Livia non era drogata, non aveva assunto sostanze stupefacenti, aveva solo bevuto qualche drink, non così tanti da risultare incosciente. Questi i risultati della perizia tossicologica condotta sul cadavere di Livia Barbato, la giovane morta il 25 luglio scorso sulla tangenziale di Napoli dopo una scellerata manovra del suo compagno Aniello Mormile. Un’inversione a “U” che oltre a causare la morte della ragazza, uccise anche Aniello Miranda, un uomo di 48 anni di Torre del Greco che, quella mattina, stava andando a lavoro.
Gli inquirenti lavorano per ricostruire la dinamica di quell’assurdo incidente e soprattutto per collocare la posizione di Livia al momento dell’impatto mortale. Non è chiaro infatti se la giovane stesse dormendo, o se si fosse nascosta sul sediolino posteriore, come era stato detto in un primo momento. Le prossime indagini proveranno a chiarire anche questo importante particolare. L’unico dato certo è che la ragazza non aveva assunto alcun tipo di droghe, condizione non esclusa invece per il Dj, le cui analisi non sono ancora state depositate.
Non si esclude neppure che la ragazza fosse già morta al momento dello schianto. Si attendono i risultati che chiariranno lo stato di Mormile in attesa che il ragazzo possa cominciare a parlare e chiarire quanto accaduto quella tragica notte.