Magazine Architettura e Design
Milano EXPO 2015. Una breve panoramica su idee, propositi, ciò che è stato fatto e ciò che ci aspetta
Manca ormai solo un anno e mezzo all'apertura di EXPO 2015. Milano comincia a mostrarne i segni; le bandiere di tutti gli stati partecipanti hanno invaso Corso Vittorio Emanuele ormai da mesi e pian piano assistiamo alla diffusione del logo in varie parti della città. Lo scorso anno abbiamo assistito all'apertura della M5, la prima rete di potenziamento dei mezzi sotteranei milanesi, ma di lavoro da fare ce n'è ancora molto!
Milano è sicuramente una città abituata ad ospitare eventi di tiratura mondiale, basti pensare alla Design Week in primavera e alle due Fashion Week, ma questo rappresenta sicuramente un evento unico, ci sembra quindi opportuno a meno di due anni di distanza spendere qualche parola a riguardo, per scoprire a cosa stiamo andando incontro. Si sente infatti tanto parlare di EXPO, ma sembra che solo gli adetti ai lavori sappiano esattamente ciò che succederà.
Innanzi tutto vorrei fare una breve premessa. L'organizzazione di un Expo, esattamente come quella di Mondiale o delle Olimpiadi costituisce un arma a doppio taglio per l'economia di un Paese. Nella storia di questo evento i casi in cui la Nazione ospitante ne ha ricevuto seri benefici economici non sono la maggioranza. Spesso per far rientrare le spese la manifestazione è stata prorogata, come ad esempio a New York nel 1964, ma anche nel 1939.
In questo senso il masterplane proposto per EXPO 2015 è decisamente interessante. Queste manifestazioni diventano un benefit nel momento in cui prevedono non solo la costruzione di una cittadella ideale, consumistica e fine a se stessa destinata a nascere e morire nel corso di 6 mesi lasciando dietro di sè una serie di relitti ed ambienti in degrado. Basti pensare al sito fieristico costruito a New York e trasformato in un enorme parco abitato solo da mostri degradati, relitti di costruzioni in disuso. EXPO diviene una risorsa quando il progetto entra in simbiosi con la città e non si limita ad una tempistica finita di 6 mesi, ma progetta e prevede un intelligente piano post EXPO. In questo senso appunto il masterplane è davvero azzeccato. Si prevede la costruzione di una sorta di piattaforma attrezzata sulla quale sorgeranno padiglioni temporanei (da smontare al termine della manifestazione). Questa tuttavia rimarrà e potrà essere adibita successivamente ad altri eventi. La progettazione del sito inoltre si inserisce in un progetto più ampio di bonifica della zona nord ovest della città di Milano, del Naviglio Grande e della Darsena.
Il progetto, Vie d'Acqua a Milano, prevede quindi un intervento permanente di riqualifica e la creazione di un nuovo collegamento fluviario tra il canale Villoresi, a nord di Milano, ed il Naviglio Grande. (video del progetto di bonifica). Su questo nuovo tratto si insedierà il sito previsto, un'isola circondata da canali d'acqua. L'utilizzo dell'acqua non costituisce una scelta meramente estetica ma anche funzionale, in primo luogo per l'approvvigionamento d'acqua agli stand ed in secondo luogo permette nei mesi più caldi estivi di mitigare il clima del sito espositivo. La disposizione interna prevede due assi principali, un cardo ed un decumano. Lungo questi si svilupperanno i padiglioni nazionali, raggruppati in cluster tematici, questa scelta ritengo sia decisamente interessante ed innovativa.
