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Quando leggiamo notizie come quella letta questa mattina al risveglio, la morte, o meglio il suicidio dell'attore Robin Williams, rimaniamo per forza di cose senza parole, afoni, sgomenti.
Robin Williams ci ha fatto compagnia per tantissimi anni, al cinema, in televisione. Quando avevamo voglia di rivedere il suo volto così sorridente e al tempo stesso velato da un filo di malinconia, accendevamo la TV o inserivamo un DVD, con la consapevolezza che da qualche parte nel mondo Robin stava girando per noi un nuovo film che ci avrebbe fatto ridere e commuovere, insomma ci avrebbe aiutato a vivere.
Ora il suo futuro si è fermato, lui stesso l'ha fermato, per sempre. Certo, potremo rivederlo ancora, tutte le volte che vorremo, in TV o al cinema, ma sarà diverso perché ci mancherà l'attesa per la sua nuova interpretazione della realtà, sempre magica, sempre unica.
Molti si stanno chiedendo in queste ore il perché del gesto. Nessuno, tranne Robin, conosce la risposta. Si potrebbe parlare e scrivere per ore sul mondo dello spettacolo, sulla vanità che lo circonda, sulla falsità dei rapporti umani che lo costituiscono, sulla solitudine compagna di vita e via dicendo...
La verità è che ognuno di noi, prima o poi, deve fare i conti con lo scorrere del tempo e con il senso del proprio esistere. Si viene al mondo con due compiti: imparare ad amare e prepararsi a morire e questo fatto costituisce il filo rosso dell'esistenza di ciascuno di noi, sia che nella vita si svolga il mestiere di attore o quello di semplice impiegato od operaio.
Robin Williams, di fronte a questi due compiti, ha pensato di dare una risposta radicale e senza possibilità di ripensamento, togliendosi la vita. Purtroppo non possiamo dirgli più nulla. Ma se solo potesse sentirci ancora una volta, gli diremmo che in questo caso ha sbagliato copione, che non doveva recitare sino in fondo quella parte. Dopo tutti gli anni passati sullo schermo e tutti i film interpretati, questa volta caro Robin hai scelto una sceneggiatura sbagliata.
C'è sempre una ragione per cambiare strada e iniziare un nuovo cammino, a qualsiasi età, con qualsiasi tempo...Le scelte radicali, quelle che non contemplano una possibilità di ripensamento, non sono scelte di competenza di noi fragili umani, ma delle divinità. E tu caro Robin, eri uno come noi, un essere umano, perché hai voluto compiere un gesto divino? Solo Dio può decidere la nascita e la fine di una vita.
Questo ti avrei detto, caro Robin, se solo avessi potuto parlarti prima che tu compissi l'insano gesto. Ma sono sicuro che ti sei già pentito per quanto hai combinato poche ore fa e saprai farti perdonare dal buon Dio, del resto tra veri artisti ci si intende…
Addio Robin. Grazie alla tua arte ci hai fatto vivere momenti emozionanti che rimarranno nella nostra mente e nel nostro cuore finché vivremo. E ci impegneremo per farlo bene, nel migliore dei modi, cercando di imparare ad amare e preparandoci, con animo sereno -sperando di riuscirci- alla nostra fine.
E se vi riusciremo, sarà un po’ anche merito tuo.
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