Il presupposto alla base della registrazione è la qualità dell’isolamento che si viene a creare tra l’auricolare e l’orecchio dell’utilizzatore. Date le diverse conformazioni dei padiglioni, può capitare che l’auricolare non rimanga in perfetta posizione, lasciando così passare il rumore esterno o proponendo un’esperienza d’ascolto – si pensi ai bassi – poco piacevole.
Per questo motivo, il brevetto spiega l’utilità di microfoni e sensori per valutare il livello di isolamento all’interno dell’orecchio, per poi aggiustare l’emissione delle onde sonore alzando o abbassando le frequenze che rischiano di essere maggiormente penalizzate. Il tutto, senza dover ricorrere a delle soluzioni di tipo in-ear che, per quanto garantiscano una riproduzione perfetta e isolata dai disturbi esterni, con l’uso prolungato possono risultare dannose per l’udito perché non permettono la fuoriuscita della pressione sonora dal canale uditivo.
Come ormai consuetudine, non è dato sapere se il brevetto verrà tradotto davvero in un prodotto reale, ma chissà che i nuovi auricolari non facciano la loro apparizione sul mercato in concomitanza con il lancio dei nuovi smartphone targati mela: iPhone 5S e iPhone low cost. Gli EarPod, infatti, sono stati presentati lo scorso anno proprio in concomitanza con i nuovi iDevice.