Sono arrivata finalmente ad un punto della mia vita in cui ho deciso di iniziare una raccolta differenziata di tutto quello che in anni e anni di scrittura avevo sparso per la mia vita e nei miei quaderni di appunti. Ho dovuto farmi forza,darmi ordini precisi, estraendo dalle mie viscere e dai miei cassetti in disordine, tutto quello che vi avevo seminato. Ho preso in mano,raccolto, spolverato,raggruppato per argomento, corretto, aggiunto tutto ciò che sentivo di dovere comunicare ad altri, affinché possano trarne una qualsiasi sorta di beneficio. Non è stato semplice per me, dare un inizio logico e non sconclusionato,dal momento che sono al primo tentativo di comunicare con un pubblico quasi sconosciuto, tramite la scrittura, raccontandovi il complicato puzzle della mia vita. Non è stato nemmeno indolore,ripercorrere con il pensiero e con le parole le tappe più faticose, ma anche le più gioiose ed allegre, di quasi mezzo secolo di me stessa! Sto cercando, vi ripeto con fatica e volontà, di descrivervi anche stralci di emozioni e pensieri altrui vissuti assieme a me, con me, dentro me. Dove lì resteranno per sempre, attaccati al mio cuore, se meritevoli di rimanerci.Mi sembra di costruire il duomo di Milano con i suoi 11.700 metri quadrati di superficie, 440.000 metri cubici di volume,le sue 3.400 statue e le sue 135 guglie. Ho optato così per iniziare la ricostruzione della mia storia. A questo punto mi sono chiesta se volevo veramente mettermi a nudo, raccontandomi nei minimi dettagli, senza mentire mai, se desideravo spogliarmi di ogni indumento ingombrante che avevo addosso. Anche questa seconda risposta che mi sono data è stata affermativa. Togliendomi tutto, ma proprio tutto, anche quel minuscolo e luccicante perizoma che tanto amavo e che mi era costato uno stipendio,ho riacquistato la consapevolezza di essere una persona vera, umana, autentica, schietta e non una soubrette uscita da una rivista patinata. Immagine che mi sono auto costruita e che qualcuno/a mi aveva cucita addosso come una seconda pelle. Questa falsata mi ha fatto da copertina di Linus per 40 lunghissimi anni.
Strada scrivendo, mi convinco sempre più che non sono solo un piccolo verme che esce strisciante e nudo dalla terra madre, come qualcuno ha voluto farmi credere, ma ho un cuore che batte, una mente che pensa, un corpo che sa ancora amare con trasporto e passione sconfinata, un paio d’occhi che hanno pianto troppo e riso troppo poco. Ho deciso che da ora in poi, questi occhi grandi color nocciola, vorranno solo ridere di gusto. Emozioni che ho dovuto troppo a lungo trattenere dentro me, ora sono scoppiate con la potenza di un fuoco che sta dilagando sempre più e desidero trasmetterle ad altri. Esiste la ragionevole convinzione che mi sto giocando il tutto per tutto, anima e dignità comprese. Sono consapevole che se per caso o per fortuna, qualche essere umano mi leggerà,farà i propri leciti o non leciti commenti, mi criticherà, mi disapproverà’,o potrebbe anche ridere di gusto. Esprimerà il proprio pensiero su quello che ho fatto o non fatto, o che potevo fare meglio, o che non dovevo fare per niente. Non tapperò la bocca a nessuno,anzi!Cercherò di mettermi in una posizione di ascolto, facendo tesoro di tutto. Ho messo già in preventivo, le critiche che pioveranno copiose dal cielo: sono pronta ai giudizi che saranno bene accetti di qualsiasi natura, purché sinceri e non dettati da invidie e rabbie pregresse. Come si suol dire giunti a questo punto della situazione,“quello che è fatto è fatto,quello che è detto è detto, quello che è scritto è scritto, indietro non torno. Ovviamente col senno di oggi, tante strade non le ripercorrerei più, non posso negare di averle percorse,fanno parte di me e della persona che sono divenuta oggi. Ogni piccola per ora, ruga o segno d’espressione che ho, racconta la mia vita, parla di me e di quella che sono oggi. Guai a chi mi proponesse un lifting feroce, per togliere quei segni che mi hanno fatta maturare e crescere, in un mondo dove è difficile persino oramai andare per strada, senza cadere ed inciampare o peggio ancora ricevere calci nel deretano. Sui pochi capelli bianchi invece, confesso che me li faccio tingere da secoli, non li sopporto proprio!Sono troppo vanitosa,mi reputo ancora molto piacente e “PIACIONA”, voglio continuare a vedermi sempre donzelletta che vien dalla campagna!Cosa peraltro veritiera. Che bello quando scappavo da casa,con la bicicletta nera e cigolante di mio padre, per andare in Cooperativa(l’allora bocciodromo),a prendere un bicchiere di chinotto fresco da 50 lire, la misura più piccola, per il