Contrasti: s’intitola così la mostra inaugurata ieri sera a Torino, presso la Galleria Benappi.
Si tratta del tentativo, però, di andare oltre lo scontro tra l’arte figurativa e quella concettuale, lasciandone intravedere i punti di contatto, i ponti di comunicazione, le possibilità di connessione. Non è un caso, infatti, che già il sottotitolo (Dialoghi dal figurativo al concettuale) riveli la vis polemica di quel Contrasti.
È proprio questo, infatti, che la mostra curata da Umberto Benappi e Armando Audoli si prefigge di indagare: la possibilità di stabilire un incontro tra chi afferma la superiorità dell’arte figurativa e, chi, invece, sostiene che questa sia superata dall’arte concettuale, maggiormente in grado di andare oltre la semplice rappresentazione del reale.
Ventitre artisti contemporanei esporranno le loro opere, tutte incentrate sul tema della vanitas o della natura morta, attraverso quadri, fotografie, sculture, disegni e installazioni.
Una collettiva che mette insieme, dunque, alcune delle firme più importanti dell’arte contemporanea, da Luisa Albert ad Andrea Barin, da Jan Fabre a Plinio Martelli, fino a Joel Peter Witkin, che esporrà il suo The Aleph (foto a destra), Titti Garelli con Vanitas (prima foto in basso) e Ugo Nespolo con Gino il bugiardo (seconda foto in basso).
Un’intera sezione speciale è dedicata al pittore torinese Ottavio Mazzonis (1921-2010) e alle sue raffinatissime “nature silenti”, che rappresentano, come l’intera opera di Mazzonis, l’apice di una riflessione, talvolta dura, sul rapporto/contrasto tra passatismo e modernismo.
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