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C'è puzza di bruciato. Indecente il silenzio dei Comuni soci dell’Asp di Fidenza sui contenuti del 3°«studio di fattibilità» di smembramento verso il privato cooperativo del 54,3% dei suoi servizi (deciso il 30 giugno scorso all’unanimità dall’Ausl e dai Comuni del Distretto) e paradossalmente finalizzato unicamente a definire l’enormità dell’ammontare dei costi aggiuntivi (572.000 euro) che ne deriveranno all’Azienda e che i Comuni soci hanno ora intenzione di scaricare sugli utenti e le loro famiglie.
Al silenzio dei Comuni si è aggiunto da tempo quello della Cgil che dopo aver già concertato in Assemblea dei Soci il 29 gennaio scorso l’internalizzazione prevalente dei servizi (5 strutture all’Asp e 4 alle coop) e comunque un’esternalizzazione dal costo pubblico di circa 350.000 euro senza spiegare chi se ne sarebbe fatto carico (ed escludendo i Comuni e le Cooperative restano ancora una volta gli utenti) ha scelto di non battersi per l’internalizzazione completa dei servizi e l’assunzione tramite concorso di 194 lavoratori delle cooperative.Oggi abbiamo un’Azienda pubblica come l’Asp di Fidenza, in sostanziale pareggio di bilancio, che sui posti autorizzati (i non convenzionati con l’Ausl) per anziani non autosufficienti dei Comuni soci applica una retta giornaliera di 70 euro e per quelli provenienti dai Comuni non soci di 75 euro (molto meno di quanto preteso dalla concorrente Proges nelle strutture da lei gestite o di quelle di qualsiasi Casa Famiglia) assicurando complessivamente a tutti, come si legge nel bilancio preventivo 2014, livelli prestazionali superiori rispetto ai requisiti minimi previsti dalle norme regionali e uno stipendio medio annuale ricevuto dai dipendenti nel 2013 di 24.365,15 euro, un autentico miraggio per il lavoratori-soci della Proges e del cosiddetto privato-sociale in generale.Sarà interessante conoscere se e come, con la scusa di uniformarsi ai parametri minimi regionali ma in realtà per coprire l’elevato disavanzo derivante all’ASP dalle esternalizzazioni concertate, l’AUSL e i Comuni del Distretto intenderanno modificare i minutaggi assistenziali ora erogati dall’Azienda, se e come alzare le rette dei posti autorizzati e se insieme alla CGIL resteranno in silenzio sull’inferiore trattamento economico e sulle minori tutele riservate ai lavoratori delle cooperative rispetto a quelli pubblici nonostante la recente legge regionale 12/2014 riconosca, a questo punto beffardamente, la funzione pubblica svolta dalle imprese cooperative.Per noi, oltre la salvaguardia dei beni comuni rappresentati dalle Asp ex Ipab, valgono poche ma elementari regole di giustizia sociale e di civiltà che la Cgil pare avere smarrite proprio nel settore del welfare: acconsentire alle esternalizzazioni a patto che le prestazioni socio-sanitarie siano il più possibile conformi ai reali bisogni dei malati (e non in base alle risorse disponibili di una Regione i cui consiglieri hanno letteralmente mangiato sulla pelle dei cittadini e rinviato di un’intera legislatura l’abolizione dei propri privilegi), che a parità di lavoro e di mansione corrisponda la parità di diritti e di salario dei lavoratori e che alle Pubbliche Aziende di Servizi alla Persona venga esteso il medesimo regime agevolato sull’Irap ora previsto per le cooperative. Diversamente l’accreditamento e le esternalizzazioni diventano operazioni di bieca deregulation sociale e sanitaria a cui è doveroso opporsi con ogni mezzo lecito e con tutte le forze disponibili.Associazione CartaCanta onlushttp://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane
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