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Asp fidenza: lettera di cartacanta ai sindaci e alla procura regionale della corte dei conti

Creato il 07 luglio 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1
RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO:
ASP FIDENZA:  LETTERA DI CARTACANTA AI SINDACI E ALLA PROCURA REGIONALE DELLA CORTE DEI CONTIAi Sindaci, agli Assessori e al Direttore del Distretto di Fidenza
Egregi Signori,
a seguito della decisione presa in data 30 /06/2014 dall'Assemblea dei
Soci dell'ASP Distretto di Fidenza con delibera n. 10/2014 e del
comunicato diffuso nella medesima data dal Comitato di Distretto di
Fidenza nei quali si palesano a partire dal prossimo anno pesanti tagli
di servizi (-338 posti, -54,3% rispetto al 2014) alla gestione
caratteristica dell'Azienda ASP che vedranno al contrario beneficiari
due imprese private cooperative attualmente co-gestori con ASP dei
medesimi servizi, abbiamo ritenuto necessario trasmettere anche alla
Procura regionale della Corte dei Conti
copia della lettera indirizzata
ai Sindaci, agli Assessori e al Direttore del Distretto di Fidenza in
considerazione delle gravi ripercussioni economico-finanziarie che detti
tagli, se attuati, avrebbero sul bilancio dell'Azienda e ravvisando
inoltre un vulnus al suo diritto di realizzare adeguati profitti
finalizzati al continuo miglioramento dei servizi pubblici alla persona.
Distinti saluti.
Associazione CartaCanta onlus
CartaCanta onlusassociazione tutela diritti persone non autosufficienti
Parma, 7 luglio 2014
Ai Signori Sindaci e Assessori dei Comuni del Distretto di Fidenza
Al Direttore dell'Azienda USL del Distretto di Fidenza
e, p.c. Procura regionale della Corte dei Conti dell'Emilia- Romagna
Oggetto: ASP, ex Ipab e privatizzazione dei beni comuni nel Distretto di Fidenza.
Egregi Signori,
non è la prima volta, e certamente non sarà nemmeno l'ultima, che interveniamo a difesa delle ASP quali enti strumentali (ma non proprietà) dei Comuni nella produzione e gestione dei servizi alla persona e anche oggi lo facciamo guardando purtroppo alle macerie di beni comuni che lascerete da smaltire ai vostri cittadini dopo l'atto di “indirizzo” da voi unanimemente sottoscritto il 30 giugno scorso, previo accordo politico con l'Azienda USL distrettuale, sulla “gestione unitaria per le case protette e la relativa distribuzione degli accreditamenti” con il quale da amministratori pubblici avete unanimemente condannato la “vostra” ASP pubblica a cedere strutture pubbliche e servizi pubblici al privato cooperativo.
Precisiamo subito che era così chiaro in voi il principio della gestione unitaria al punto che avete pensato di smembrare la Casa Protetta di Fidenza in tre nuclei assegnando dal 2015 la gestione di uno di questi ad una delle due cooperative in gioco (in aggiunta ad altre 2 strutture oggi in capo ad ASP) perché non si sentisse penalizzata rispetto all'altra che vanta con alcuni di voi e/o vostri famigliari un profondo rapporto, amicale e occupazionale, e a cui dal 2015 vorreste affidare per 10 anni (5+5) la gestione di 3 strutture pubbliche (anche queste finora in capo ad ASP) dimenticando nel vostro comunicato di riservare ad ASP anche solo un cortese benservito avendo l'intenzione di spolparla d'emblée di 338 posti (sui 622 che prima aveva) levandole così il 54,3% del complesso dei suoi servizi ma lasciando inalterato il peso dei suoi costi fissi.
Per inciso, tra questi costi fissi vi è quello del personale che è composto anche da quello proveniente dalle ex Ipab e dai vostri servizi (case protette, centri diurni, servizi domiciliari, ecc. ) e pure quello derivante dal ritiro da parte di ASP delle funzioni sociali delegate per minori, adulti e disabili prima in capo all'Ausl del Distretto e forse già in eccesso presso la stessa. Ora, poiché qualcuno di voi a microfoni spenti va dicendo che l'ASP sarebbe, contrariamente al privato cooperativo, costosa e inefficiente, ci sembra giusto ricordare il colore politico diverso di alcune Giunte al momento della costituzione dell'ASP (23 giugno 2008) e che non avevano alzato barricate al passaggio del personale all'ASP, oltre registrare la loro scarsa riconoscenza per una gestione virtuosa dell'Azienda che è passata, è scritto nel Bilancio sociale 2013, “dalla necessità di contributi dei Comuni Soci a copertura dei costi dei servizi per circa € 1,2 milioni nel 2009, con il ripiano, nel corso degli anni, della perdita iniziale pari a € 393.058,00, a contributi alla gestione da parte dei Comuni d’importo sempre inferiore, fino ad arrivare nel 2013 all’effettivo pareggio di bilancio”.
