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Assolti sì, ma prima rasi al suolo

Creato il 29 maggio 2012 da Zfrantziscu

Giacomo Spissu, presidente del Consiglio regionale fra il 2004 e il 2009, allora del Pds e oggi del Partito democratico, è stato assolto da un’accusa infamante, concussione, dopo sette anni di tribolazioni. Nel frattempo, la sua carriera politica è stata stroncata non dagli elettori, ma dai pm e dai media. Perché non sia frainteso, i pubblici ministeri hanno fatto il loro dovere, raccogliendo una denuncia per concussione e su questa accusa indagando. Anche i media, hanno fatto quel che dovevano fare, raccogliere notizie e pubblicandole. Il problema è capire come l'hanno fatto e con quali interconnessioni. Assoluzione, dunque, ma da qui a dire che giustizia è fatta ce ne corre. Così come capita in altre lande, a Rignano, dove un gruppo di insegnanti è stato assolto dopo sei anni da accuse non meno infamanti: quelle di aver abusato di 21 bambini. Qui l’immagine degli assolti continua ad essere opaca: il caso è stato montato sei anni fa senza troppi riguardi per la presunzione di innocenza degli imputati che, infatti, “godono” del sospetto di essere stati ingiustamente scagionati. Per Spissu, no. Pare che i sospetti siano stati portati via dalla assoluzione. Resta il fatto che per sette anni intorno a lui c’è stata un’aurea di malfattore, periodicamente alimentata da notizie che, alla prova dei fatti, erano false. La libertà di stampa e il dovere di perseguire i reati sono, ovviamente, cose fuori discussione. Ma quando esse entrano in conflitto con la libertà e la onorabilità delle persone non dovrebbe esserci un modo per far sì che quel conflitto non produca danni gravissimi? Tanto più che sono danni pagati da nessuno salvo che da chi li ha subiti. Come, appunto, è capitato agli insegnanti di Rignano e all'ex presidente del Consiglio regionale della Sardegna. 

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