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Astensionismo e MoVimento 5 stelle al 18% in Sicilia: nulla sarà più come prima

Creato il 30 ottobre 2012 da Antonioriccipv @antonioricci

Astensionismo e MoVimento 5 stelle al 18% in Sicilia: nulla sarà più come prima

Non commento la vittoria di Rosario Crocetta.

Ne il crollo del PDL che passa dal 33,5% al 12,90%.

Ne quello del PD che passa dal 18,8% al 13,4%.

Quanto la percentuale di astensionismo che passa dal 34,7% del 2008 al 52,58% di domenica.

Quanto la percentuale raggiunta dal MoVimento 5 stelle che è il primo partito della Sicilia con il 18,2 %.

Abbiamo fatto le stesse considerazioni dopo le amministrative e la vittoria di Grillo a Parma.

Dall’interno del Partito Democratico ci siamo sentiti rispondere: guardate che questi non vanno da nessuna parte, se governano male a Parma poi spariscono, alle elezioni politiche non ci saranno già più, etc etc etc.

Ebbene alle elezioni regionali Siciliane, nella terrà dove il M5S non era presente se non un mese prima del voto partendo dalla famosa nuotata di Beppe Grillo il movimento è il primo partito con percentuali che fanno tremare i polsi.

Perché se in Sicilia Grillo ha queste percentuali cosa succederà in Lombardia dove è già ben radicato?!

Che è lo stesso discorso legato al recupero dell’astensionismo.

Valgono tutte le considerazioni che avevo già fatto dopo le elezioni di Parma:

Il successo del movimento 5 stelle necessità a mio avviso di una attenta analisi.

E’ un successo che raccoglie la disillusione, la stanchezza,  l’incazzatura generalizzata contro i partiti classici, percepiti come corpi estranei rispetto alla società italiana, percepiti come custodi di enormi privilegi senza nessuna volontà di autoriformarsi in un momento di crisi economica profonda e sempre peggiore.

Questo voto incanala il rifiuto di questa politica e la domanda di “altra politica” di una nuova politica e rinnovata.

E’ sbagliato liquidare il successo del movimento 5 stelle come semplice demagogia e populismo, vanno analizzate le domande che pone e che hanno incontrato il sentimento favorevole degli elettori.

Sappiamo che soprattutto Grillo è caratterizzato da venature di demagogia e di populismo..

Ma cogliere solo questi aspetti sarebbe sbagliato.  Vanno analizzate le questioni politiche poste dal movimento e accolte da una parte di elettori tanto più che nei sondaggi il M5S è l’unico partito in crescita.

Indubbiamente il movimento di Grillo risponde ad una domanda di RINNOVAMENTO.

I sindaci eletti dal movimento o che sono arrivati vicini al ballottaggio come a Genova non sono estremisti provengono dalla società civile e SONO FACCE NUOVE indipendentemente dell’età.

Questi  sindaci presentano programmi che per il restante 70% potrebbero essere i nostri.

Puntano sull’ambiente (a Parma contro l’inceneritore), lo sviluppo sostenibile,  il risparmio del consumo del territorio, l’acqua pubblica, i beni comuni.

Puntano sulla trasparenza della politica, sulla trasparenza amministrativa,  insistono sul taglio al finanziamento pubblico  e soprattutto sulla limitazione dei mandati.

Ancora una volta rinnovamento.

Pongono problemi che i partiti tradizionali, compreso il nostro, hanno affrontato in ritardo e spesso in maniera inadeguata rispetto al sentimento dei cittadini.

Allora la questione direi non è Grillo. È la richiesta esasperata di cambiamento che i cittadini rivolgono alla politica dopo anni di occasioni perdute che hanno divorato la fiducia nei partiti e nel Parlamento, portandola al livello più basso d´Europa.

Grillo è la spia di tutto questo, ed è una valvola di sfogo.

Noi dobbiamo tenere conto di questo, delle domande di rinnovamento profondo,  di una una politica più sobria, di un taglio dei costi della politica, di maggiore trasparenza, di temi precisi e soprattutto moderni contemporanei.

E dobbiamo migliorare la nostra proposta sia sul versante del rinnovamento e della trasparenza, sia su quello della proposta politica a tutti i livelli.

E praticarlo a tutti i livelli”.

Questo lo dicevo allora e lo ribadisco adesso.

Non è antipolitica ma la necessità di una politica diversa da quella classica.

Speriamo che lo si capisca ai piani alti, capire che agli occhi dei cittadini siano noi l’antipolitica.

Che ci vuole un drastico cambiamento di modalità con cui approcciarsi alla politica nel nome della trasparenza, della novità, della capacità.

Soprattutto là dove il M5S è già radicato, soprattutto in Lombardia.



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