Assente ingiustificato

Un premier che non si fa scrupoli ad attaccare i media, a chiamare in questura per aiutare la povera nipote di Mubarak, ad apparire in video per rassicurare gli italiani sulla tenuta delle sue love story, a prendersela con le toghe rosse e con i comunisti di ogni dove, a fare promesse irrealizzabili (“Via la spazzatura da Napoli in dieci giorni”, sempre là sta; “Sconfiggeremo il cancro”, come no), non può sparire per giorni e non proferire parola nei momenti di crisi per poi esprimere un astruso pensiero, intriso di retorica peraltro, tramite un gelido comunicato stampa. Delle due l’una, e siamo alle solite. O la finiamo – la finiscono – di attribuirgli doti comunicative che non ha mai posseduto, oppure entriamo – a scoppio ritardato, di almeno 17 anni – nell’ottica delle idee che un conto è dichiarare i propri obiettivi politici, un altro è perseguirli (se si è in grado). E al nostro, che non ha portato a compimento un’acca di quello che aveva garantito, manca la caratura del grande statista.
(Qui ho scritto in prosa ciò che altrove è stato reso in poesia, ammesso e non concesso che abbia dalla mia tali licenze poetiche).