Finalmente riesco ad impossessarmi del blog, e poter scrivere di ciò che più mi appassiona...il cibo, e non solo quello.
Nella mia modesta vita devo sinceramente ringraziare la mia bisnonna, e di seguito mia madre (quelle volte che si impegnava a cucinare), per avermi fatto amare il cibo. A detta loro, sono sempre stata una buona forchetta, non disdegnavo nulla, a parte le carote e zucchine lessate, o anche le barbabietole, che ho iniziato ad apprezzare in questi ultimi anni.
La mia bisnonna, da parte materna, era una tipa tosta; ma anche quella paterna non scherzava, purtroppo non l'ho mai conosciuta, come non ho potuto conoscere la sua cucina della bassa Lombardia.
La mia bisnonna materna (Emma), classe 1889, all'età di otto anni andava a lavorare come mondina, portava poi il fratellino più piccolo nel cesto e andava al fiumiciattolo a lavare i panni; è stata sposata per procura (venduta), ha vissuto due guerre, e sotto il dominio nazi-fascista, visto che faceva la cuoca per un gerarca, rubava il "rubabile" per dar da mangiare a tutto il vicinato, che non se la passava tanto bene.
Ricordo ancora il profumo dei suoi risotti, soprattutto quello allo zafferano, tipico di Milano, di come conoscesse, senza fare scuole e corsi, ortaggi, frutta e carni. Di come sapesse sapientemente lavorarli, e di come non fidarsi delle primizie; perché diceva che i primi erano troppo giovani e non avevano sapore. Non si sbagliava mai!
Al di là che cucinasse anche la carne, quello che più mi è rimasto impresso, nel corso degli anni, era la sua sicurezza e dimestichezza, in cucine che professionali non erano.
Era proprietaria di una trattoria e di una collinetta, nel pavese, che produceva vino e che, ahi me, perse per brutte vicende famigliari.
Probabilmente vi chiederete, cosa potrà mai interessare a voi della mia bisnonna, materna o paterna che sia; e questo è il punto! Io credo che non ci si debba mai allontanare dai racconti orali, che siano di vita o di cucina, poiché è in questi racconti, che ritroviamo noi stessi e riusciamo a capire cosa e chi effettivamente si cela dietro ad un piatto o ad un prodotto (di qualità), che possiamo trovare sulle nostre tavole.
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