Londra.
Secondo la stampa britannica Julian Assange si dichiara pronto a consegnarsi alle autorità. Assange, fondatore, editor in chief e simbolo stesso di Wikileaks, é di stanza presso l’ambasciata dell’Ecuador da due anni, festeggiati il 18 agosto con una conferenza stampa durante la quale il sovversivo australiano ha annunciato di avere maturato problematiche di natura fisica che lo costringerebbero ad abbandonare la sua condizione di rifugiato politico.
Nonostante sia il padre della più clamorosa divulgazione di documenti governativi e diplomatici della storia – circa 250mila – Assange é accusato dal Tribunale di Stoccolma di stupro, molestie e coercizione illegale ai danni di due donne, A. e W.. In Svezia la legge identifica come reato il rapporto sessuale non protetto, ovvero non usare il preservativo fa di te un criminale a causa della possibilità di contagio di infezioni e patologie. Assange é ritenuto colpevole di stupro sulla base – unica e ritenuta pressoché insufficiente – della confessione e della denuncia delle due donne, che avrebbero scoperto di essere state sue amanti e avrebbero deciso di denunciare l’uomo, rivelatesi poi amiche tra loro. Il fondatore dell’Enciclopedia del Complotto si é rifiutato, inoltre, di sottoporsi agli esami per la diagnosi di malattie sessualmente trasmissibili, comportamento anche questo criminale secondo le norme svedesi. L’anno é il 2010.
Contestualmente vengono diffusi attraverso il sito le decine di centinaia di documenti diplomatici registrati come segreti e confidenziali appartenenti al governo statunitense che si traducono in un mandato di cattura per l’uomo che intanto si consegna volontariamente a Scotland Yard. Viene carcerato per nove giorni e liberato su cauzione, cauzione che costa parecchio alla Svezia che nel frattempo aveva inoltrato alla Gran Bretagna una richiesta di estradizione rimandata proprio a causa del rilascio di Assange.
Sono in molti a credere che una tale persecuzione per reati sessuali divenuta a tutti gli effetti una persecuzione politica non sia del tutto trasparente e il sospetto, nonché timore di Assange, é che la nazione scandinava stia lavorando per gli Stati Uniti dove un Assange estradato sarebbe gettato in pasto ai leoni.
Ad attenderlo c’è infatti un processo per spionaggio che si concluderebbe nel migliore dei casi con l’ergastolo, nel peggiore con la pena di morte. Una prospettiva che si scontra violentemente con l’idea che personalità dei media e politiche, attivisti, intellettuali e il continente Australiano hanno dell’uomo. Assange é attualmente candidato al Senato Australiano dalla Premier Gillard e noi italiani stiamo combattendo per diffondere una petizione che lo porti al Parlamento Europeo.