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Artisti e galleristi per DON GALLO: Palazzo della Regione, piazza De Ferrari, Spazio Incontri – GENOVA

Creato il 07 maggio 2012 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo
Alberto Savi

Alberto Savi – Le Tentazioni di S. Antonio – 1994 – dittico translazionalista di 2 tele di cm 105 x 181, pastelloni ad olio su olio

In occasione della mostra ARTISTI E GALLERISTI PER DON GALLO, nel palazzo della Regione in piazza De Ferrari a Genova, nello spazio “Incontri”, saranno esposte al pubblico opere donate da artisti e galleristi, che potranno essere visionate e acquistate nei giorni 14 e 15 maggio, dalle ore 11 alle ore 18. Il 15 maggio dopo le ore 18 avrà luogo un’asta benefica delle opere invendute, battuta da Caterina Gualco, galleria Unimedia Modern Art. “Don Gallo vuole un mondo diverso già qui sulla Terra, dove gli ultimi possano avere il loro pezzetto di paradiso e conquistare un certo livello di benessere e di consapevolezza…” scrive Laura Guglielmi (leggi il suo testo qui di seguito).  Artisti presenti: aurelio amendola, vasco ascolini, mirko baricchi, matteo basilè, connie bellantonio,  davide benati, pierabruna bertani, paolo bini, eugenio carmi, bruno cattani, elena cavallo, philip corner, claudio costa, arturo delledonne, walter di giusto, mario dondero, mario dotti, limbania fieschi, antonio flaminio, mauro ghiglione, serena giordano, alf gaudenzi, angelo gualco, hans hermann, emilio isgrò, carla jacono, joykix, ugo la pietra, emanuele luzzati, sergio macchione, emanuele magri, umberto mariani, vito mazzocchi, giuliano menegon, carlo merello, plinio mesciulam, sergio palladini, mauro panichella, ben patterson, lucio pozzi, silvestro reimondo, stefano ricci, carlo rognoni, paolo sacchi, alberto savi, setsuko, tino stefanoni, lucia sterlocchi, patrizia traverso, giulia vasta, ben vautier, cesare viel, vitaliano, luca vitone, corrado zeni.  Gallerie presenti con loro artisti: aboutness cont. art, cerruti arte, guidi&schoen, il vicolo, unimedia modern art, vision quest. >>

LUNEDI  14 maggio, alle ore 18, Don Andrea Gallo, Marco Doria e Moni Ovadia presenteranno al pubblico e alla stampa questa iniziativa per la raccolta di fondi a favore della comunità di S. Benedetto al Porto di Don Gallo.

Un ringraziamento particolare alla signora Elisa Savi Ovadia per aver donato un’opera di suo padre, l’artista Alberto Savi, e a tutti gli artisti e galleristi che hanno contribuito con le loro offerte alla realizzazione di questo progetto.

Le opere saranno vendute a un prezzo base fissato dagli artisti e galleristi presenti.

Emilio Isgrò, Creazione, 1995, Tecnica mista su carta, 29x21

Emilio Isgrò, Creazione, 1995, Tecnica mista su carta, 29×21

 

DON GALLO: UN PRETE CHE METTE DI BUON UMORE SOLO A VEDERLO

Di Laura Guglielmi

Don Gallo l’ho conosciuto negli anni Novanta. Ero andata a intervistarlo nella sede della Comunità di San Benedetto al Porto, vicino alla Stazione Principe di Genova. Mi ricordo ancora l’anticamera di tre ore, avevo davanti sei o sette persone, tra cui il padre di un ragazzo tossicodipendente che arrivava da Modena, una signora anziana e sola, una ex ospite della comunità che aveva voglia di rivederlo.

Ora è una star. Lo chiamano spesso in televisione, i giornali lo intervistano, ma i suoi fan li ha soprattutto sul web, quasi 70mila solo su facebook. Sono usciti decine di libri su di lui, o da lui scritti, che ho perso il conto: da “Angelicamente anarchico” a “Io cammino con gli ultimi”, da “Un prete da marciapiede” al “Vangelo di un utopista”. Alcuni per piccole case editrici, altri per grandi aziende come “Mondadori”, il cui proprietario non è certo nelle corde del Gallo. Infatti ha giurato che non pubblicherà mai più per la storica casa editrice.