Attraverso un workshop sono state scelte delle tematiche collegate al tema principale: feed the world, energy for life. Le nazioni dovranno quindi declinare le varie tematiche attraverso la propria cultura. Sul sito si può già trovare l'elenco e le linee generali di progetto previste per la zona, altra innovazione portata da questa scelta è quella di prevedere degli spazi comuni in queste aree destinati ad accogliere eventi comuni, istallazioni ecc.. Volti ad approfondire la tematica. Questi piccoli villaggi che vengono quindi a crearsi all'interno del sito, mirano ad esplorare particolari e specifiche catene alimentari o tematiche di rilevanza globale. Subito ha colto il mio interesse il cluster dedicato all'Agricoltura e Nutrizione delle zone aride. Questa, infatti, rappresenta una tematica importante ed estremamente attuale, soprattutto in relazione ai cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo. Verrà inoltre trattata da Paesi che sono in qualche modo maggiormente chiamati in causa e che si sono già da tempo potuti confrontare con le difficoltà che queste situazioni comportano. (Botswana, Chad, Eritrea, Giordania, Mauritania, Mongolia, Nigeria, Autorità Nazionale Palestinese, Senegal, Tajikistan).
Lungo il Cardo invece si svilupperanno il Palazzo Italia, il padiglione Italia e le esposizioni nazionali. Inoltre nell'estremo nord di quest'ultimo sorgerà la Piazza d'Acqua alimentata dal canale d'acqua che circonda tutto il sito. Attorno a questo bacino d'acqua sorgeranno una serie di gradinate, rendendolo un teatro acquatico, decisamente suggestivo, volto ad ospitare spettacoli pirotecnici, fuori d'artificio e concerti su piattaforme galleggianti.
Oltre a questo sono previsti una serie di spazi adibiti a spettacoli, esposizioni e conferenze, dislocati in differenti aree del sito. Inoltre nella zona nord-orientale sarà previsto il Parco della BioDiversità, un giardino di 14000 mq, volto a riprodurre la varietà della vita in un paesaggio multiforme molto suggestivo e coinvolgente.
Padiglione Zero, progettato dallo studio di Michele De Lucchi, occuperà l'area d'ingresso al sito. Ho avuto il piacere di vedere i modelli del progetto all'interno dello studio milanese dell'architetto. Esso costituisce il vero trampolino di lancio dell'esposizione, attraverso un linguaggio fortemente scenografico la curiosità dei visitatori verrà stimolata, immergendolo in uno stato di continua ricerca e stupore che caratterizza tutto il masterplane ed i singoli padiglioni.
Questa rappresenta solo una breve panoramica di quello che sarà, o meglio dovrebbe essere, Milano 2015. Gli spazi previsti per il pubblico sono molteplici e tutti i padiglioni progettati meriterebbero davvero di essere approfonditi, così come le aree dedicate al cibo del futuro ed al rapporto con esso. Così tanto è già stato pensato, progettato e previsto, ma poco è stato realizzato. Durante questo 2013 abbiamo certamente assistito ad una serie di eventi che hanno cercato di informare la cittadinanza, giusto per citarne uno estremamente recente, il 22-23-24 Novembre, all'interno dell'evento Bookcity, si sono tenuti una serie di incontri sul tema, nella splendida cornice del padiglione Agorà, progettato da Michele De Lucchi. Ma per i più rimane un mistero.
A mio parere i presupposti dell'EXPO che verrà sono ottimi, un sito totalmente reversibile, un tema interessante ed una serie di progetti a lungo termine che promettono di non lasciare carcasse decadenti al termine dell'evento. Tuttavia la bontà di un progetto e la forza delle idee non bastano da sole a far funzionare una manifestazione che nasconde e cela una miriade di implicazioni socio-economiche. Le belle idee, i buoni presupposti devono diventare realtà seguendo i criteri di qualità e tempestività, perchè tutto possa funzionare.
L'EXPO 2015 rappresenta sicuramente una grande opportunità per l'Italia, per riaffermare se stessa, per trasmettere nel mondo quella cultura nazionale che è profondamente legata al mangiare sano, al vivere bene ed anche al buon design!
Per saperne di più:
http://www.expo2015.org/il-tema/masterplan
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