gran caldo di quelle sere estive degli anni settantacinque. Naturalmente il tutto di nascosto alla Bianca! Antonio era diverso, succube del generale d’armata Bianca F., anche se per anni e fino alla sua dolorosissima morte, ho creduto e pensato il contrario!Ora non ho veramente più nessun tipo di scuse per rimandar l’impegno che ho preso con me stessa. Con volontà e tenacia ho provato a raccogliere le mie idee e i miei appunti scritti, per cercare di farvi scoprire uno spezzatino di quella che definisco la mia “colorata e arzigogolata” vita fino ad oggi. Lo faccio quasi ogni giorno, come un compito da svolgere, come una studentessa modello che deve esercitarsi e studiare tanto, per essere promossa. Qualcuna brava donna, moglie e madre di famiglia, mi ha detto sui denti, urlando a squarciagola, che con il mio blog, ci si spazza il “c..o”. Come riesca con un computer ed un monitor a pulirsi bene le parti anatomiche del deretano io questo non lo riesco a capire! Beata lei, sai che risparmio di carta igienica? Una monitorata, una tastierata e una mauseata nella carreggiata, ed ecco fatto un bel bidet! Averlo saputo prima l’avrei scritto anche nel libro sul Water…. Poi però mi domando con sgomento e titubanza che cosa avrò mai di così speciale, io che non sono nessuno, da doverlo per forza raccontare ad altri?Perché qualcuno dovrebbe perdere tempo per leggermi?Le risposte potrebbero essere scontate, ma non sarò certo io a suggerirvele. Certo,che se fin dalle prime parole intravedeste l’odore ed il sapore piccante, sareste maggiormente motivati a proseguire la lettura, immaginando poi quanti e quali scheletri potreste trovare nel mio armadio di famiglia!Penso che le sorprese saranno infinite e la voglia di curiosare nei miei cassetti e nei pizzi delle mie sottovesti di seta, salirà man mano che girerete le pagine. Me ne accorgo dai termini che cercate, soprattutto in fatto di grembiuli e di donne nude, che girano per casa con solo il famoso grembiule addosso!! Direi che è il post più gettonato, però vi consiglio di cuore di rileggervi bene l’articolo: non vi è nulla di scandaloso o di sessuale, cercavo solo un grembiule allegro in quella Pasqua! Se poi l’ho indossato con sotto nulla,beh! Che c’è di così scabroso? In fin dei conto mica ho messo la foto sul Web, mi ha vista così solo Corrado, pensate che è ancora vivo, dopo tale sorpresa pasquale!!
Ma quante altre sorprese ci saranno, sotto a questo essere di un metro e sessantatré? Mettetevi comodi, possibilmente in tuta felpata sulla vostra poltrona preferita, indossate un paio di pantofole a forma di coniglio e andiamo a incominciar lo spogliarello! Dedico al mio sfortunato e dolce papa’ che orco non era, tutto ciò che ho scritto e che scriverò in futuro. Ogni sorriso, lacrima, risata, o commento favorevole che riuscirò a farvi avere è per Antonio. Ovunque si trovi, si starà facendo qualche domanda, su questa figlia avuta in tarda età, ma amata in modo silenzioso, senza riuscire a dimostrarlo in tempo utile. Spero si faccia anche molte fragorose risate mentre legge i vari Post,sbocconcellando una fetta di salame come solo lui sapeva preparare mentre sorseggia del buon Lambrusco. Ringrazio mio marito che con pazienza mi ha assecondata, spronata, incoraggiata e seguita in questo pazzo progetto, senza mai ostacolarmi. Mi ha costruito lui il BLOG, quel geniaccio di un informatico pazzo d’idee e geniale, quell’uomo senza il quale non potrei nemmeno più respirare! Anche quando i pianti, numerosi e rompiballe e la malinconia mi impediscono di scrivere, c’è sempre lui che mi dice” Faby, vai avanti, ce la puoi fare, ne hai passate di ben peggio, scrivi e basta!”Sono riconoscente fin d’ora a coloro che non conosco di persona ma che avranno la voglia, la curiosità e la pazienza di leggermi fino alla fine. Bacio e stra bacio se me lo concedono, i miei stupendi figli, che penso si chiederanno come mai la loro madre e’ cosi’ pazza e cosi’ innamorata di loro. Le risposte ora non gliele darò, le dovranno cercare e capire quando io abiterò stabilmente, in pensione completa in un altro Hotel per poter rispondere.
Questo è il mio modo per augurare buon natale ai miei affetti più cari: mio marito, i miei figli, mia sorella, mio papà, mio cognato, mio nipote, la fidanzata, mia madre, le mie nipotine, i miei suoceri, i mie cognati e cognate. Stavo tralasciando la sottoscritta… mah sì! Tanti auguri Schianchi Fabiana, continua così, hai lavorato veramente sodo quest’anno e non ti rimprovero nulla!! Buon anno nuovo, credo che altre sfide ti attenderanno, vai avanti e vinci! Ti voglio bene, faby.
Canali, 21 Dicembre 2012.