Arriva nelle sale “Nightcrawler – Lo sciacallo”. Dal 17 novembre
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Lou Bloom è uno squattrinato che cerca in tutti i modi di trovarsi un lavoro. Si è ridotto a rubare materiali di vario tipo per rivenderli ai cantieri. Ma un giorno è testimone di un incidente stradale e si accorge che lo sciacallaggio televisivo può diventare un vero e proprio lavoro. All’inizio non lo assume nessuno, così si riduce a rubare videocamere e attrezzature per poi rivendere il materiale che gira alle troupe locali, senza farsi scrupoli di etica né di moralità. Lou sa cosa sia il voyeurismo e lo sfrutta appieno riprendendo incidenti, furti e scontri. Cronaca dura su cui i media ci marciano. Più le scene sono violente e più vendono.
Il soggetto del film di Dan Gilroy, interpretato da un Jake Gyllenhaal dimagrito di dieci chili, non ha niente di nuovo se lo si considera come semplice critica ai media. Lou, i media, vuole scavalcarli, vuole sfruttare il loro gusto per lo scandalo e regalare quanto più realismo possibile gli spettatori si aspettano. Una forma di YouReporter estremizzata, una Real Tv incentrata solo su crimini, violenza e omicidi.
Lou Bloom non ha scrupoli nei confronti della società perché la società stessa non ne ha avuti nei suoi confronti. Così, una scelta disperata ma coraggiosa si rivela un’intuizione, in un momento in cui è necessario reinventarsi per farsi strada in qualche modo. Anticipare la polizia, creare da sé la notizia è l’arma vincente di Lou. Questa intuizione, però, porta tanto all’ascesa economica di Lou quanto al suo degrado morale
Nightcrawler sarebbe quindi un aggiornamento, ai tempi dei nuovi media, di Videodrome di David Cronenberg. La vera novità è data dalla confezione, da una Los Angeles perennemente buia, soffocante e senza speranza. La morale è tanto semplice quanto cinica: nel mondo di Lou non vige la legge del più forte ma la legge del profitto.
Arriva nelle sale “Nightcrawler – Lo sciacallo”. Dal 17 novembre
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