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Astonishing: Joss Whedon, John Cassaday e gli X-Men

Creato il 04 ottobre 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
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Astonishing: Joss Whedon, John Cassaday e gli X Men X Men Marvel Comics Joss Whedon John Cassaday In Evidenza

Astonishing: Joss Whedon, John Cassaday e gli X Men X Men Marvel Comics Joss Whedon John Cassaday In Evidenza  

E’ tutto così fragile, c’è tanto conflitto, tanto dolore…
Continui ad aspettare che la polvere si posi e poi capisci che non c’è altro: la polvere è la tua vita che va avanti.
Se succede qualcosa di felice, quella strana, insostenibile gioia che è la vera felicità, penso tu debba afferrarla mentre ne sei in grado.
Prendi quello che puoi, perché un attimo è qui, e poi scompare.

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Talenti

Astonishing: Joss Whedon, John Cassaday e gli X Men X Men Marvel Comics Joss Whedon John Cassaday In Evidenza 2004. Gli X-Men diventano Astonishing. Non è la prima volta che succede: ci sono stati i quattro numeri a firma Scott Lobdell e Joe Madureira nel 1995, o la trilogia del 1999 di Howard Mackie e Brandon Peterson. Ma con il 2004 la parola Astonishing viene associata a una serie regolare, destinata a concludere il suo corso nell’ottobre del 2013. Il lancio della nuova testata è affidato a Joss Whedon e John Cassaday.

Joss Whedon è lo sceneggiatore di Buffy l’Ammazzavampiri, uno dei più grossi successi televisivi a cavallo fra anni ’90 e 2000. Ma è anche il responsabile di Firefly, miscela unica di western e fantascienza che ha avuto il solo difetto di durare troppo poco. Nel 2004 il suo curriculum fumettistico è tutt’altra cosa rispetto alle esperienze per cinema e TV, limitandosi ad alcuni spin off dal Buffyverse (Frey, Tales of the Slayers, Tales of the Vampires, editi da Dark Horse). Per rendergli il compito ancor meno agevole, la sua gestione dei mutanti deve vedersela con i New X-Men di Grant Morrison, di cui Astonishing è l’ideale continuazione, sfruttando in pratica la stessa line up.

John Cassaday viene scoperto nel 1995 da Mark Waid; ha lavorato per Dark Horse (Ghost), DC (Flash, Superman/Batman, Teen Titans), Marvel (Capitan America, Ka-Zar, Union Jack, X-Men/Alpha Flight), Image (Gen13, C-23). Ma, soprattutto, nel 2004 è a metà della sua collaborazione con Warren Ellis per Planetary, che gli ha appena fruttato un Eisner Award come best penciler.
Joss Whedon e John Cassaday: la coppia giusta al momento giusto. Per un ciclo di X-storie capace di vincere l’Eisner Award per “Best Penciler” (nel 2005 e nel 2006) e come “Best continung series” (nel 2006).

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Frammenti di una storia

Kitty Pride torna alla scuola per giovani dotati. Pezzi di vita riempiono le stanze, altrimenti vuote, di fantasmi. Intangibili come lei. Sono le avventure che ha vissuto, racchiuse fra il primo incontro con Charles Xavier e il momento in cui ha scelto di andar via. Nella sequenza d’ingresso ci sembra di accompagnarla: i suoi ricordi si riverberano nei nostri.
E c’è lo stesso Whedon, con noi: Astonishing X-men si qualifica subito come il lavoro di un appassionato, uno che gestisce con attenzione i personaggi, li tratta con l’affetto necessario a trasformarli in persone reali. “Sono i frammenti più piccoli”: non sono i nemici di sempre, e nemmeno i momenti in cui Kitty ha rischiato la vita o ha salvato universi. Sono i piccoli pezzi a caratterizzarci: l’affermazione può apparire un avvicinamento ruffiano al lettore, ma la quotidianità delle relazioni rivestirà, nonostante la notevole dinamicità della saga, un elemento fondamentale, un costante substrato di lettura.

L’Astonishing X-Men di Whedon si compone di quattro capitoli interconnessi.

