Magazine Cinema
E' la versione trasposta in film di una commedia nera teatrale omonima, autore Joseph Kesselring, che ebbe grandissimo successo a Broadway. Non facile quindi cimentarsi nel confronto, ma qua parliamo di Frank Capra e il risultato, inevitabilmente, è eccezionale. Olimpo, lo dico subito, poi ho un debole per il Cinema che fa Teatro, lo dico spesso.
Mortimer Brewster (Cary Grant, brillantissimo!) è un giornalista/scrittore di successo, noto per aver scritto un libro che è un inno alla scapolaggine. Nonostante ciò, si sposa con tutte le attenzioni all'essere in incognito, con la splendida e giovane Elaine (Priscilla Lane, veramente un gioiellino). Tornato a casa dalle due zie Martha (Jean Adair) e Abby (Josephine Hull) con cui è cresciuto scopre che queste. donne pie e premurosissime con qualsivoglia ospite passi per la loro casa, attuano una "curiosa" forma di eutanasia. Hanno un annuncio per affittare una delle loro camere, sempre esposto ma nessuno mai ha risieduto con loro. Quelli che si presentano sono sempre uomini soli, coi loro problemi, e le due beghine pensano bene ogni volta di "omaggiare" il candidato di una dolce morte con del vino avvelenato (oddio, proprio dolce morire col cianuro non è...). Provvederanno poi anche ad una degna sepoltura in cantina, con tanto di cerimonia funebre rispettosissima. Complice involontario un fratello di Mortimer, Teddy, pazzoide bizzarro ma non pericoloso, che crede di essere Roosevelt e chiama gli scavi nella cantina "il Canale di Panama", mentre invece servono da tumulo alle sue zie. Nessuno mai s'è accorto di nulla, nessuno s'è mai sognato di andare da loro a reclamare quelle sparizioni, di uomini che effettivamente nessuno forse cercava. Non se n'è mai accorto Mortimer, Teddy è uno stonato, i poliziotti sempre lì nemmeno... A completare il quadretto di Famiglia Incasinata il ritorno a casa di un altro fratello di Mortimer, Jonathan, un pluriomida si scoprirà, che ha al suo seguito l'amico e chirurgo plastico Einstein che ha manipolato Jonathan in modo da farlo somigliare a Frankenstein (fu proprio il noto film a dargli l'idea). I due sinistri personaggi hanno anche loro, come le zie, un cadavere di cui liberarsi. Ecc...
Commedia nera, talmente tale che inevitabilmente un pensierino alla Famiglia Addams sfugge di mano, in particolare nelle numerose inquadrature del cimitero con per sfondo il Ponte di Brooklin, solo "luogo romantico" dove s'incontravano all'aperto Mortimer e Elaine. Turbinio di eventi a velocità altissima così come alta è l'imprevedibilità di quanto può avvenire. Attori tutti eccezionali di chiara scuola teatrale, interpretano tutti personaggi per i quali la normalità si chiama, nel migliore dei casi, Bizzarria. Questo è uno di quei casi dove t'inchini di fronte a tutto, e soprattutto alla geniale sceneggiatura che riesce a far ridere con un gusto macabro senza alcun abuso, né uso, di volgarità e senza utilizzare giochi di parole, tanto che il doppiaggio non perde una sola goccia della carica umoristica irresistibile del film.
Ci sono certo numerose battute, episodiche e a tormentone. Su queste ultime il bravo Teddy, che suona la carica con la tromba ogni volta che deve salire le scale, la fa da padrone. E' però l'insieme della vicenda che fa tenere la bocca aperta in costante stupore. Il sentimento dello spettatore che assiste al tutto è riassumibile in una parola: Sconcerto. Inutile dirlo: le due zie beghine e killer seriali sono molto più matte di Teddy, solo che lo sono di una pazzia involontariamente, sinceramente mascherata da buonismo perbenista che le rende insospettabili, al punto che nemmeno una loro candida confessione alla polizia, fatta come se si parlasse della colazione consumata alla mattina, le rende imputabili. Loro stesse non immaginano di compiere reati gravissimi, si sentono delle benefattrici!
Forse è eccessivo pensarlo, ma come nel recentemente visto "La vita è meravigliosa" a mio parere qualche "messaggio sociale" (notare le virgolette) non manca anche qua. Comincio a credere sia una costante di Frank Capra, geniale regista con un occhio attento anche a quanto avviene oltre il set. Concordo appieno con wiki: "... Lo spunto satirico della trama, che gioca sui rituali sociali e allude con ferocia al problema della solitudine degli anziani, è sviluppato da Capra con molto humour, ma anche con leggerezza e con un pizzico di malizia.". Tremate voi che avete beghine pie e devote come vicine! Potrebbero nascondere nelle loro flaccide carcasse personaggi di spietata, perché inconsapevole, pericolosità. C'è un detto di un famoso saggio indiano, tale Nagasena, scritto nel libro "I dialoghi del Re Milinda", antico testo indiano del quale possiedo una rara copia in italiano, che spiega come sia più pericoloso impugnare una palla rovente per uno che non sa di bruciarsi che non per uno che lo sa. Più o meno eh, non lo ricordo testuale. E' tra le cose che meglio ricordo di questo libro e mi ha mutato forma mentis. L'omicida colposo/inconsapevole è più pericoloso, potenzialmente, dell'omicida "professionista", questo se ne deduce, ma lascio ad ognuno una riflessione, approfondita quanto vuole, del concetto. Lo sconcerto di Mortimer, tornando al film, è lo stesso dello spettatore, che ride della situazione, ride delle due tremende zie, non sa quasi da che parte stare e questo è davvero assurdo. Cosa ha portato poi le due zitelle a diventare così? Quale curiosa distorsione della dottrina cristiana le ha spinte a tanto? Va detto che nella Bibbia, testo molto più seguito dai protestanti che dai cattolici, almeno l'Antico Testamento, contiene ogni genere di omicidio e strage, dalle più efferate e inutili (l'iradiddio non si discute) a quelle con un movente più terreno, per cui insomma, travisare non è nemmeno così strano. Risposte precise non ne arrivano, diciamo che, al limite, la società nel suo complesso una minima attenzione a chi vive in modo isolato la deve dare, per il bene comune, magari senza essere troppo invasiva della privacy.
Non ho aggettivi per questa meraviglia, chiudo semplicemente con un "IMPERDIBILE!".
p.s.:
Se riuscite a trovare quel libro lo consiglio tam quam il film. Quasi interamente in forma dialogica ad eccezione di apologetiche pagine iniziali di presentazione dei "contendenti", è la semplice e istruttiva dialettica con cui si confrontano appunto il citato Nagasena e il re greco Menandro (Milinda in sanscrito), personaggi realmente esistiti anche se qua un po' mitizzati. Parte dell'India nell'antichità fu realmente sotto il dominio dei greci. E' considerato uno dei testi più importanti, per quanto sia breve, dove si confrontano, e nelle loro origini, la filosofia orientale e quella occidentale. Tra l'altro è anche una lettura piacevolissima, si legge come un romanzo.
Robydick
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