Ancora no, per quanto se ne sa: l’industriale siderurgico non ha ancora una posizione determinata sulla giunta Galimberti. Trapela che la pista ciclabile per Cavatigozzi, per quel che riguarda il secondo tratto, dalla zona Liquigas a via Acquaviva, sarebbe stata offerta da Arvedi, per un ennesimo dono a Cremona. Dono non fatto. Cambiata la giunta, il patto fra gentiluomini non avrebbe più ragion d’essere. Ma chi paga la seconda parte della pista ciclabile? Durante la commissione Manfredini ha dichiarato che il 15 sarà tutto chiarito, con esplicite poste di bilancio e tempi di realizzazione, mentre il centrodestra tanto vicino a via Acquaviva 3 contestava.
Alessia Manfredini d’altra parte nell’ultima commissione ambiente è stata consigliata dal vicesindaco Manzi, l’assessore al bilancio, che non ha mancato di darle informazioni durante il dibattito. Spicca la serenità dell’assessore Manzi, che tra l’altro ha corretto senza alzare mai la voce né scomporsi il bilancio “semestrale” 2014 dell’amministrazione precedente. Il vicesindaco non è un burbero guardiano. E’ Alessia Manfredini a patire un ruolo difficile: infatti si è presentata a Cremona 1 (tv dell’industriale siderurgico) per dire che attualmente non ci sono i soldi per la seconda parte della ciclabile.
L’industriale oltretutto investirebbe anche per il il grande terminal di Trieste, con altre aziende, oltre a rilevare la storica Ferriera. Grandi impegni, senza perdere di vista Cremona. Il suo ruolo di industriale filantropo o benefattore, come nello stile degli industriali vecchio stile ha un significato per molti cremonesi, anche se la concentrazione di poteri fuori dal Comune è un problema.
Il sindaco subito dopo la vittoria elettorale ha sottolineato che i suoi poteri forti sono i più deboli, lo ha ribadito nel discorso d’insediamento. Alessia Manfredini diventa l’assessore più debole? Subirà assalti in continuazione dal centrodestra, che vede in lui un’avversaria decisa, alternativa e antagonista, per quanto del Pd, il partito che fa venire il mal di testa a chi lo vuol capire? Cercheranno di farla saltare? Manfredini è già caratterizzata nella sua storia come alternativa al centrodestra; Galimberti è avvantaggiato da uno stile più diplomatico: critica la giunta Perri in modo indiretto, mostrando gli svantaggi subiti dai cittadini e aggirando lo scontro.
Alessia Manfredini è inoltre partita con l’idea di spegnere l’inceneritore. Toni decisi nel 2013 in una dichiarazione via Skype a Giancarlo Storti, maggiore prudenza durante la Festa del Pd rispondendo a Fabrizio Loffi. L’assessore è vincolato dal gioco delle parti e da un partito che la mette a disagio anche se forte.
L’identità della giunta dipende però in buona parte dalla forza che avrà Alessia Manfredini, renziana della prima ora e riformatrice all’interno del partito. Potrà lavorare? Avrà un portafoglio? La lasceranno lavorare? Sarà isolata?
Il “bilancio ambientale” della giunta Galimberti ha un’ambiguità di fondo.
Quanto all’inceneritore il quadro di riferimento è chiaro: vale la direttiva europea, la proprietà è di LGH, che però non può tramite il decreto non ancora legge Sblocca Italia scavalcare l’Unione europea.
La questione dello spegnimento non può essere aggirata: Cremona se la vedrà con Mariagrazia Bonfante, che con le associazioni ambientaliste era stata particolarmente chiara dopo la serie di incontri guidati dall’ex assessore comunale Bordi (centrodestra) e il piano provinciale dei rifiuti che ancora contiene l’inceneritore. Che può essere spento sostituendo la produzione di calore con altri metodi, come fa la città di Crema e attivando presto progetti alternativi che creano lavoro non interviste.