Buon Natale a tutti.
Auguri un po' scontati, svolte rituali, ma sicuramente sentiti per ciascun individuo che ha un po' di sale in zucca.
La grande famiglia si è trasferita in Alto Adige e per la seconda volta in vita mia faccio il Natale lontano da casa. La prima è stata credo nel '96, in una vacanza memorabile nella patria della revolucion. L'ultimo Natale e l'ultima vacanza con la mia prima moglie.
Oggi tutta un'altra storia.
Bambini euforici per la prima tornata di regali, attesa della nevicata del secolo che poi non arriva mai, eccellente pranzo con piatti per nulla scontati, salto in Austria per dire che ci siamo stati, serata fra amici - quelli veri.
Tutto bello, familiare, tranquillo.
Con sullo sfondo la notizia di un vecchio amico di una vita ormai passata che se ne è andato, e allora tutto si rimescola , dentro e fuori, si ripetono le consuete domande sul senso della vita, il dolore che ti annebbia, la malinconia che ti tira in giù.
Poi basta uno sguardo di gioia dei bambini, una risata di un amico e un fiocco di neve che sfarfalleggia nel vento e senti qualcuno dietro che ti spinge e allora, con fatica, fai un passo avanti, e poi un altro, e tutto ricomincia.
Il senso della morte, della vita, di tutto.