Arriva il Canone Rai anche per smartphone e tablet aziendali

Canone Rai anche per Smartphone e Tablet

Non siamo soliti occuparci di tasse e tributi su YourLifeUpdated, ma la notizia relativa al canone Rai 2012 è di interesse tecnologico dal momento che per la prima volta la Rai ha contattato aziende ed uffici per richiedere il pagamento del canone.

Questo perchè ormai il canone Rai non è un abbonamento, ma una tassa a tutti gli effetti.

Da qualche giorno molte aziende italiane si sono viste recapitare i bollettini per il pagamento del canone speciale, in quanto in possesso di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive al di fuore dell’ambiente di casa. Immagino quante persone in azienda, durante l’orario lavorativo, si mettano a guardare le trasmissioni della Rai da smartphone o tablet aziendale. E’ incredibile.

Pur in mancanza di un aggiornamento della legge relativa, gli oggetti interessati al pagamento del canone sono, nello specifico, pc, notebook, netbook, smartphone, videofonini o tablet, anche quelli che nativamente non supportano lo streaming sul sito Rai.it. Anche se non la potete vedere, la dovete pagare ugualmente!

Molta è la confusione generata da questo provvedimento, anche perchè oltre a mancare una vera e propria chiarezza normativa, c’è da dire che le cifre richieste non sono certo di poco conto: a seconda della tipologia aziendale, il tributo va dai 200 ai 6.000 euro.

Immancabili le proteste e le segnalazioni già giunte sui tavoli delle associazione dei consumatori, come fanno sapere dall’Aduc, facendo presente che “… in assenza di una determinazione in tal senso del Ministero dello sviluppo economico che non ci risulta esistere, la richiesta della Rai è illegittima” e rendendo noto che è stata già presentata una interrogazione parlamentare al Ministero dello sviluppo economico.

Di certo la norma che regola il pagamento del Canone Rai è decisamente vecchia: stiamo parlando di un Regio Decreto del 1938. Non resta che attende lo sviluppo dell’interrogazione parlamentare per capire se le aziende dovranno effettivamente mettersi in regola e pagare per il possesso dei pc o se invece la questione sarà messa in pausa, in attesa dell’eventuale revisione della legge.

Io sono allibito. Ma non voglio esprimere altri pareri sull’Italia e su chi ci governa, quindi mi fermo qua e lascio la parola a voi lettori.