“Arte è fare”
Comincia più o meno così la lezione di oggi a teatro. Un inevitabile invito ad agire sul palcoscenico e nella vita. La mia giornata sembrava ormai segnata dalla sveglia delle 7.00 del mattino, e da un terribile abbiocco pomeridiano di cui neanche il caffè ne ha saputo reggere il peso. Ma alle 16.30 via con la lezione: il lavoro dell’attore su se stesso.
Quella presa di coscienza della nostra incoscienza e consapevolezza del nostro agire: “associazione e dissociazione”, era questo l’obiettivo di oggi. Associare, dissociare!
Prima sui gesti, poi sulle azioni (con motivazione e senza motivazione) e infine sulle parole.
Queste sono alcune delle azioni (senza motivazione) suggerite da Stanislavskij:
- Bere un caffè
- Cercare il portafoglio
- Cercare qualcosa nella stanza
- Pulire la stanza
- Vestirsi
- Controllare delle carte
- Fare il letto
- Preparare la valigia
Azioni (senza motivazione) suggerite da me:
- Strofinare la penna che non scrive
- Indossare le pantofole
- Mettere la fodera al cuscino
- Misurare la propria altezza
- Cercare le chiavi nella borsa
- Parlare al telefono
- Fare jogging
- Sbattere le uova
Adesso dissociazione delle parole:
baffi, muro, isola, calesse, bidone, stoffa, giornale, piastra, ginocchio, briciola, passaporto, binocolo….
E adesso qualche associazione analoga al contesto:
stanca, sonno, pigiama, televisione, letto, coperte, buonanotte!