5 OTTOBRE – Forse non tutti lo sanno, ma l’asino accompagna la vita dell’uomo da migliaia di anni: si suppone, infatti, che venne addomesticato in Egitto già verso il 4.000 a.C. Una serie di luoghi comuni circondano la reputazione di questo animale: pigro, stupido, ostinato, cocciuto… È stato addirittura chiamato “cavallo del povero”. Ma la realtà è ben diversa: non è stupido, ma è intelligente, affettuoso e socievole; e aveva le stesse funzioni del cavallo, solo che costava di meno e si accontentava di poco cibo. È molto resistente alle malattie e può raggiungere i 40 anni di età !
Nel passato, l’asino è sempre stato sfruttato dall’uomo in ogni modo, in primo luogo come mezzo di trasporto, diventando l’animale da soma e da monta più diffuso nella nostra civiltà. Seppur più lento, l’asino è molto più robusto e resistente del cavallo, quindi era considerato particolarmente adatto al trasporto di carichi, persone, bagagli e attrezzature e al traino di pesanti carri, su sentieri impervi e strade quasi inesistenti. E non dimentichiamo lo sfruttamento dell’asino da macina o da pozzo, costretto a girare bendato instancabilmente. Ma l’utilizzo dell’asino da parte dell’uomo non si ferma qui: vittime a quattro zampe della guerra, dovevano portare a dorso armi, munizioni, cannoni e persino uomini feriti. Infine, l’asino non poteva mancare nella nostra alimentazione: l’Italia è uno dei pochi paesi che mangia la carne d’asino e il latte d’asina è diventato un alimento fondamentale nella dieta dei neonati, perché considerato il più simile a quello della donna.
Oggi la situazione dell’asino è cambiata, grazie anche all’industrializzazione, che alla forza muscolare degli animali ha sostituito le macchine. In paesi più poveri però, come in Africa, in Asia sudorientale, in America Latina e nell’Europa dell’est, gli asini sono tuttora utilizzati come animali da traino, trasportando legna, acqua, prodotti agricoli, merci, materiali edili, rifiuti … i più fortunati sono gli asini della Libreria Mobile, in Etiopia, un servizio di prestito libri ambulante. Purtroppo, le cose si aggravano per gli asini quando diventano vecchi o si ammalano: non sono più utili e vengono brutalmente abbandonati. È a questo punto che entrano in azione fondazioni di protezione degli asinelli, che li accolgono prendendosene cura, come The Donkey Sanctuary, nel Regno Unito, o El Refugio del Burrito, in Spagna, oppure Il Rifugio degli Asinelli, in Italia. Non si tratta di allevamenti, ma di veri e propri orfanotrofi, centri di accoglienza, cliniche che ospitano centinaia di asini in grandi recinti su ettari di prato e soggetti ad attente cure veterinarie.
È Barbara Massa la responsabile della fondazione ONLUS Il Rifugio degli Asinelli, che provvede alla cura, alla protezione e alla sicurezza di asini e muli malati o maltrattati, promuovendo il loro benessere in Italia.Come è iniziata la storia di questo rifugio?
Siamo la sede italiana di “ The Donkey Sanctuary”. La no-profit inglese, fondata nel 1969 dalla Dott.ssa Elisabeth Svendsen, MBE, si è sinora presa cura di oltre 13.600 asini in Gran Bretagna, Irlanda e in altre parti di Europa. Al momento presta la sua opera in 18 nazioni nel mondo. Nel 2006 il TDS istituì la fondazione” Il Rifugio degli Asinelli ONLUS”, con lo scopo di ampliare i suoi progetti europei. La scelta cadde sull’Italia per la sua posizione strategica centrale in Europa, corridoio di molti commerci di animali e di equini , nonché per l’alto numero di asini residenti in Italia.
Quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere?
