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Un brutto giorno si accorge che la sua assicurazione sanitaria non copre più le spese per le costose cure della moglie, vanno avanti esaurendo il plafond delle loro carte di credito e siccome non basta più Jim convoca il suo broker per riavere quello che ha investito in fondi bancari.
Ma quei soldi non ci sono più falcidiati sotto la catastrofe finanziaria dei mutui sub prime, anzi si ritrova con un bel debito sulle spalle, con la moglie malata e il rischio che gli pignorino casa.
E perde anche il lavoro.
Ce n'è abbastanza perché uno sbrocchi: ma Jim , che non ha nulla da perdere, lo fa con classe....
Uwe Boll incontra la crisi economica mondiale e la risolve a modo suo....
C'era un tempo in cui i film realizzati dal regista teutonico erano sinonimo di spazzatura senza speranza eppure , pur non avendo abiurato per nulla al proprio stile spiccio e brutale, qualcosa nel suo cinema è stato messo meglio a fuoco e anche una rapa come lui , non dico che ha cominciato a sanguinare come in quel famoso detto, ma perlomeno si arriva alla fine della visione senza l'insopprimibile bisogno di spegnere e mandare tutto in malora.
Oddio, la prima metà di questo Assault on Wall Street ce la mette tutta a farti interrompere la visione: al povero Jim, una specie di armadio semovente con le fattezze di Dominc Purcell che quando si tratta di menare le mani o sparare non c'è problema ma quando si tratta di recitare, di fare il marito amorevole e delicato ( con quei due badili che ha al posto delle mani) oppure quando si tratta di spremere i canali lacrimali diventa una specie di mortadellone con le unghie, e alla moglie , bellina parecchio, ne succedono di tutti i colori che quasi ti chiedi se questo concentrato di sfiga cosmica che li assale a tradimento sia un disegno divino oppure una maledizione voodoo.
E in questo passare da una sfiga all'altra aumenta l'empatia che si ha per il personaggio principale che assume sempre più le sembianze del cane bastonato , diventa quasi un orsacchiotto di peluche assalito da orde di bracconieri.
Uwe Boll è furbo, molto furbo: questi 50 minuti buoni passati a descrivere la discesa nell'abisso di Jim servono solo a mettere su un vassoio d'argento l'empatia dello spettatore per il povero Jim preparandolo alla sanguinosa vendetta da parte dell'ex guardia giurata.
Servono a fornire una sorta di giustificazione, una riabilitazione morale per uno che , a conti fatti, uccide a sangue freddo, sembra vittima di un raptus come fu il Michael Douglas di Un giorno di ordinaria follia, ma in realtà è autore di una spietata vendetta pianificata nei minimi particolari.
Omicida senza che nemmeno l'ombra del rimorso attraversi la sua coscienza, che però uccide tutti i broker cattivi e gli avidi finanzieri che si muovono indisturbati nei corridoi di Wall Street nonostante abbiano ridotto milioni di famiglie al lastrico.
Chi non ha mai pensato che questi signori non avessero pagato abbastanza per il danno socioeconomico da loro provocato?
Chi non ha un moto di schifo quando la gente muore di fame e loro continuano a prendere bonus milionari a spese di coloro che hanno mandato in mezzo a una strada?
Uwe Boll cavalca questo sentimento popolare tra critica sociale e populismo bieco infarcendolo di una cospicua dose di qualunquismo e, come sempre, usa la clava per esternare il suo pensiero dirigendo un film che , al solito, colpisce più la pancia che il cervello.
Ma Uwe Boll è questo : prendere o lasciare.
Per un sacco di tempo ho lasciato, ma ora comincio a prenderlo.
In fondo ogni tanto film di pancia come questo, grezzissimi , inattendibili dal punto di vista della verosimiglianza ( SPOILER SPOILER SPOILER perché uno a Wall Street non credo che possa entrare così facilmente , armato fino ai denti e dopo aver sparato e ucciso farla anche franca grazie a un suo amico poliziotto FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER) ogni tanto fanno bene.
E comunque la parte in cui comincia la carneficina è quella che gli riesce meglio.Qui è messa alla fine del film e bisogna attenderla per un po'.
Uwe Boll regista specializzato in mattanze.
( VOTO : 6 / 10 )
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