tutto il mondo, finendo coll’inorgoglire chi ha avuto l’idea e chi l’ha effettivamente portato nel centro di Bristol lo scorso anno, ma anche potrebbe suscitare un dibattito sulle modalità di alimentazione degli autobus e su ciò che risulta essere un bene per l’ambiente.
Alla luce di ciò e non potendo che prendere atto della lungimiranza e dello spirito di iniziativa delle nazioni altre, è conseguenziale che si pensi all’eventualità in cui un simile servizio di trasporto fosse attivato anche nella città di Napoli, là dove quello degli autobus, ora garantiti ora no, ora funzionanti ora no, è costantemente all’ordine del giorno. Potrebbe, dunque, davvero il “bus poo” essere un modo per migliorare l’ambiente partenopeo e, quindi, anche la rete dei trasporti oppure no? Cosa ne pensate?