Lo scopo del TDS, e quindi il nostro, è garantire agli asini residenti cure specializzate a vita, rispetto e dignità e lavorare per risolvere casi di maltrattamento sul territorio nazionale. Per ottenere formazione del personale, collaboriamo con professionisti sia in campo medico, come veterinari, che in campo professionale come maniscalchi. Fattore per noi fondamentale è l’educazione. Organizziamo visite guidate del centro gratuite e, su base mensile circa, si può partecipare gratuitamente al Grooming Day, domeniche pomeriggio durante le quali insegniamo al pubblico come fare il grooming dell’animale( strigliatura, pulizia zoccoli e controllo generale). Anche se pensati e voluti per i bimbi, sono appuntamenti in cui abbiamo larga partecipazione di pubblico di tutte le età. Organizziamo anche corsi di gestione/ cura degli asini per proprietari e corsi approfonditi per specialisti ( es: corso di mascalcia).
Quali soddisfazioni sanno dare questi bellissimi animali?
L’asino è un animale socievole , gentile e molto affettuoso, se trattato con rispetto. Dal punto di vista affettivo è indescrivibile l’attaccamento e l’amicizia che sa dimostrare. Molto spesso, al momento dell’ammissione al centro, abbiamo a che fare con animali che hanno subito abusi, di cui però non sappiamo quasi nulla( meno male!). Possono essere spaventati, arrabbiati e anche aggressivi. Penso che una delle soddisfazioni più grandi sia vedere come giorno per giorno cambi il loro atteggiamento nei nostri confronti quando si rendono conto che non hanno più nulla da temere. Possono passare pochi giorni come dei mesi, dipende dal loro carattere. Una volta finito il periodo di quarantena dovuto, sono inseriti in uno dei gruppi esistenti, e anche in questo caso vederli che giorno per giorno prendono coscienza di appartenere a un branco, di avere compagni, di essere liberi, cambia profondamente il loro comportamento. Per me sarà sempre incredibile constatare che nonostante ciò che hanno vissuto, hanno ancora voglia di stare con gli uomini e ne apprezzano attenzioni e coccole. Non bisogna MAI credere agli stereotipi!!! L’asino è da secoli l’animale più bistrattato, anche nella reputazione! Lo credono cocciuto perché si impunta e non cammina, mentre sta dimostrando intelligenza e gran carattere: ha di fronte un ostacolo che lo impaurisce e non si piega al volere umano finché non viene rassicurato ( o purtroppo ingiustamente battuto); lo credono brutto, quando ha uno dei visi più simpatici esistenti; lo dicono stupido perché lavora instancabilmente e deve accontentarsi di poco… discutiamo su chi sia il vero stupido!
Grazie al Rifugio degli Asinelli di Sala Biellese (www.ilrifugiodegliasinelli.org) è possibile adottare gli asini a distanza con soli 24 euro all’anno e chi possiede un terreno può anche ottenere gli asini in affidamento.
Di strada gli asini ne hanno fatta tanta, in tutti i sensi! Adesso le loro condizioni sono certamente migliorate, basti pensare all’ onoterapia, un tipo di pet therapy che sfrutta alcune caratteristiche tipiche dell’asino (come la pazienza, la morbidezza al tatto, la lentezza dei movimenti e la dolcezza) per curare diverse problematiche psichiche e motorie. Ovviamente, lo sfruttamento di questi splendidi animali non è finito: esistono ancora le corse degli asini, in Italia gli asini morti di lavoro vengono usati per nutrire animali in zoo e circhi e alcuni asinelli mal accuditi sono stati sfruttati come rasaerba ecologici ai lati di tangenziali trafficate. Sono comunque da lodare tanti altri progressi avvenuti in paesi più poveri dove l’asino è tuttora in servizio. Per esempio, nel Mali (uno stato dell’Africa occidentale) sono stati imposti dei limiti massimi al carico degli equini; oppure, nel nord-est del Brasile, il mulo è l’unico animale ad avere un orario di lavoro stabilito per legge, poiché non può lavorare di notte.
Insomma, gli asini non solo ci hanno accompagnato nella nostra storia, ma ci hanno aiutato e sostenuto, fisicamente e mentalmente, si sono presi cura di noi. Ora è il nostro turno, dobbiamo ripagarli delle sofferenze inflitte da noi stessi: tocca a noi prenderci cura dei nostri amici lungheorecchie!
Monica Nocent