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Arriva la neve…

Creato il 01 febbraio 2012 da Robe
nevica siena piazza del campo febbraio 2012 roberto panciatici

Siena, Piazza del campo - Copyright 2012 Roberto Panciatici

Arriva la neve e guasta le feste. Tutto cambia: gli impegni, i tragitti, i tempi per percorrerli. Cambiano le idee, e le voglie. Alcuni appuntamenti saltano, e il tuo telefono ti ruba il sonno prima che suoni la sveglia.

Piripì! Piripì! Piripì! (classico suono da essemmesse per l’iPhone)

“non vengo”, “che aria tira lì?”, “mi sa che è meglio se aspetto il pomeriggio” eccetera eccetera

E in una giornata un po’ random, come lo è questa, alcune situazioni sfumano, e altre, invece, nascono. C’è chi resta a uozzappare (leggasi come l’azione di utilizzare WhatsApp) sotto il piumone, e ti regala 160 caratteri di vita. Sì, centosessanta caratteri di vita. Della sua vita…

Ed è lì, proprio lì, che la tua giornata cambia ancora. E inizi a immaginare…

La vedi un po’ triste in volto, che sfreccia via. È veloce, con i suoi sci da speciale. Veloce come il tempo, quando lo si perde a cazzeggiare. Eppure la vedo bene, mi sembra quasi al rallentatore mentre sfreccia giù per la montagna. È lenta come il tempo, quando proprio non vuol passare.

Mi strappa un sorriso quell’immagine, quell’idea. E mi regala un tumulto al cuore. Pensi che oggi la neve porta anche un po’ di tristezza in qualche casa,  o più semplicemente “alimenta la mancanza, e la fa diventare così forte da schiacciare il cuore”. Egoisticamente ti senti fortunato, perché hai intorno gente speciale che ti regala emozioni vive, anche se tristi. Anche se solo in 160 caratteri.

Centosessanta caratteri. Non ne servono di più. Davvero, non ne servono di più.

E allora t’abbandoni a un pensiero banale (più banale a dirsi che a sentirsi, in realtà) e pensi che dopotutto la vita è bello viverla, anche quando ti manca qualcuno, e che è vita proprio in questo, nel suo sentire. Pensi che dopotutto ciò che ti circonda ha un gran bel valore, ed è lì che la tua mente vola ancora…

T’immagini un cucciolo d’uomo che cresce un po’ più in là di casa tua, e che adesso è fuori a giocare con la neve sotto gli occhi attenti della mamma.

Mamma, che bella parola. Solo cinque lettere. Cinque lettere. Non ne servono di più. Davvero.

Scrivo queste sconclusionate e poche righe su di un foglio, fra un’arancia e un thè caldo al limone. Lascio che siano questi pensieri il pezzo forte del mio pranzo, e mi sento ancora un po’ bambino, mentre scopro attraverso la neve, l’immaginazione, e le parole degli altri, che la magia, in fondo in fondo, ancora esiste.

Grazie.


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