Astonishing: Joss Whedon, John Cassaday e gli X Men X Men Marvel Comics Joss Whedon John Cassaday In Evidenza Talenti (Astonishing X-Men #1-6) introduce un siero in grado di annullare gli effetti dei geni mutanti. Fa il suo ingresso l’alieno Ord, che raggiunge la Terra per salvare il proprio mondo, destinato da una profezia alla distruzione per mano di un mutante. La domanda che Talenti porta con sé è una declinazione della classica “maledizione X”: cosa sono i mutanti? Una tappa dell’evoluzione dell’umanità o una malattia che la porterà all’estinzione? Accantonando l’annoso problema accademico, le risposte che Whedon esplora sono sempre e soltanto emotive (da Hank McCoy, a.k.a Bestia, a Logan, al giovane Wing), e rappresentano il motore di questi volumi come dei successivi. Talenti è la prima dura prova sul campo per Kitty, che in un’incursione in un istituto per studi genetici si trova di fronte al suo ex ragazzo Colosso, riportato in vita.

Pericoloso (Astonishing X-Men #7-12) ruota intorno alla presa di coscienza della Stanza del Pericolo. Come dice Danger stessa, ovvero il nuovo essere nato dall’umanizzazione dell’impianto di addestramento S’hiar, la coscienza di sé si ottiene dalla consapevolezza dei propri limiti, e cioè della differenza fra quello che si vorrebbe e ciò che si può. Il fil rouge di Pericoloso è il riconoscimento della propria esistenza e del proprio posto nel mondo. Cos’è una missione? L’imperativo che ci comanda, che determina le nostre scelte fino a trasformarci in automi? O solo una delle opzioni percorribili? Danger e Charles Xavier, ma anche la Sentinella responsabile del genocidio a Genosha, ci daranno le loro risposte.

Lacerati (Astonishing X-Men #13-18) segue l’aggressione agli X-Men da parte del nuovo Club Infernale. Ogni eroe del team si trova a fronteggiare le proprie più grandi paure. Nulla è come sembra: l’attacco è un’elaborata trama psichica tesa da Cassandra Nova, nemica creata durante la gestione Morrison. Il piano mentale su cui si gioca lo scontro consente a Whedon di esplorare con naturalezza i personaggi, restituendoci ritratti compiuti dei comprimari della saga.

Inarrestabile (Astonishing X-Men #19-24 e Giant Size Astonishing X-Men #1) trascina il team sul lontano pianeta Breakworld, dove si consuma l’atto finale dello scontro con Ord e la sua popolazione, nello stile della più tipica Space Opera. Lo spostamento del Astonishing: Joss Whedon, John Cassaday e gli X Men X Men Marvel Comics Joss Whedon John Cassaday In Evidenza teatro dell’azione sul mondo nemico consente di comprendere l’ottica degli alieni, percepire la coerenza di una cultura basata su valori differenti e dà un peso diverso all’istinto di sopravvivenza che ha generato il viaggio di Ord. Al contrario, la dinamica di Aghanne, ribelle su Breakworld, stanca di un pianeta in cui la lotta è il principio essenziale e la pietà è vista come un peccato (o come dice lei, una mutazione), porta in ultima analisi a figurarcela come una folle che si erge a giudice e boia di tutto ciò che la circonda. Inarrestabile è, per forza di cose, il capitolo più dinamico della saga. Si arriva ai sacrifici necessari: se Ciclope riesce a comportarsi da leader fino in fondo (e oltre), una Kitty spaventata, allo stremo delle forze, raccoglie le energie per quello che appare l’ultimo atto di coraggio possibile. Sottolineato dal breve, toccante ed efficacissimo scambio psichico con Emma, che conclude un’avventura e risolve un rapporto fino a quel momento impossibile.

“Contrariata, Ms. Frost?”
“Stupefatta, Ms. Pride”

Questioni di stile

Astonishing: Joss Whedon, John Cassaday e gli X Men X Men Marvel Comics Joss Whedon John Cassaday In Evidenza Non c’è un attimo di tregua, in Astonishing X-Men: i capitoli si susseguono senza soluzione di continuità, ogni volume sfuma organicamente nell’inizio del successivo (spesso introdotto da un cliff hanger), ma la costruzione delle storie è talmente equilibrata che non si registrano, nemmeno negli episodi più convulsi, accelerazioni eccessive. L’impressione è un grande e costante controllo, un’intelligibilità che si mantiene inalterata anche quando il confronto si basa proprio sull’alterazione del fattore percezione, come nel match fra Xavier e Danger o nell’assalto alla scuola da parte di Cassandra Nova.
L’equilibrio è anche e soprattutto nella disposizione del testo. I dialoghi non sono né troppo verbosi, né troppo scarni, dando grande fluidità alla lettura. I personaggi sono sempre ben presenti in tutto quello che dicono: li riconosceremmo anche in assenza dei disegni. Le didascalie, usando uno schema televisivo o cinematografico, non sono mai descrizioni dell’ambiente, ma (quasi sempre) voci fuori campo che introducono un cambio scena.

