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Arrivano gli atei: si salvi chi può!

Creato il 29 ottobre 2010 da Mcg
Commento all'articolo del Ministro Frattinisu L'Osservatore Romano
Arrivano gli atei: si salvi chi può!
Ovviamente il titolo è ironico, come del resto è ironico che una, tutt'altro che esigua, quantità di persone che si professa atea debba lottare perché le vengano riconosciuti alcuni diritti, tra l'altro sanciti dalla Costituzione.Costituzione che non si capisce perché in Italia debba essere in qualche modo sottoposta al Concordato, ma tant'è.Ora,  se è lapalissiano che un credente abbia il diritto di essere eletto a rappresentante del popolo e che una volta assunto il ruolo si adoperi a concepire leggi filtrando attraverso la propria morale, sarebbe altrettanto logico che egli abbia piena consapevolezza che la sua morale non è l'unica possibile e che, all'interno di uno Stato, laico per definizione, possano esserci altri credo con morali differenti che debbano essere rispettate.
Dato per scontato che morali "troppo" differenti da quella tradizionale vigente hanno bisogno di molto più tempo per essere assimilate, ve ne sono altre che meritano invece che il legislatore credente sia dimentico della propria coscienza e opti per un bene molto più terreno e alla portata di tutti anziché cercare di imporre una morale che, a suo dire, dovrebbe garantire una futura vita, immortale, paradisiaca. Invece, capita troppo spesso che politici credenti pensino di dover rispondere al Vaticano piuttosto che al popolo che li ha eletti e che quindi il loro impegno sia rivolto verso la tutela di una parte della popolazione, supposta di maggioranza (che invece non lo è), ma che muove lobby molto potenti.
Questa lunga premessa mi sembrava utile per introdurre il commento che mi accingo a fare alla recente lettera del Ministro degli Esteri, Frattini, pubblicata dall'Osservatore Romano e leggibile anche sul sito del Ministero.La lettera inizia con una seria preoccupazione generata dalle statistiche che vedono i cristiani vittime, nel senso di morti, di casi di intolleranza od odio religioso in 75 casi su cento.
Nel mondo naturalmente, ed in una statistica che dietro i numeri potrebbe nascondere molte cose, tra cui magari provocatorie azioni in terre con tradizioni e religioni differenti. O davvero pensiamo che in una cultura che combatte per mantenere vivi il proprio credo e le proprie tradizioni, l'evangelizzazione sia vista di buon occhio (giusto per fare un esempio)?
Arrivano gli atei: si salvi chi può!
A ben vedere la "cristianofobia" che emerge nella lettera di Frattini in effetti si identifica perfettamente nell'esempio sopra riportato, ed è singolare che Frattini non comprenda ancora i motivi per cui i Cristiani siano chiamati ancora da gran parte del mondo arabo "Crociati", ovvero invasori occidentali che in nome di Cristo depredavano territori da secoli sotto un tutto sommato equilibrato dominio Arabo. Che tale visione sia veritiera, e lo è in gran parte, che sia esageratamente evocata e lo è, poco importa: così è e per questo bisogna analizzare le motivazioni.
Da un analisi incompleta e piuttosto scadente di contenuti, Frattini finisce ben presto per annegare in una serie di castronerie che farebbero sobbalzare dalla sedia anche uno studente delle scuole medie:
In molti contesti le comunità cristiane vivono, in modo veramente assurdo una condizione di isolamento e di estraneità, pur essendo state nella storia proprio le Chiese orientali i centri propulsori e di irradiazione del cristianesimo. Ciò accade nonostante le comunità cristiane siano presenti sul territorio molto prima dell'arrivo dell'islam.
Beh, che l'Islam arrivi qualche secolo dopo il Cristianesimo la cosa è risaputa. Non gli sovviene che prima del Cristianesimo vi erano altre religioni nell'area?  Probabilmente il pio Ministro, è inconsapevole dei risvolti storici che accaddero dopo la promulgazione del Cristianesimo come religione di Stato dell'Impero Romano, nel bagno di sangue e nella sistematica distruzione di templi pagani che seguirono le ben più pubblicizzate persecuzioni nei confronti delle sette Cristiane. E' dimentico che nelle Americhe vi erano altre tradizioni ed altri  dei prima dell'arrivo tutt'altro che pacifico dei Conquistadores iberici?
