Empires Should Burn è un lavoro d’atmosfera, tra orrore e inland empires. Per realizzarlo, i due artisti coinvolti non potevano che incontrarsi su di un terreno ambient/drone. Di Petit ormai si sa tutto anche da queste parti, vista la sua produttività sconcertante. Gli Asva, autori di buoni dischi come What You Don’t Know Is Frontier e Presence Of Absences, qui sono rappresentati dal solo fondatore George Stuart Dahlquist, che ha suonato il basso coi Burning Witch, ma anche con i Goatsnake e con i Sunn O))) di 00Void, partecipando dunque a quella fase storica nella quale il doom ha incontrato la sperimentazione. Qui, però, si occupa di suonare l’organo e – assieme a Petit – coinvolge per le voci Edward Ka-Spel, Jarboe e Bryan Lewis Saunders. I primi due significano rispettivamente Legendary Pink Dots e Swans, mentre il terzo è un performance artist sul quale poco sono documentato. Di certo, tra tutti spicca Ka-Spel, con lo spoken word ipnotizzante di “And Empires Will Burn”, posta in apertura e lunga mezzo disco: scura,tesa, dissonante, vale tutta la pazienza dell’ascolto. Pur non essendo nulla di nuovo, non sono male i vocalizzi fantasma di Jarboe in “The Star Implodes”, che si fonda sempre sullo stesso schema, cioè drone e note di organo prolungate a fare da appoggio ai collage stranianti di Petit, che intervengono quasi a spezzare lo stato di trance indotta dal lavoro di Dahlquist. Stacca dal resto la chiusura con “Apocryphatic_ally”, più placida e narcotizzata. Se stessimo parlando di calcio e il disco fosse un giocatore, per qualcuno di quelli all’ascolto Empires Should Burn potrebbe essere non il titolare affermato, ma quella seconda fila che quando entra è capace di piazzare il gol.
Tracklist
01. And Empires Should Burn
02. Sweet Dreams Asshole
03. A Vision
04. The Star Implodes
05. Apocryphatic_ally