Venendo all’aspetto visivo, il lavoro di Cassaday è notevolissimo, con primi piani molto espressivi, precisi al limite del fotografico, inquadrature chiare e misurate, splash pages spettacolari (lo Xavier battagliero nell’ultima pagina del #10, l’enorme Sentinella rediviva nel #11, gli occhi rossi di Ciclope nel finale del #23). Così come Whedon fa parlare coerentemente ogni personaggio, è un piacere osservare la diversificazione dei volti degli eroi interpretati da Cassaday, sia che facciano parte del mondo mutante (con un fantastico e pelosissimo Hank McCoy, gli umanissimi Kitty e Ciclope, un adeguatamente imponente Colosso, un Wolverine ferino e tozzo come si conviene, l’austera e scostante Emma Frost) sia che si riferiscano al resto del Marvel Universe (convincente il suo serio e verticale Mister Fantastic, bellissima la pagina doppia con l’Uomo Ragno fra i grattacieli).
La sensazione è che Cassaday abbia seguito alla perfezione le indicazioni di Whedon, trasformandole in una regia attenta, che sa liberarsi in spettacolari scene di combattimento, ma si adatta alla grande anche a contesti più intimi.Astonishing: Joss Whedon, John Cassaday e gli X Men X Men Marvel Comics Joss Whedon John Cassaday In Evidenza

Stupefacenti X-Men

Astonishing X-Men sa regalare personaggi che seguono dinamiche coerenti e che durante il racconto vengono messi alla prova in modo adeguato. La saga insiste su un terzetto di protagonisti: Kitty Pride, Scott Summers ed Emma Frost.
Kitty Pride, in particolare, sembra il personaggio su cui si concentra l’attenzione di Whedon. Seguiamo il suo adattamento al contesto della nuova scuola (in particolare alla presenza di Emma Frost, che sin dall’inizio si presenta come sua antagonista nel team), la sorpresa nel ritrovare il vecchio amore riportato in vita e la conseguente gestione di un rapporto sul quale torna a voler investire, ma anche l’accettazione delle proprie responsabilità di eroina quando la situazione si fa critica. Le dinamiche mostrate, che spaziano dal fastidio, alla gioia, alla rabbia, alla disperazione, non soffrono di momenti forzati e ci restituiscono un personaggio piacevole, ma soprattutto umano, in cui è facile immedesimarsi.

Astonishing: Joss Whedon, John Cassaday e gli X Men X Men Marvel Comics Joss Whedon John Cassaday In Evidenza Per Ciclope Whedon sfrutta due classici conflitti interni di Summers: il ruolo di leader che da sempre avverte come un vestito scomodo, il potere dei raggi ottici che fin da piccolo ha temuto e tenuto a freno. Si aggiunge l’amore riluttante per Emma, contrastato dal lutto recente per Jean Grey, che trova la forza di dichiararsi solo nei capitoli finali. La crescita del personaggio è costante e ben avvertibile, tanto che siamo sempre più portati, con il proseguire della saga, a tifare per lui (non è facile che avvenga, per un eroe tradizionalmente introverso). Siamo con Scott, in particolare, quando trova la forza di sputare il suo “Sono innamorato di te, adesso” nel mezzo della battaglia aerea a metà del numero 21. Così come non possiamo evitare di trattenere il fiato mentre guardiamo i suoi occhi chiudersi, nel buio siderale dell’ultima pagina del numero 22. E le due immagini di Jean e Xavier, semplici e perfette, sanno riassumere con potenza la sua intera esistenza.

Emma Frost è la villain in via di redenzione. Anima grigia del gruppo: sempre impegnata a marcare la sua distanza rispetto agli altri o a proporre le soluzioni più drastiche e meno etiche. Capiamo che si tratti di una facciata con il progredire della storia (in particolare in Lacerati). Emma è una sopravvissuta: da Genosha, dal sodalizio con Sebastian Shaw, da una vita sbagliata che sta cercando, non sempre con successo, di rinnegare. Lo stesso ingresso di Kitty nel team è guidato dalla sua necessità di avere un controllore esterno che le eviti ricadute. L’obiettivo di apertura che il suo personaggio persegue sarà ottenuto, prevedibilmente, proprio con l’aiuto degli altri, in particolare di Kitty e Scott: le lacrime con cui Emma accoglierà l’irrecuperabile allontanamento del proiettile alieno nel Giant Size Astonishing X-Men sono una sua importante vittoria contro se stessa.

