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Asta titoli, rendimenti in calo nonostante “downgrade”

Da Mrinvest

L’asta titoli triennali è andata molto bene oggi, malgrado il declassamento di Moody’s dei nostri bond.

Asta titoli, rendimenti in calo nonostante “downgrade”Iniziamo dalla notizia della giornata: l’agenzia di rating Moody’s ha declassato i nostri titoli di stato, abbassando il suo giudizio di due gradini o “notch”, portandolo da A3 a Baa2. L’outlook rimane negativo, cosa che nel linguaggio delle agenzie significa che vi potrebbe essere spazio a ulteriori “downgrade”.

Secondo l’agenzia, l’Italia è oggi esposta maggiormente di prima al rischio contagio di Grecia e Spagna, mentre il costo per il rifinanziamento del suo debito è inevitabilmente in crescita, data la fuga degli investitori esteri. Infine, Moody’s rimarca come le condizioni politiche siano un rischio, con l’avvicinarsi della data delle elezioni.

Nonostante il pesante declassamento, l’asta titoli triennali di oggi ha reagito piuttosto positivamente, dopo che già ieri si era avuta un’ottima performance per i BoT annuali.

In particolare, oggi il Tesoro ha collocato all’asta titoli a tre anni, per un importo complessivo di 3,5 miliardi. Il rendimento medio lordo si è attestato al 4,65%, in netto ribasso dal 5,30% di giugno. Le richieste sono state di 6 miliardi, per un bid-to-cover ratio di 1,73.

Ma ieri un altro risultato molto positivo era stato ottenuto all’asta titoli annuali, collocati dal Tesoro per 7,5 miliardi e al rendimento medio lordo del 2,697%, in nettissima discesa dal 3,972% di un mese fa. In sostanza, il rendimento è sceso di 130 punti base.

Tra ieri e oggi, quindi, si sono riscontrati due risultati molto positivi, con riguardo alla fiducia degli investitori, nonostante nella nottata sia arrivata la batosta di Moody’s, stigmatizzata pure a livello europeo. Curiosamente, però, lo spread non ha risentito positivamente dell’esito dell’asta titoli odierna, con un differenziale che ha chiuso a 479 punti base, a conferma di come lo stato di sfiducia sui nostri bond sia tutt’altro che finito, con il decennale a rendere oltre il 6%.


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