Grazie al forum ci sono arrivati via mail diversi commenti sul tema “Francia Vs. Italia” per quanto riguarda l’arte e non solo. Storie, esperienze di vita, impressioni tutte molto interessanti, che ci sembra un peccato non condividere con tutti voi.
Scrive Amedeo da Torino: “Completamente d’accordo, gli esempi sono mille. Però dato che generalizzare è un brutto vizio, riporto ciò che un francese spiritoso mi ha detto a proposito dei vini: ‘i francesi hanno dei vini di media qualità e li vendono come fossero straordinari; gli italiani hanno dei vini straordianri e li vendono come fossero qualunque’. Non male per un francese…”. Ecco l’esempio perfetto di cosa vuol dire saperci fare col marketing. Possibile che in Italia ancora non lo abbiamo capito?
Maurizio racconta invece la sua esperienza di turista-viaggiatore in Francia, che condividiamo in pieno: “Educazione stradale: è regola mettere la freccia durante i sorpassi e al rientro e alle rotatorie (qui da me, in Brianza è un optional); limiti di velocità abbastanza mantenuti e nessuno sfanalamento!!! Inoltre, parcheggi non a pagamento poco lontano dai centri cittadini o da i luoghi di interesse turistico. Senso civico: bagni pubblici quasi ovunque, di norma puliti e senza scritte da parte di writers idioti (ciò documentato da foto), infinità di cestini per l’immondizia, nessuna scritta sui muri, nessuno che sbraita per strada o sulle spiagge o altrove. Sacchettini per la raccolta delle feci dei cani”.
E poi ancora un’altra lista che evidenzia indirettamente gli italici difetti. Della serie, la verità fa male. ”Persone: pochi suv, poca gente attaccata al cellulare, pochi ragazzi/e con tatuaggi, pizzetto e capelli dalle forme più varie e capelli, spesso una maglietta e dei pantaloni e via! Per le strade: insegne pubblicitarie solo nei pressi dei centri commerciali, dislocati adeguatamente rispetto al centro città. Abusivismo edilizio praticamente inesistente. I paesini fanno a gara per avere quanto riguarda la cura di strade, piazze e giardini, case private. Sicuramente poi i francesi e la Francia avranno i loro difetti, ma quando vado lì in vacanza mi sento assolutamente a mio agio, il dramma è quando torno nel mio Paese!!”. Come non essere d’accordo? Perché l’inciviltà italica è così diffusa? Abbiamo tante qualità (creatività, capacità di improvvisazione, spirito di iniziativa, simpatia, senso estetico ecc.) possibile che non riusciamo ad arginare la cafonaggine dilagante? Basta spegnere la tv o c’è di più?
Ermanno da Londra: “La superiorità – non presunta – francese proviene dal fatto che i nostri cugini sono Nazione da centinaia d’anni e ritengono gli italiani come dei parvenus senza arte né parte. Ma se si vuole veramente assaporare la distinzione ‘classi diverse’ fate un salto in Gran Bretagna, dove gli italiani sono ‘tollerati ma i francesi decisamente malvisti e, a loro volta, presi per i fondelli a qualsiasi occasione“.
“Il mio secondo punto – aggiunge – spezza però una lancia per i francesi: cibi e vini. Loro hanno una cucina nazionale vecchia di secoli, l’Italia vanta 20 cucine regionali – per quanto buone, sempre isolate. Quel che si vede sulle tavole internazionali, etichettate ‘cibo italiano’, altro non sono che una triste parodia dei veri piatti regionali d’Italia. E purtroppo il giudizio che se ne trae viene da questo. Quanto al vino, quantità non vuol dire qualità. Certo, in Italia abbiamo fatto passi da giganti ma siamo ancora ben indietro alla Francia”.
Luca invece è molto pragmatico: “Ciascuno in tutto il mondo tira l’acqua al suo mulino. Vi scandalizzereste se sul Corriere uscisse un articolo di questo tipo: ‘Lo spumante Berlucchi, più buono del Dom Perignon: sorpresa! Di fronte alla venerabile vendemmia Dom Perignon, quest’anno un po’ deludente, la sua giovane sorella italiana appare come un porto di freschezza’. Certe generalizzazioni sui “francesi invidiosi” lasciano un po’ il tempo che trovano, onestamente…”.
Non è per essere cerchiobottisti o ecumenici, ma il suo commento è condivisibile. Sta di fatto che, anche se non è mai giusto generalizzare, noi a differenza dei francesi abbiamo molta meno puzza sotto il naso e una dose di autolesionismo a loro sconosciuta.
Mandateci altri impressioni, commenti, esperienze di vita su come l’Italia e gli italiani sono visti all’estero, sul motivo del nostro presunto “complesso di inferiorità”, sui nostri pregi e i nostri difetti. Ci gli altri ci denigrano perché sono invidiosi (vedi Le Monde sulla Biennale di Lione) o c’è di più?
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