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Artigli

Da Straker
Artigli
Che cosa spinge i disinformatori ad agire? Che cosa li pungola nella loro condotta criminale? Tralasciamo pure le loro innumerevoli tare: è l’invidia che li consuma, li corrode, li disgrega, come fosse un acido. Anche se godono di numerosi privilegi (denaro, un certo status, aderenze, immunità nei processi), sono dei falliti e sanno di esserlo. Sono dei falliti, perché manca loro quanto rende degna la vita di essere vissuta: l’amore per la verità e la bellezza.
Questi petulanti “ridimensionatori” di professione sono attanagliati da segrete paure che ottundono la loro piccola, angusta mente. Il tempo della loro miserabile esistenza non è infinito, sebbene essi, gaddiani “manichini ossibuchivori”, non siano quasi mai sfiorati dal pensiero della morte, l’abisso gelido dove sono destinati a precipitare. Sigillati nel qui ed ora, in una claustrofobica realtà quadridimensionale, l’unica esistente per loro, mentre beffano, sono beffati dalla sorte finale. Sono i topi che scorrazzano e rosicano nella cantina, ignari degli artigli appostati dietro l’angolo buio.
La loro collera è livida e sorda: è quella di chi in fondo sa di essere condannato dalla sua natura snaturata.
Più infelici e corrotti che scellerati, i negazionisti invidiano chi è capace di creare, di pensare, di oltrepassare gli orizzonti, proiettandosi oltre i confini.
In effetti essi non pensano o, al limite, il loro è un pensiero di riporto, preso in prestito ad usura da qualcun altro. La loro licenza e sfrenatezza sono schiavitù mentale, conformismo, omologazione. Non saranno cancellati dalla storia poiché malvagi (anche il male ha una sua grandezza), ma in quanto inutili, insignificanti.
In modo analogo si gettano nel cassonetto dell’immondizia orsacchiotti di peluche, spelacchiati e guerci.

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