Giornate di incontri tra le parti sociali per modificare il mercato del lavoro.
Giornate convulse per la politica e le parti sociali ala ricerca di un accordo sull’articolo 18 e più in generale sulla riforma del mercato del lavoro.
Il nodo vero resta quello sull’articolo 18, la Camusso non vuole cedere e lo spettro di un accordo che non coinvolga anche la Cgil sembra essere una cosa che tutti vogliono evitare.
La Cisl e la Uil sottolineano quanto sia importante in un momento di crisi come questo fare fronte comune e quanto sia irresponsabile puntare i piedi e dire no.
Per evitare che la Cgil abbandoni il tavolo delle trattative, la Fornero ha intenzione sull’articolo 18 di procedere per tappe, in un primo momento l’articolo 18 resterebbe solo per i licenziamenti discriminatori, per quelli economici, invece, ci sarebbe solo un controllo da parte del giudice che non si tratti di un licenziamento discriminatorio.
La Fornero ha anche garantito l’impegno del Governo a combatere precarietà e disoccupazione.
Per trarre le prime conclusioni sulla riforma del mercato del lavoro bisognerà aspettare ancora qualche giorno, allo stato attuale sembra improbabile un accordo che coinvolga le tre principali confederazioni sindacali, l’articolo 18 è ormai l’ultimo baluardo di un modo di intendere il lavoro che con gli anni è stato scardinato, ha ormai prima di tutto un valore simbolico, è l’espressione di un sindacato che tiene al bene dei lavoratori, ma la storia insegna che i sindacati, compresi la Cgil negli anni hanno commesso moltissimi errori compreso quello di non aver fatto le barricate quando il centro sinistra tanti anni fa introdusse la scellerata tipologia di lavoro interinale.