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Atene tra l’Euro che finisce e la secessione delle isolette…

Da Nicola Spinella @ioparloquantomi

“Der Spiegel” punta il riflettore sul FMI, stanco di sovvenzionare un’Atene che non dà segnali di ripresa, nonostante le promesse di Samaras e la fedeltà di Venizelos. Ma Tsipras tifa per la Dracma. E Ikaria pensa alla secessione…Il Fondo monetario internazionale non ne può più della Grecia e di quei piani di rientro sempre più difficili da rispettare. L’economia ellenica non decolla, e questo basta alla testata tedesca ad ipotizzare un’uscita di Atene dall’area Euro già nel prossimo settembre.

Le motivazioni sembrano quasi ideologiche: secondo il fondo monetario la Grecia non ha alcuna possibilità di ridurre il proprio debito pubblico del 120% entro il 2020, così come statuito dagli accordi sottoscritti dal governo tecnico di Papademos.

A settembre potrebbe scattare l’ora X, quella che ormai Berlino non teme più come qualche mese fa. Sembra diffusa l’opinione che l’Europa della moneta cotonata possa riuscire a fronteggiare un’uscita della Grecia dall’area Euro. Si attenderà la piena funzionalità del Meccanismo europeo di stabilità, in modo da limitare i rischi di contagio per l’unione.

Ma c’è qualcuno che saluta quasi con piacere l’ipotesi di un ritorno alla dracma: per il leader di Syriza, il volto nuovo della politica greca Alexis Tsipras, sarebbe addirittura un successo nazionale. Continuare a chiedere dilazioni sarebbe un “allungare la corda” alla quale impiccare il popolo greco. Inutile tergiversare,meglio interrompere qualsiasi trattativa con l’odiosa Trojka.

English: Alexis Tsipras in a press conference ...

English: Alexis Tsipras in a press conference in Komotini. Ελληνικά: Συνέντευξη Τύπου του Αλέξη Τσίπρα στο ξενοδοχείο Ξενία στα πλαίσια της επίσκεψης του στην Κομοτηνή 13.11.2008 (Photo credit: Wikipedia)

Il leader dei radicali di sinistra è sicuro: difficilmente sarà possibile evitare il default. E si oppone senza tregua ad un governo che non prende in considerazione l’ipotesi di ripristinare tutti quei tagli che hanno demolito la società greca, a partire dalle pensioni e dai contratti collettivi.

Samaras non ci sta e risponde per le rime, rimarcando l’azione di governo tutta protesa verso le riforme frutto dell’accordo dei tre maggiori partiti del paese: in primo luogo, il leader di Nea Dimokratia pone la dismissione delle società nazionalizzate, lotta contro la recessione, spara percentuali in stile berlusconiano promettendo la riduzione al 10% di disoccupazione nel giro di un paio d’anni. L’ennesimo demagogo in una terra in crisi, ancora oggi governata dagli stessi partiti che hanno portato Atene dentro l’Euro, truccandone i conti e assumendo impiegati pubblici per gestire le clientele elettorali.

Ed in questo panorama confuso ed esasperato c’è persino chi pensa alla secessione, come il sindaco dell’isola di Ikaria, a poche miglia dalla costa turca. Le notizie apparse sulla stampa tedesca sembrerebbero protendere verso questa suggestiva ipotesi che viene tuttavia smentita dal diretto interessato che ha descritto come “immaginazione malata” quella che vorrebbe veder confluire l’isolotto dell’Egeo sotto la sovranità dell’Austria. Peccato siano solo voci: e pensare che l’83% degli austriaci era favorevole a siffatta ipotesi, pur di godersi qualche giorno…al mare!


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