Poi la chicca:
In alcuni casi il maggior coinvolgimento delle popolazioni nella vita politica ha portato a esasperare sia le contrapposizioni tra le varie comunità, sia l'ispirazione identitaria religiosa, confondendo la religione con lo Stato e comprimendo quindi quel rispetto della libertà e dell'uguaglianza di diritti personali, sociali, civili, religiosi di tutte le minoranze.
Arrivano gli atei: si salvi chi può!Ammetto che in alcuni paesi del Medio ed Estremo Oriente la situazione sia ben più grave che in quella occidentale ma, con le dovute proporzioni, non mi sembra che la religione in Italia eviti di mettere il becco in vicende politiche, invitando cittadini alla disobbedienza o consigliando loro di venir meno ai propri diritti-doveri del voto in referendum su temi che la Chiesa riteneva sensibili, di fatto imponendo o cercando di imporre la propria morale a pseudo minoranze (ricordo che il fallimento del referendum sulle staminali avvenne solo perché al numero di cittadini che abitualmente non si recano alle urne si sommò quella dei Cattolici; il referendum non raggiunse di poco il quorum, ma i risultati erano al 99% contrari alla "morale" della Chiesa) che la pensavano diversamente.
Siamo al solito assunto: quando una religione è minoritaria parla di libertà, quando maggioritaria di verità.
Il ministro quindi elogia ossequioso il recente Sinodo e il concetto "pace" legato al "perdono" che pare sia un esclusiva a copyright del cristianesimo, cosa che ovviamente è una fesseria, sia perché il perdono è un atteggiamento umano che va al di là della religione (il "feroce" Saladino diede un salvacondotto agli abitanti della riconquistata Gerusalemme laddove i Crociati anni prima avevano operato una carneficina immonda), sia perché nella sua applicazione politica e sociale, il Cristianesimo è stato mandante di innumerevoli massacri dovuti ad intolleranze addirittura intra religiose, ossia tra Cattolici e altre sette definite da questi eretiche.
Si arriva quindi ad un passo controverso, che alla luce di quanto finora esposto dal ministro pare totalmente avulso e privo di collegamento logico.
I cristiani certamente dovranno essere sempre più consapevoli del valore essenziale della loro presenza in Medio Oriente, un valore ampiamente riconosciuto. I cristiani dovranno essere consapevoli anche di ricercare con i musulmani un'intesa su come contrastare quegli aspetti che, al pari dell'estremismo, minacciano la società. Mi riferisco all'ateismo, al materialismo e al relativismo. Cristiani, musulmani ed ebrei possono lavorare per raggiungere questo comune obiettivo.
Credo che occorra un nuovo umanesimo per contrastare questi fenomeni perversi, perché soltanto la centralità della persona umana è un antidoto che previene il fanatismo e l'intolleranza. Ecco perché la politica estera italiana vede nella promozione della libertà religiosa un punto fondamentale, trattandosi di un diritto fondamentale di ciascuna persona umana. Non è una questione collettiva, è una questione della persona. 
Ora che un Ministro degli Esteri di uno Stato auspichi il miglioramento di rapporti che intercorrono tra Nazioni terze è cosa logica, ma che si impicci dei conflitti inter religiosi lascia sbigottiti: ricordiamo che non c'è un conflitto tra uno stato cristiano "alleato" e uno islamico, ma tra cittadini di uno stesso Stato appartenenti a religioni diverse, o addirittura uguali, tanto che mi piacerebbe sapere se nell'inutile statistica citata da Frattini sono contemplati i massacri tra Sciiti e Sunniti nelle zone mediorientali dove stiamo esportando i valori cristiani (sic). Ma è entrando nel merito della frase che si scopre quanto essa sia vuota di contenuti, oltre che pretestuosa.

