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Arts & Foods, una carrellata sul cibo alla Triennale

Creato il 05 maggio 2015 da Dfalcicchio

Tom Friedman, pictured by Eleonora Dafne Arnese

Opera di Tom Friedman. Foto di Eleonora Dafne Arnese

Milano

Alla Triennale, ha preso vita la prima mostra dell’era Expo 2015, Arts & Foods,  curata da Germano Celant, il più internazionale tra i critici d’arte del nostro Paese.

La mostra è una lunga carrellata su arte e cibo, da Renoir ai giorni nostri, passando per De Chirico, Savinio, Depero, Warhol, solo per citarne alcuni. C’è tanta roba in questa esibizione: angoli di soggiorni, dove venivano consumati i pasti, c’è anche dove cenava D’Annunzio al Vittoriale, poi oggetti della vita quotidiana, sempre legati alla cucina e al cibo, dipinti, disegni, testimonianze.

Appena si entra, l’effetto bric à brac ha il sopravvento. Sembra un’accozzaglia di oggetti e vestigia, di ricordi e cose anche inutili. Poi la mostra ha un guizzo e diventa più chiaro l’intento del curatore: far vedere l’evoluzione della cucina, dell’utilizzo del cibo, tra tante testimonianze che l’arte antica e moderna ha dato e voluto dare.: dalla natura morta al ritratto.

E allora anche l’hamburger gigante, l’hot dog dentro il sacco a pelo, le macchine del caffè del tempo andato, il carrettino di Mc Donald’s hanno un senso. Diventano testimoni di un’epoca, della propria epoca, con tanti ricordi e sollecitazioni.

Vedere il vecchio caravan nel quale si viveva, ci si spostava, si andava a vivere la musica è un ricordo indelebile, per chi ha oggi dai cinquanta anni in su.

Una mostra a rilascio prolungato, potremmo dire, che cattura dopo un po’ che la si vive. Nulla di eccezionale, ma degna di esser  visitata.

Mauro Pecchenino


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