Allora vi invitiamo ad osservare, anche se non ce ne sarebbe bisogno per dei profondi conoscitori come voi della conseguenza di certi tagli all'attività “caratteristica” delle ASP e in considerazione del vostro autocompiacimento
per aver “saputo tracciare in modo unanime il solco per la realizzazione di un futuro servizio sociale distrettuale efficiente ed efficace” e fatto scelte che “segnalano la capacità di questo territorio di guardare avanti e sapere fare innovazione” (magari un po' di cautela e umiltà non avrebbe sfigurato), che la vostra consorella ASP di Parma grazie ai tagli subiti nel 2013 (473 posti su 830, pari al 57% del totale, numeri come vedete non molto distanti dai vostri) per colpa del vostri colleghi macellai Pizzarotti e Rossi ha visto crollare brutalmente il suo fatturato segnando nel 2013 una perdita reale di 830.000 euro.
Poca cosa direte voi che siete in 11 soci e tutti pronti (o forse no) a farvi carico di più che probabili perdite della vostra ASP nel caso si realizzassero le situazioni che avete sciaguratamente prospettato senza peraltro aver prima considerato la sostenibilità di questi tagli per l'azienda (una strana razza di amministratori pubblici che prima decide di tagliare il fatturato, scelta già folle di per sé, e poi di valutarne le sicure ricadute negative), eppure non dovreste trascurare che le nuove leggi regionali e nazionali parlano chiaro sulla responsabilità e sui doveri di soci e amministratori sul ripiano di eventuali perdite aziendali, senza dimenticare la loro soggettiva responsabilità per aver eventualmente negato all'ASP la possibilità di fare giusti profitti (utili a tutti: azienda, soci e malati-utenti) e di averli al contrario previsti al privato cooperativo.
Comunque tanto erano scontate le vostre preferenze che non ci sentiamo affatto traditi e umiliati dalla vostra decisione, semmai così si sentiranno i cittadini che hanno votato il vostro collega Massari che li ha gabbati con la furbesca promessa che “L’Azienda servizi alla persona di Fidenza è pubblica e rimarrà pubblica” monca però di un seguito tipo “così come sono pubblici e rimarranno" lunedì scorso avete espresso nel comunicato congiunto in qualità di membri del “rinnovato” Comitato di Distretto e che ci siamo sforzati di rileggere con attenzione per coglierne tutte le sfumature, comprese le firme. Già, le firme.
Come si vede nell'allegato comunicato inviato prontamente (alle ore 17,53) alla stampa, ma non ai Consiglieri, dal Sindaco Massari prima dell'inizio del Consiglio comunale di firme, autografamente intese, non se ne vedono nonostante il testo termini con “firmato da tutti i Sindaci e Assessori del Distretto di Fidenza” e quindi a seguire l'elenco dei loro nomi. Per carità, tutti i nomi presenti nel comunicato dato alla stampa corrisponderanno senz'altro ad altrettante convinte adesioni alla scelta pubblicida letta dal Sindaco ai consiglieri ma, fino a prova contraria, consentiteci di dubitare sull'unanimità della decisione presa.
Tra l'altro se la mancata trasmissione o consegna del documento ai Consiglieri per tempo, prima dell'inizio della seduta del Consiglio comunale, appare come un volgare “sgarbo istituzionale”, la decisione politica mossa dall'urgenza (falsa come si leggerà più avanti) presa dal Sindaco Massari sullo spacchettamento dei servizi alla persona da ASP alle cooperative Aurora-Domus e Proges è molto più grave in quanto avvenuta senza un adeguato passaggio in Consiglio comunale, mostrando da un lato l'arroganza del neo Sindaco che di nuovo furbescamente (poiché il comunicato è a nome del Comitato di Distretto e non cita mai direttamente l'ASP come soggetto cedente) ha avocato soltanto a sé la possibilità di prendere una decisione così penalizzante per l'ASP e dimostrando dall'altro quanto sia pericoloso sia per la democrazia l'aver previsto con la normativa sulla elezione degli organi comunali l'attribuzione alla coalizione vincente una maggioranza bulgara, in nome della governabilità a tutti costi ma non rispondente minimamente ai voti raccolti, e tale da metterla al riparo anche da significative defezioni che potrebbero verificarsi su materie importanti come i servizi sociali.
Detto questo, con quel documento avreste anche sottoscritto un “rinnovato clima di fiducia e correttezza nei rapporti istituzionali” (che però conoscendo la guida bifida del partito unico locale meglio sarebbe definire di ritrovata complicità), avreste manifestato la volontà di “abbandonare le scelte di campanile e di opportunità” e però platealmente contraddette dalla spartizione di opportunità delle vesti di ASP (è sufficiente guardare a quali Comuni andranno le strutture gestite da Proges) e avreste perfino deciso di “mettere da parte le contrapposizioni ideologiche”. Non considerando le nostre critiche, se questo non è il Paradiso poco ci manca!
