Una recente ricerca stabilisce un legame di causa-effetto tra l’inquinamento atmosferico e l’insorgenza di asma cronica in età infantile
Negli ultimi anni si è fatto molto, giustamente, per vietare il fumo negli ambienti pubblici. Ma non basta. Per tutelare la salute, soprattutto quella dei più piccoli, bisognerebbe anche cercare di trasformare le nostre città in ambienti più sani, scoraggiando il traffico veicolare che compromette pesantemente l’aria che respiriamo. A suggerirlo è un rapporto pubblicato alla fine di marzo nell’ambito di Aphekom, un’iniziativa di durata triennale sull’inquinamento atmosferico, finanziata dal programma dell’Unione europea per la salute.
La ricerca – pubblicata sullo European Respiratory Journal – analizza la qualità dell’aria in dieci città del Vecchio Continente. E per la prima volta stabilisce un legame di causa-effetto tra l’inquinamento atmosferico e l’insorgenza di asma cronica in età infantile (e non più, com’era stato fatto finora, soltanto alla comparsa di alcuni sintomi).
Secondo la rilevazione di Aphekom, sui casi cronici influiscono specifici agenti tossici rinvenuti sulle strade intensamente trafficate dove si affacciano le case di buona parte dei cittadini dell’Unione.
I dati dei ricercatori stimano che l’inquinamento sia alla base addirittura del 14% dei casi. Una percentuale simile a quella, compresa fra il 4 e il 18%, che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità si può imputare al fumo passivo. «Dovremmo tenere ben presenti questi dati per indirizzare al meglio le politiche ambientali e di pianificazione urbanistica», ha dichiarato Laura Perez, autrice dello studio e ricercatrice presso lo Swiss Tropical and Public Health Institute.