Il Don non ha mai un euro con sé, la sua pensione, i diritti d’autore dei suoi libri vanno nella cassa comune, tutti per la sua comunità. Un mondo che a vederlo da vicino sembra vivere in perfetto equilibrio. In questo momento la Comunità ospita, nelle sue varie sedi, ben cento persone. Andrea non è autoritario, quello che sorprende nel rapporto che instaura con i suoi “ultimi”, gli emarginati, le trans e soprattutto i tossici, come li chiama, è che cerca di tirar fuori in loro le energie necessarie perché diventino consapevoli e autosufficienti. E non succede, come in altre esperienze del genere, che tutta l’attenzione si concentri sull’autorità e il carisma del leader. Per dirla con parole diverse, in altre comunità ben conosciute in Italia, la dipendenza nei confronti del capo sostituisce quella per l’eroina. Una volta che viene a mancare, ecco che la tossicodipendenza ritorna.

Don Gallo vuole un mondo diverso già qui sulla Terra, dove gli ultimi possano avere il loro pezzetto di paradiso e conquistare un certo livello di benessere e di consapevolezza. Un po’ teologo della liberazione, un po’ anarchico, quando lo vedi – con quella sua faccia simpatica e quello sguardo ironico, sigaro in bocca e cappello calcato sulla testa – già ti senti meglio. Ti mette di buon umore.

Su facebook ci sono migliaia di commenti di atei che credono in lui, nella sua buona novella, nel modo che ha di dire no ai potenti della Terra. Spesso tira stoccate a vescovi e a cardinali, a politici e tiranni.

Lo fa dappertutto, sui palchi, quando gruppi o cantanti famosi cantano per raccogliere fondi per la comunità, in televisione, o nei tanti incontri ai quali è invitato nella sua Genova o in Italia. Dice sempre che ha fatto ben poca carriera nella sua amata Chiesa, infatti non è neanche parroco, è ospite di Don Federico a San Benedetto al Porto. E fa la sua messa una sola volta a settimana, la domenica. Però – gliel’ho detto più volte – è il prete più famoso d’Italia, da Pietro Pelù a Moni Ovadia, da Manu Chao a Fabrizio de André, sono tantissime le persone del mondo dello spettacolo e della cultura che si sono spese per lui.

Non ha peli sulla lingua, dice sempre quel che pensa, anche quando battezza, sposa o fa i funerali. Mette allo scoperto anche i meccanismi della liturgia in una sorta di straniamento brechtiano. Emblematica questa battuta che ha fatto al battesimo di Sarah, la bimba di Domenico e Milena, due pilastri della comunità: “Ora qui c’è scritto che l’acqua va benedetta, ma che bisogno c’è di benedire ‘st’acqua, l’acqua è già una benedizione di Dio”.

Detto questo, la comunità per mantenersi e accogliere sempre più persone ha bisogno di fondi. La crisi si fa sentire e stanno aumentando i disperati, che bussano al portone della Comunità di San Benedetto. Don Gallo non chiede mai niente a nessuno, non è nel suo stile. Crede fermamente nella Provvidenza. Forse, con tutta l’attenzione che ha intorno, se lo facesse, sarebbe meglio. Ma non è cosa da lui.

Ben vengano iniziative come questa, un’asta di opere di artisti, per devolvere i soldi alla comunità. Secondo il paradigma di Don Gallo, in questo caso Franca Speranza, l’organizzatrice, sarebbe un’emanazione della Provvidenza. Per noi, invece, è semplicemente un’iniziativa importante, da sostenere.

Sono tornata in comunità pochi giorni fa, erano quasi quindici anni che non entravo nell’ufficio del Don. Tutto è come prima, gente che fa la coda fuori, per scambiare qualche parola con lui. Ora c’è anche il computer, con centinaia di mail a cui rispondere, tutti i santi giorni. Lui è sempre lì, pacato sorridente – un po’ stanco questo sì – pronto ad accogliere tutti.

E, come dicevo, mette di buon umore solo a vederlo. Anche e soprattutto noi non credenti. E questo lui lo sa.

Laura Guglielmi

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Ufficio stampa: Cristina Pariset  tel.024812584, cell.3485109589, e-mail: [email protected]

coordinamento progetto: Franca Speranza Cosulich, cell.3358010521

responsabile progetto e comunità S. Benedetto al Porto: Lili Zaccarelli cell. 3382896459

Testo sulla comunità: Laura Guglielmi, email [email protected]

 


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