Aggiungiamo poi che secondo voi, sempre ammesso che siate ancora tutti d'accordo sul comunicato, “vanno contemperate per quanto possibile le esigenze di tutti, facendo sì che nessuno resti indietro, soprattutto i più fragili, coloro che hanno più difficoltà a far sentire la loro voce” (una frase che sa tanto di autismo politico essendo priva di una limpida ragione) e il comunicato si svela essere stato scritto da un imbonitore che crede di aver a che fare con degli allocchi.
A dimostrazione di questa nostra irriverente conclusione che intende denunciare come l'improcrastinabilità della scadenza del 30 giugno sulla scelta della “gestione unitaria per le case protette e la relativa distribuzione degli accreditamenti” sia stata tutta una panzana per giustificare una decisione d'urgenza da prendere anche al di fuori dei Consigli comunali dei Comuni soci di ASP vi è nella stessa data la delibera del CdA di ASP nella quale l'Azienda ha deliberato “di predisporre e trasmettere la domanda di accreditamento definitivo ... per tutti i servizi residenziali e semiresidenziali oggetto di accreditamento di cui attualmente l'Azienda è soggetto co-gestore in accreditamento transitorio (9 Case Residenze per Anziani e 5 Centri Diurni)” ed esattamente come hanno fatto i due co-gestori del privato cooperativo su richiesta del Comitato di Distretto che però nulla dice sul co-gestore Universiis e sul destino dei suoi dipendenti nella struttura di S. Secondo.
La delibera di ASP è scattata a seguito della determina regionale n. 7597/2014 contenente “lo schema tipo della domanda per l'accreditamento definitivo, da compilarsi e trasmettere inderogabilmente entro il 30/06/2014, pena il ritiro degli accreditamenti” e della delibera d'indirizzo dell'Assemblea dei Soci sulla gestione unitaria condensata nell'ormai noto comunicato del Comitato di Distretto e che prevede “di riservarsi di rivedere, con successivo atto, i sopraccitati indirizzi, qualora la verifica economica, organizzativa e gli approfondimenti normativi dovessero evidenziarne la non sostenibilità”.
Dunque all'ASP sarebbe bastato presentare nei tempi la domanda di accreditamento definitivo, ivi inclusa la gestione unitaria dei servizi, rinviando di qualche mese la decisione finale (perfino, se sostenibile, lo “spezzatino” di ASP prospettato dal Comitato di Distretto), e dunque perché tanta fretta da parte del Comune di Massari e dell'Ausl a scegliere entro il 30 giugno quali servizi togliere ad ASP per darli al privato essendo comunque inverosimile che l'Azienda (come del resto qualsiasi azienda) possa perdere il 54,3% del suo fatturato caratteristico senza patire alcuna conseguenza economica negativa?
Domanda soltanto a prima vista difficile, perché basta guardare come dal 30 giugno i sindacati, sempre più silenti-conniventi-perdenti, se la sono data a gambe lasciando soli i loro iscritti sapendo che il punto 2 della succitata delibera dell'Assemblea dei Soci prevede “di richiedere ad ASP di fornire ai Soci una valutazione dell'impatto economico complessivo degli indirizzi sopra richiamati e una stima del numero di assunzioni richieste, o di eventuali esuberi di figure professionali, o di potenziali figure cui si potrebbe necessario richiedere la disponibilità al passaggio alle dipendenze dei gestori privati, ai sensi di quanto previsto dall'art. 31 del D.lgs. 165/2001 e s.m.i. e dell'art. 2112 del Codice Civile”.
Come si vede l'intenzione espressa all'unanimità dai soci dell'ASP è molto chiara: spacchettare i servizi di ASP prevedendo perfino, se necessario, il passaggio dei dipendenti pubblici al privato. Questa delibera è però quella che conta, il comunicato del Comitato di Distretto è stato soltanto un tentativo politico, non andato a buon fine, di calmare le acque. I sindacati, tutti, come massima espressione della loro rabbia per vedere stravolto l'accordo di gennaio sulla prevalenza pubblica dei servizi hanno scelto di restare in silenzio e questo suscita non pochi interrogativi sulla loro trasparenza. Certo è che scorrendo le dichiarazioni pubbliche di alcuni esponenti ed ex esponenti della CGIL (non si stupisca, data la sua gloriosa storia passata e il suo presente inglorioso, di essere più di altri nel mirino) c'è da restare allibiti sul continuo cambio d'abito di questo sindacato ma anche increduli dal come sia riuscito finora a nasconderlo ai suoi iscritti.