Gli altri Uomini X rivestono invece ruoli più secondari.
Hank McCoy ha quel suo peculiare modo di esprimersi che lo relega al ruolo di contrappunto comico, ma Whedon non dimentica il conflitto interiore derivante dalla sua devoluzione in atto. Si tratta di momenti, singole pennellate ben rese: l’atteggiamento di fronte alla cura, con la visita alla dottoressa Kavita Rao e la zuffa con Logan in Talenti, o anche la semplice comparsa, vestito in modo fin troppo elegante, dopo la regressione operata da Emma/Cassandra in Lacerati. La solitudine che si autoimpone conosce un brusco arresto nella promessa di legame con l’agente Abigail Brand, ma la dichiarazione della ragazza, nelle pagine finali, è poco sviluppata e sa quasi di contentino, come se Whedon ci tenesse a compensare il dramma che si consuma nell’ultimo capitolo.

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Colosso appare monolitico, intontito e cristallizzato dal ritorno dalla morte. La frenesia di tutto quello che gli succede intorno non permette davvero di scendere in profondità sotto la sua pelle di acciaio organico. E’ la cavia riportata in vita da Ord, è l’uomo della profezia: più che soggetto, sembra costantemente l’oggetto dell’azione. Ma questa sua bidimensionalità appare ben motivata dall’andamento di una storia che gli lascia ben pochi istanti in cui rifiatare (istanti durante i quali, per altro, è Kitty a prendere l’iniziativa).
Nell’X-team l’unico a ricevere un trattamento non adeguato è, come purtroppo di solito accade, Wolverine. Cioè il personaggio più difficile da trattare per gli scrittori che si sono occupati di supergruppi mutanti Marvel (dopo Chris Claremont). In questo caso, come sempre, ci ritroviamo di fronte al solito buzzurro in preda a scatti di furia, che rimane identico a se stesso per tutta la saga e vede Emma rubare anche il suo tradizionale ruolo di contrappunto negativo ai “buoni” del gruppo. La complessità che ci si aspetterebbe dietro un essere ultracentenario svanisce nei suoi canonici attacchi ringhianti, che per di più si dimostrano inefficaci in quasi tutte le situazioni, persino quando si confronta con l’inesperta Hisako. Restano dei siparietti gustosi, come la regressione a bambino ad opera di Cassandra Nova (“Sono il migliore in quello che faccio. E quello che faccio è così terribilmente carino!”), i battibecchi con Hisako (che obbediscono al suo tradizionale affetto per le nuove reclute), o le due vignette mute, seguite da un laconico “era ora”, quando il canadese “subodora” l’incontro amoroso fra Kitty e Colosso.

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Whedon, oltre a gestire bene il team principale, dimostra di saper creare nuovi personaggi interessanti che sapranno conservarsi un posto nel futuro delle testate mutanti: Hisako, anzitutto, una sorta di “nuova Kitty Pride”, il cui potere di generare un’armatura impenetrabile è di per sé un’aggiunta originale, Blindfold, una psichica dalle fattezze insolite, Abigail Brand, una versione femminile (e aliena da parte di padre) di Nick Fury, ma anche e soprattutto Danger, che sorvolando su un look opinabile, ha una genesi notevole a livello concettuale e introduce il filone interessante del suo rapporto con il carceriere Charles Xavier.
Verrebbe da dire che Ord, il nuovo villain che, oltre a Danger, si confronta con gli X-Men, manchi del carisma di altri cattivi della serie. Vero. Anche se, nei capitoli finali, Whedon riesce a nobilitarlo e dargli un po’ di spessore, modificandone lo status da semplice assassino a eroe, disposto a sacrificarsi per la sopravvivenza del proprio mondo.

Ingredienti giusti

L’ Astonishing X-Men di Whedon è tutto quello che un lettore di fumetti vorrebbe: una storia appassionante, epica, divertente, che regala momenti intensi e scontri intelligenti. Ma soprattutto è un racconto classico, che abbraccia in pieno i topoi del genere di riferimento senza lasciarsi andare a revisionismi di sorta ed evitando la trappola dell’autoreferenziale.
Whedon dimostra che per scrivere una bella storia di supereroi basta saper combinare gli elementi chiave della buona narrazione: un intreccio interessante e vario, che si prende i tempi giusti, ma soprattutto che ha un obiettivo chiaro e una dinamica coerente per i protagonisti.
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Abbiamo parlato di:
Astonishing X-Men #1-24, Giant Size Astonishing X-Men #1
Joss Whedon, John Cassaday
Marvel Comics, Luglio 2004 – Luglio 2008

In Italia:
Marvel Omnibus #10. Astonishing X-Men: Inarrestabili
672 pagine, brossurato, colore – 50 €
Panini Comics, Maggio 2010

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