Consapevole di scadere nell’ovvio, nel banale, nel visto/letto/ascoltato troppe volte, voglio dare anch’io un ultimo saluto a Dave Brubeck, un pezzo di storia del piano jazz che oggi se n’è andato.
Guarda un po’, Dave. Proprio oggi pensavo a Jim Marshall, fabbricatore di amplificatori, e al giorno in cui è morto.
Per altri motivi, ovvio, che poco c’entrano con te.
Banalissimi pensieri miei.
Che forse ora sono anche tuoi: mi piace pensare che chi se ne va acquisti una sorta di onniveggenza/onniscienza.
Se le cose stanno così, beh… allora in questo momento starai inorridendo, caro Dave: ascoltarci suonare quel pezzo di Paul Desmond – sì, proprio Take Five: ma è successo tanti anni fa, sciocchezze di gioventù – non dev’essere una gran cosa.
… Tanto che t’importa, adesso?
Più che inorridire, forse sorriderai di fronte alla pochezza di noi musicisti della domenica.
E di noi uomini in generale.
Fa’ buon viaggio, caro Dave.