Magazine Cultura
Mi è rimasta molto impressa la scena di un film, che non mi è piaciuto, ma che mi ha fatta riflettere. la scena è la seguente: un soldato nazista, col lanciafiamme, distrugge una serie di quadri di arte "degenerata"...Una scena del genere provoca ovviamente sdegno, riprovazione, orrore e chi più ne ha più ne metta. Soprattutto se i quadri bruciati portano fiirme come:Picasso, Chagall ecc... .Sarebbe troppo facile però bollare questi episodi, che non sono scene di finzione ma sono accaduti realmente, come atti folli di un periodo folle.Sappiamo che dietro a gesti come questo vi sono teorie serie e radicate, che non possono essere liquidate con un semplice moto di sdegno, peraltro fin troppo facile oggi.Mi dico: se i nazisti avessero visto quello che gira ora cosa avrebbero fatto? quando vedo l'intervista alla signora delle pulizie di Bari che ha scambiato un' "opera d'arte" per spazzatura e l'ha buttata via, gongolo nel mio intimo. Quella è davvero spazzatura e non merita altro che il cassonetto (sempre secondo me)...Non nego che quando sono stata ad Art Basel, di fronte a certe cose e alle cifre che ci giravano intorno, se avessi avuto un lanciafiamme forse mi sarei improvvisata anch'io nazista e avrei fatto un gesto folle...effettivamente il concetto di arte degenerata si applicherebbe bene, a mio avviso, a quello che ci vediamo intorno oggi.Poi però penso a Paul Klee (uno per tutti), che è il pittore che più mi tocca nel panorama del Novecento. Penso alle cose che ha scritto, alla dedizione e l'amore che ha messo nella sua opera. Non riesco a trovare niente di degenerato nel suo animo. Leggete i diari, ne emerge una natura forte e sensibile allo stesso tempo, un uomo che ha dedicato tutta la vita ad una passione, la pittura, e ha prodotto a mio avviso, opere che esprimono sensibilità, equilibrio, ironia.Bollare la sua opera come "degenerata" proprio non mi riesce. Eppure è stato fatto, e non da persone digiune di conoscenze artistiche.Il problema sta tutto nel momento in cui ci si pone di fronte all'opera secondo me.Con che occhi la guardiamo?Con la vista del cervello o con la vista del cuore?Perchè se usiamo il cervello per guardare un'opera, non possiamo non applicare tutte le teorie che conosciamo, ragioniamo l'opera e decidiamo se è buona o cattiva in base a un'idea.Ma se la guardiamo col cuore, allora la sentiamo, e solo in quel momento possiamo capire se un'opera ci parla oppure no, se esprime bellezza oppure no.Un'anima bella non può non produrre bellezza, indipendentemente dal mezzo, dalla forma e dagli strumenti che usa.Indipendentemente dalla razza a cui appartiene, indipendentemente dal credo religioso che abbraccia.Per tornare alla signora di Bari, trovandosi di fronte a uno scatolone vuoto e a delle bottiglie di birra buttate a terra, ha giustamente sentito che quella era spazzatura, perchè lo era, e l'ha buttata.Quella è arte degenerata, ma non c'è bisogno di scomodare J.A.C. de Gobineau....Preferisco allora parlare in termini di arte oggettiva e soggettiva.Se entriamo in questo ambito accetto il giudizio di Osho:"Osserva i dipinti di Picasso. È un grande pittore, ma è solo un artista soggettivo. Se guardi i suoi quadri, inizi a sentirti male, ti girerà la testa, comincerai a dare i numeri. Non puoi guardare i quadri di Picasso per troppo tempo. Ti viene voglia di scappare, perché il quadro non è nato da un essere silenzioso. Nasce dal caos. È il sottoprodotto di un incubo. Ma il novantanove percento di tutta l'arte appartiene a questa categoria"Non credo che Osho però avrebbe mai preso un lanciafiamme per distruggere un quadro di Picasso. Semplicemente ne sarebbe stato lontano, perchè una pittura del genere, riflettendo l'animo caotico e materialista dell'artista, gli avrebbe procurato sensazioni di inquietudine e agitazione.Picasso era un uomo terrestre, che ha dedicato tutta la vita alla pittura e ha vissuto intensamente, ha vissuto la materia e l'ha rappresentata, col suo caos, con la sua forza, con la sua brutalità.Poi penso a Morandi...alle sue bottiglie, alle nature morte, a quei quadri che invece esprimono silenzio, stasi, assenza.Non posso non sentire un animo riflessivo dietro a queste opere, una persona solitaria, che percepiva l'inconsistenza della realtà e la rappresentava.Arte soggettiva certo, ma più vicina a un concetto di meditazione rispetto ai quadri di Picasso.Alle volte anche una persona che non si è mai posta problemi di natura spirituale può accedere a dimensioni altre, in modo inconsapevole e quindi molto più vero che se le avesse cercate di proposito.Certe cose però si sentono, non si capiscono. E per sentirle bisogna sgombrare la mente da tutte le idee che la affollano, da tutte le teorie, e ascoltare se stessi, se dentro abbiamo qualcosa, allora quel qualcosa vibrerà e riconoscerà dove c'è del vero, del bello, del vivo.
OPERA D'ARTE NELLA SPAZZATURA:
per chi volesse approfondire il concetto di "arte degenerata":
http://www.frammentiarte.it/dall'Impressionismo/movimenti/arte%20degenerata.htm
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