commissione cultura in comune. Un evento!!! Ma no, l’assessore De Bona rintuzza sempre, se si dà questa piega bonaliana al discorso. Spiega che la commissione cultura da regolamento si fa solo quando ci sono argomenti che devono andare in consiglio comunale. La cultura non ha argomenti che vanno trattati in consiglio, poi in un momento di spending review si può solo immaginare la falcidie dei finanziamenti.
L’assessore comunale alla cultura forse non avrà alcun successore
Al punto che ormai le competenze per occuparsi di cultura il comune non le ha più. E tantomeno i soldi.
Dunque la prossima amministrazione – facendo i conti – può benissimo non avere un assessore alla cultura. E probabilmente non sarà l’unico a sparire. I 10 assessori in comune e gli altrettanti 10 in Provincia passeranno alla storia. Potrebbero restarne un terzo, anche meno. La somma in futuro, ammesso che le Province restino (come noi desideriamo, perché l’ente è sotto gli occhi dei cittadini, non è una burocrazia labirintica e fa da tramite fra città, piccoli e medi comuni e la Regione).
La legge sul decentramento amministrativo dice che la cultura non è una competenza fondamentale dei comuni, anche se i musei sono civici. La solita contraddizione.
Irene Nicoletta De Bona sarà quindi forse l’ultima della sua specie, dopo tutte le polemiche che ha subito bisognerà trovare un altro bersaglio. Anche per il commercio: il comune non ha più possibilità di far nulla.
Non ci sono soldi è il ritornello, obbligato. c’è chi propone altri modi di amministrare per non gettare la spugna: il comune non è un’azienda, non vive di solo pane. D’accordo ma viste le reazioni a certi discorsi la sparizione del potere dell’ente locale in determinati settori forse sarà rimpianta.
Ma tornando a De Bona e ai dati che ci ha comunicato, le presenze nei musei dal 2009 in poi sono aumentate di 20mila! I soldi per le grandi mostre non ci sono, le attività fatte in economia però si fanno sentire. Il dato brucia, fa soffrire l’opposizione.