In ogni aspetto della vita, e in particolare nello sport, per ottenere un risultato di alto livello bisogna pensare in grande; ragionare come i migliori, seguire il loro esempio e, se ce n’è la possibilità, anche vivere e allenarsi con loro. L’ultima dimostrazione di come questa sia la filosofia vincente si chiama Davide Re, milanese di nascita, ligure di residenza ma piemontese di adozione, studente di medicina, maestro di sci e velocista, neo campione italiano promesse dei 400 piani. Sabato pomeriggio sulla pista del Primo Nebiolo di Torino, Davide ha chiuso il “giro della morte” davanti a tutti, abbassando di sei decimi il record personale e fissando la miglior prestazione italiana stagionale assoluta: 46’’34. “Già in inverno mi sentivo molto bene” afferma il 21enne azzurro tesserato per il Cus Torino, “ma il salto di qualità è avvenuto nei due mesi che ho trascorso negli Stati Uniti, tra l’8 marzo e l’8 maggio”.
Sessanta giorni nel centro di preparazione di atletica leggera dell’IMG Academy (la cui sezione di tennis fondata da Nick Bollettieri ha visto uscire tra gli altri Andre Agassi e le sorelle Williams), a contatto con i campioni americani della distanza (seguiti dal tecnico Lauren Segrave) e ospitato dall’oro olimpico di Pechino LaShawn Marritt. “Dal punto di vista sportivo ho capito meglio su cosa devo fare attenzione in allenamento e in gara, integrando i programmi studiati con il mio allenatore Luigi Vallè” spiega Davide, “ho lavorato per un rinforzo generale della muscolatura, che mi aiuta a correre più composto, e ho gareggiato con atleti con personali uno-due secondi migliori del mio; un ambiente del genere è davvero stimolante”.
Un’esperienza fantastica anche dal punto di vista umano, come raccontato dagli aneddoti del giovane cussino: “ho conosciuto ragazzi molto simpatici e disponibili, supercampioni ma gente assolutamente normale. Una volta presa la decisione di trasferirmi in Florida mi sono messo in contatto con Marritt che mi ha subito offerto una camera in casa sua. È anche venuto a prendermi all’aeroporto; quando mi ha chiesto se doveva portarsi un cartello per farsi riconoscere gli ho risposto che non ce n’era bisogno… Mi ha anche aiutato con l’inglese, se durante un film c’era un dialogo complicato interrompeva e mi spiegava. L’ultima gratificazione è arrivata sabato, con il messaggio di congratulazioni che ho ricevuto su Whatsapp da tutto il team di allenamento”.
Tornando al week end, Davide Re ripensa all’oro sui 400, bissato con la staffetta 4×400 del Cus Torino: “le gare disputate oltreoceano mi hanno insegnato a gestire meglio le energie; sono partito con il mio ritmo senza preoccuparmi degli altri, poi negli ultimi 200 metri ho chiuso gli occhi e ho spinto al massimo”. La prestazione gli è valsa la convocazione ai Giochi del Mediterraneo del prossimo fine settimana e alla Coppa Europa. Non saranno le prime apparizioni internazionali per il velocista classe 1993, che qualche anno fa partecipò ai Mondiali Allievi (under 18). “Quella qualificazione è ad oggi una delle più belle soddisfazioni della mia carriera. Fino a 16 anni mi sono diviso tra sci (d’inverno) e atletica (d’estate) e avevo deciso da poco di concentrarmi sulla seconda, di conseguenza fu un risultato inaspettato”.
Nella sua storia di sciatore il 400entista ha confermato il dna da campione, raccogliendo un bronzo giovanile a livello nazionale e il brevetto da maestro. Ma nel futuro Davide Re vede ancora molta atletica: “negli ultimi mesi facevo fatica, il soggiorno in America mi ha ridato nuovi stimoli e i recenti risultati mi hanno convinto a rimanere su questa strada. Un ringraziamento speciale va alla mia famiglia, che ha appoggiato questa mia scelta”. E un grazie particolare andrà anche a LaShawn Marritt, l’amico con l’oro olimpico al collo.