Ad esempio Paolo D'Agostino della Funzione Pubblica, immaginiamo una delle vostre controparti, ha diffuso di recente un interessante documento dal titolo “Sulla Democrazia e gli Interessi Collettivi” nel quale scrive: “Da qualche anno seguo, fra l'altro, quel complesso mondo chiamato 'Distretto di Fidenza' … dopo aver già sottoscritto un verbale che dà una direzione chiara indicando la prevalenza della produzione diretta di ASP dei servizi accreditati è cominciato il balletto delle perplessità tecniche sulla fattibilità delle assunzioni, facendo scordare a tutti il dato di partenza: la gestione pubblica consentirebbe, nel complesso, un risparmio di svariate centinaia di migliaia di euro per i bilanci dei comuni soci di ASP, oltre ad un aumento dei salari e delle tutele. Oggi, 28 Febbraio, è una data importante. I Sindaci avrebbero dovuto deliberare, in forza di una legge regionale, l'assetto dell'erogazione dei servizi pubblici del distretto. Ovviamente non ci sarà alcuna delibera: i Sindaci non sono pronti. Ancora? Lo dicano allora, i Sindaci di questo Distretto, che il disegno è di svendita dei Servizi Pubblici al miglior offerente. Lo dicano chiaramente in modo da permettere a ciascuno di noi di riflettere su come opporci ad un impianto che smette di guardare alle Persone e si concentra nella svendita dei Beni Comuni. Lo dicano chiaramente e si consegnino con questo mandato al voto delle Amministrative. Se l'obiettivo sia tutelare l'interesse collettivo o quello particolare, sarà il cittadino a deciderlo”. Un problema è che le cose sono andate esattamente cosi e il “nuovo” Massari ha preso i suoi bravi voti, l'altro problema è che D'Agostino è sempre stato un buon amico di Massari, anche durante la campagna elettorale fidentina chiusa con la partecipazione di Giuliano Poletti.
Ad ogni modo D'Agostino, è un fatto quindi non ce ne voglia, conta quel che conta rispetto ai suoi Segretari Generali perché sabato scorso il suo ex Segretario Generale locale, l'onorevole Patrizia Maestri è apparsa in sogno al Marxiletti di ParmaDaily della Proges (sì proprio la cooperativa che si appresta a soffiare tre strutture all'ASP e come direttore commerciale ha assoldato il fratello del Sindaco di Fontanellato che, in palese conflitto d'interessi ha “firmato” il comunicato del Comitato di Distretto ) annunciandogli che “Quanto concluso dal rapporto “Sussidiarietà e ... qualità nei servizi sociali” elaborato dalla Fondazione per la Sussidiarietà e presentato a Roma alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti [ma anche di Matteo Renzi], è pienamente condivisibile: non ha più senso opporre gestione pubblica e gestione privata nei settori del welfare e che la prospettiva migliore è quella di una loro complementarietà … il supporto del privato sociale è ormai irrinunciabile ma questo non significa che il pubblico debba sottrarsi alla propria responsabilità di governance, tutt’altro”.
Forse adesso è più chiaro a quale scopo la CGIL forma e nomina i suoi Segretari Generali ma il richiamo dell'on. Maestri alla responsabilità di governance del pubblico è davvero encomiabile dopo averlo dissuaso dal tutelare il diritto fondamentale alla salute, da proteggere dalla mercificazione, dalla privatizzazione e dalla mira centralizzante della Regione e del suo partito di riferimento che con la direttiva sull'accreditamento dei servizi socio-sanitari ha voluto espropriare i Comuni e le comunità territoriali da ogni possibilità di autogoverno della salute (e non solo) mettendoli al guinzaglio delle Aziende USL e dirottando al privato cooperativo la gestione di ogni servizio. Ecco una governance “moderata” del Distretto avrebbe almeno avanzato alcuni punti fermi come l'adozione da parte del privato dei maggiori parametri assistenziali e sanitari finora assicurati dall'ASP, la parificazione dei trattamenti e delle tutele tra dipendenti pubblici e privati o l'uguaglianza delle modalità di accesso ai servizi tra pubblico e privato (ad esempio i contratti di ingresso), eppure nulla è stato fatto a dimostrazione di una sudditanza politica agli interessi del privato cooperativo che facendo così perderebbe buona parte della sua competitività economica comunque agevolata dalle leggi regionali e nazionali.
In allegato, con un po' d'invidia per il Segretario Generale della CGIL di Parma che per rincuorare due operatrici private sul loro avvenire scrive che “dietro Carta Zufola ci sono talpe molto molto ... altolocate”, troverete una tabella ricca di dati su cui riflettere in aggiunta a tutti i documenti originali del caso.
Cordiali saluti.                                                 Associazione CartaCanta onlus
il Presidente
Raffaele Zinelli

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