Il caso edulcoranti anche su Rai 3 (REPORT)
L’Istituto Ramazzini da anni accusa l’aspartame di provocare linfomi e leucemia
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha già eseguito una valutazione scientifica su due studi: uno studio sulla cancerogenicità nei topi (Soffritti et al., 2010) e uno studio prospettico sull’associazione tra l’assunzione di bevande analcoliche dolcificate artificialmente e il parto pretermine (Halldorsson et al., 2010). Lo studio di Soffritti et al. (2010) dell’Istituto Ramazzini è uno studio a lungo termine sulla cancerogenicità nei topi con esposizione al dolcificante artificiale aspartame. Gli autori hanno concluso che, in base ai loro risultati, l’aspartame induce il cancro nel fegato e nei polmoni di topi maschi. L’EFSA ha valutato questo studio di cancerogenicità e ha concluso che, sulla base delle informazioni disponibili nella pubblicazione, la validità dello studio e il suo approccio statistico non possono essere valutati e che i suoi risultati non possono essere interpretati. Inoltre, data la mancanza di rilevanza per la valutazione del rischio umano di questo tipo di tumori, EFSA ha concluso che i risultati presentati in Soffritti et al. (2010) non forniscono una base sufficiente per riconsiderare le precedenti valutazioni sull’aspartame da parte dell’EFSA. Halldorsson et al. (2010) ha indagato il fenomeno del parto pretermine in una popolazione di 59.334 donne in gravidanza. Gli autori hanno concluso che i loro risultati mostrano un’associazione tra l’assunzione di bibite analcoliche dolcificate artificialmente e il parto pretermine nelle donne. L’EFSA ha valutato questo studio e ha concluso che non vi sono prove disponibili a sostegno di una relazione causale tra il consumo di bevande analcoliche dolcificate artificialmente e il parto pretermine; ammette inoltre che ulteriori studi siano necessari a respingere o confermare una associazione. Intanto però, l’EFSA ha disposto un review di tutte le valutazioni scientifiche riguardanti l’aspartame e gli altri dolcificanti usati come additivi alimentari autorizzati nell’Unione europea. (Fonte: European Food Safety Authority, 2011) La nota trasmissione televisiva REPORT ha proprio ieri trattato l’argomento: in esclusiva ha dato in anteprima una news da parte dell’Istituto Ramazzini che, con uno studio che verrà reso noto prossimamente, mette in discussione anche altri edulcoranti, in particolare il Sucralosio.
Ricapitolando: negli USA si utilizza l’aspartame tranquillamente dal 1974, in Europa dal 1994; nel frattempo diversi studi scientifici hanno segnalato un allarme per la salute (parti prematuri e linfomi e leucemie) su questi composti artificiali. La FDA e l’EFSA continuano a dire che tali studi non dimostrano una chiara relazione di causa-effetto, però….intanto dispone che siano revisionati tutti gli studi e le sperimentazioni finora eseguite. Ma se da 30 anni ci fanno mangiare e bere tranquillamente l’aspartame, allora perchè la legge comunitaria obbliga i produttori di alimenti che contengono aspartame, a inserire in etichetta la seguente dicitura? “L’etichetta riporta la dicitura «contiene aspartame (una fonte di fenilalanina)» quando l’aspartame/sale di aspartame-acesulfame figura nell’elenco degli ingredienti soltanto mediante riferimento al numero E. L’etichetta riporta la dicitura «contiene una fonte di fenilalanina» quando l’aspartame/sale di aspartame-acesulfame figura nell’elenco degli ingredienti nella sua denominazione specifica”. Già avete capito bene, se non ci credete, date un’occhiata al Regolamento Europeo sull’Etichettatura a pag.44. Magari tra 2 o 3 ani, quando avranno revisionato tutti gli studi, ci diranno che effettivamente l’aspartame è un additivo pericoloso.