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Atene ai tempi della crisi

Creato il 05 luglio 2015 da Valeria Vite @Valivi92

Atene ai tempi della crisi

A maggio mi sono recata ad Atene con l’università, ho guardato negli occhi il popolo greco e ho osservato la crisi negli angoli delle strade.

Atene è bellissima dall’alto dell’Acropoli, i piccoli tetti bianchi dei palazzi ricoprono interamente la piana e si arrampicano sui versanti delle colline, estendendosi sino all’orizzonte: il panorama lascia ben intendere come i 650 mila abitanti della città, il doppio di quelli di Milano, siano veramente numerosi. Anche i marmi dei resti del Partenone e dell’Eritteo sono bianchi e riflettono l’accecante luce del sole nell’afa di maggio, mentre un’enorme bandierone bianco e azzurro sventola fiero, testimone di quanto la Grecia sia orgogliosa del suo passato.

In prossimità del parco dell’Acropoli si trovano le strette stradine del centro storico di questa splendida città del Sud, i vicoli sono consacrati al turismo e in particolare alla vendita di souvenir. I visitatori non mancano ad Atene, i musei e i numerosi siti archeologici disseminati nella città abbondano di persone e i negozietti vendono bene eppure, allontanandosi dal “salotto” della città, è subito evidente che il popolo ateniese sta soffrendo. La città è sporca, non solo per il traffico e lo smog: i muri dei palazzi, che dalla cima dell’Acropoli sembravano bianchi e puliti, sono imbrattati di scritte in greco e in inglese e troppo spesso si incontrano gruppi di poliziotti in tenuta anti sommossa, a qualunque ora del giorno e della notte, una precauzione che forse non serve dato che i nostri professori ci hanno raccomandato più volte di non andare in giro da soli e che di notte in pieno centro, mentre ero in compagnia di ben cinque persone, sono stata comunque importunata da un ubriaco. I multietnici passeggeri della metropolitana ateniese hanno spesso l’aspetto della povertà, più di quanto possa accadere a Milano, e ad ogni angolo singoli individui rivendono, spesso senza nemmeno l’ausilio di un banchetto, i biglietti della lotteria, cui la popolazione più povera rivolge le proprie vane speranze di ricchezza.

Cara Atene, sono con te e con i tuoi cittadini in coda alle urne. Sei una città bellissima e aspetto solo che tu ti dia una ripulita per ritornare di nuovo a passeggiare nei tuoi vicoli.

PS: Prima di recarmi ad Atene ho visitato le Cicladi, in cui ho notato molti scheletri dei pilastri portanti di edifici in costruzione abbandonati, sintomo di un’edilizia in crisi.

Atene ai tempi della crisi


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