Arrivano gli atei: si salvi chi può!

Rissa tra monaci cristiani al Santo Sepolcro

Innanzitutto non è molto chiaro per chi è essenziale il valore dei cristiani in Medi Oriente (dove di specifico?) e, soprattutto, chi lo ritiene tale.
Poi giunge il colpo di grazia: Islam e Cristianesimo, due religioni in aperto contrasto dovrebbero allearsi per combattere ciò che, al pari del cancro dell'estremismo che la religione porta in seno, rovina la società di oggi, ovvero materialismo, relativismo e ateismo!
Siamo all'assurdo: capirei queste parole espresse dal Papa, dal Segretario di Stato Vaticano, non da un Ministro della Repubblica Italiana il quale, in veste istituzionale esterna un suo parere, peraltro decisamente offensivo. Intendiamoci, non solo per atei , materialisti e relativisti, ma anche per la ragione umana.
Ma come si fa a paragonare correnti di pensiero con qualcosa che ha rapporti con la mente umana solo in termini di degenerazione?
Paragonare ateismo, relativismo e materialismo all'estremismo religioso è senza mezzi termini un'idiozia, come del resto definire tali correnti di pensiero dei "fenomeni", tanto più, sommariamente, definiti "perversi".
L'idiozia è più profonda di quanto sembri: al di là della confusione terminologica, infatti, il fanatismo e l'intolleranza evocata da Frattini derivano da un posizionamento errato della figura umana, sottoposta alla legge presunta di un dio che avrebbe parlato agli uomini di secoli addietro, uomini che giustificano azioni ignobili, non tanto perché dubitano (relativismo) o negano (atei), ma proprio perché obnubilati dalla certezza di qualcosa in cui credono ciecamente, benché probabilmente frutto di travisamenti.
Arrivano gli atei: si salvi chi può!Che poi travisare concetti religiosi è assai semplice visto che nei testi sacri sono di volta in volta proibiti o imposti gli stessi atteggiamenti ( non uccidere/uccidi, perdono/vendetta, ecc).
Interessante poi il concetto di promozione della libertà religiosa proposta dall'Italia quando la politica interna fa quadrato per promulgare o difendere leggi di matrice cattolica che molti cittadini reputano illiberali chiedendo, come in casi recenti, il decadimento delle stesse in quanto non rispettose dei principi della Costituzione.
Certo, le proposte Italiane sono indirizzate a Stati esteri; in altre parole, Frattini consiglia a Stati terzi di assumere atteggiamenti che però in casa nostra, il Governo di cui egli fa parte, osteggia.
Frattini ritorna poi sulla saga del Crocifisso nelle aule e lo fa in modo talmente debole sul piano dialettico che francamente mi crea qualche pregiudizio sul fatto che il peso del nostro paese a livello internazionale sia deposto nelle sue mani:
Abbiamo anche ritenuto di agire come Governo italiano contro una sentenza che tutti voi conoscete bene attraverso cui la Corte di Strasburgo ha vietato l'esposizione del Crocifisso nei luoghi pubblici. Sono convinto — ma è la convinzione del Governo italiano — che il Crocifisso rappresenti il diritto a esprimere il proprio credo e che non vi sia nessuna contraddizione tra questo simbolo, che è un simbolo di pace e di riconciliazione, e lo Stato laico che tutela tutte le religioni. Uno Stato che tutela però anche la mia religione, quindi ho il diritto di professarla anche pubblicamente.
Il Crocifisso non rappresenta il diritto ad esprimere il proprio credo: molto più semplicemente è un simbolo del Cristianesimo che solo i cristiani possono caricare di sfumature come fosse una tela bianca.
Per il musulmano è il simbolo di una setta di infedeli che non hanno compreso l'importanza del Profeta; per gli Atei è un simbolo che se lecito nei luoghi di culto, risulta ingombrante nei luoghi pubblici specie laddove si dovrebbero insegnare discipline in toto o in parte osteggiate dalla Religione.
La tutela della religione è lecita fino a che lo Stato rispetta l'esigenza di luoghi di culto, non quando ne impone la presenza di una, sebbene "tradizionale", in luoghi che con la Religione non  hanno e non dovrebbero aver nulla a che fare.
Che poi, io sono convinto che in molti casi una richiesta educata avrebbe sortito esito positivo: la convivenza civile permette di superare barriere innalzate dagli oltranzismi. E' l'idea del "nemico" che fa degenerare il tutto.
Certo che Frattini dovrebbe spiegare, ad esempio, perché mai musulmani che pregano lungo i marciapiedi o nelle pubbliche piazze antistanti le basiliche trovano così tante resistenze anche dalla politica, in particolare della sua parte politica e degli alleati al seguito. Oppure spiegarsi, anziché meravigliarsi, come mai nessun'altra nazione fondante dell'Europa Unita abbia aderito alle richieste dell'Italia.
A questo punto l'articolo continua elencando meriti e intenzioni del Governo Italiano sulla tutela delle minoranze cristiane in Terra Santa, il tutto condito con una ipocrisia che però, va detto, è necessaria in ambienti diplomatici.
Riteniamo, per esempio, che l'auspicato e purtroppo tardivo regolamento della pace nel conflitto israelo-palestinese sarà certo un elemento, quando la pace avverrà, che migliorerà fortemente la condizione dei cristiani in Terra Santa contribuendo a preservare quel carattere multi-confessionale e multiculturale della città santa di Gerusalemme. Questo è un tema fondamentale che sta a cuore a noi cristiani, così come ai fedeli delle altre religioni.
Ciò che salta all'occhio è che si parla dei Cristiani come una sorta di Elite sempre fondamentale, per la quale il Governo si impegna ad intervenire in aiuto o, come minimo a fare da cassa da risonanza, anche laddove conflitti decennali hanno visto varie stragi, di cui quella dei cristiani rappresentano una percentuale sparuta. Beninteso, è più che lecito proteggere le minoranze, anche se francamente mi sfugge perché dovremmo scandalizzarci di una dozzina di morti per cause religiose e tacere di veri e propri genocidi, e qui porto l'esempio degli incidenti in Indonesia e la silenziosa strage che quel governo attua nei confronti delle popolazioni indigene della Papua Nuova Guinea.
Arrivano gli atei: si salvi chi può!
Mi chiedo se mai avremo uno Stato Laico in grado di recepire quelle poche parole della costituzione per le quali un uomo è tale e come tale deve essere trattato, senza dover far distinzioni
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

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