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Asini, bovini, sapientoni ed altro ancora.

Creato il 05 marzo 2015 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

Asini, bovini, sapientoni ed altro ancora.

(Foto di Paolo Panni)

Scriveva S.Agostino, nel suo “De Ordine”: Melius scitur Deus, nesciendo - ossia, Dio si conosce meglio nell'ignoranza.  Se così fosse, siamo tutti in buona compagnia, sul nostro pianeta, e conosciamo ogni tipo di divinità meglio di quanto non si conoscano loro.  Non ho mai capito la teologia ed i teologi, la filosofia ed i filosofi, infatti. Non me ne vogliano Fausto Maria Pico ed il nostro beneamato vescovo. 

Asini, bovini, sapientoni ed altro ancora.

Fausto Maria Pico

E gli ignoranti sono sempre attivi, zelanti e solerti, ignari di essere tali, appunto; e questa è una faccenda terribile! La loro ignoranza travalica i ristretti limiti del nostro spazio-tempo e raggiunge altri mondi, a velocità superiore a quella dei fotoni. L'ignoranza, nelle fedi, in politica, nella storia delle civiltà, od anche inciviltà, se si preferisce, è la madre di certe tradizioni, di tanti usi e costumi, da millenni.  In miliardi di persone, essa è talmente radicata e profonda, che essi non sospettano nemmeno di essere ignoranti, e di seguire, pedissequamente, qualche cosa che è assurto a tradizione, appunto. Non rendersi conto affatto della propria ignoranza è la maledizione dell'ignorante. ”Li conoscerai dai loro frutti”, diceva l'evangelista Matteo-7,16.  Madre de Dios, ma dove stanno questi frutti, quando mai hanno fatto anche solo capolino sui rami, o sono spuntati dal sottosuolo?  E non fate i furbetti, ora, digitando, in cerca della responsio alla quaestio, sullo Smartphone o sull'Iphone. L’ignoranza è madre dell’arroganza, purtroppo, ma anche chi è istruito, o tale si crede, non scherza affatto, in merito.  C’è un’ignoranza da analfabeti e un’altra da dottori.  Si può vivere tutta un'esistenza, nuotando nel mare della conoscenza e ancora uscirne completamente asciutti ed indenni, sdraiandosi, beati, spaparanzati sulle sabbie mobili dell'insipienza; la maggior parte degli intellettualoidi lo fa.  Ne girano sempre parecchi, come peripatetici, quotidianamente, ostinatamente, per le strade e le piazze di Borgo S. Donnino... “Siete come sabbie mobili, tirate giù...-cantava Battiato. La maggior parte delle persone tale è e così si comporta, per tutta la vita.  Io, riconosco, ogni giorno di più, di non sapere. 

Asini, bovini, sapientoni ed altro ancora.

Socrate
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Qui lo dico e qui lo nego, anche per sentirmi affine a quello strampalato di Socrate, che ripeteva ai suoi allievi: So di non sapere. E gongolo nell'immaginarmi come un antico sapiente ellenico, fermo a leggere ed a meditare la scritta, sul tempio di Apollo a Delfi: Gnothi sautòn- Conosci te stesso. Un ignorante, però, non conosce l’enorme estensione della sua ignoranza, mentre un sapiente riconosce la piccolezza del suo sapere.  Ecco come tento di salvarmi dalla mia ignoranza e dalla mia sapienza. Non avvedersi della propria asineria è terribile e nocivo agli altri, è come tracannare una bevanda alcolica: più se ne beve, meno se ne percepisce l’effetto devastante. Comunque, hanno sempre fatto più disastri gli scienziati di quanti ne abbiano combinati gli ignoranti. Pensate a chi inventò la polvere pirica, a chi scoprì e combinò insieme i metalli, a chi assemblò le armi atomiche. Per non parlare degli inventori di Babbo Natale, della Coca-Cola e dei pop-corn... Franco Bifani

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